Matteo Renzi stravince le primarie Pd. “Gli alibi sono finiti, basta inciuci”

Da oggi il sindaco di Firenze è il nuovo segretario del Partito Democratico. A Renzi il 68,1 per cento dei voti, Gianni Cuperlo sfiora il 18%, mentre Pippo Civati si attesta attorno al 14%. Grande affluenza alle urne: hanno votato oltre due milioni e mezzo di elettori. Renzi sconfigge Crocetta in Sicilia, ma forse è una sconfitta a metà…

«Da oggi non c’è più alibi», si deve andare avanti sulla strada del cambiamento, «tocca a una nuova generazione guidare la macchina». Così Matteo Renzi a Firenze, nel suo primo discorso da segretario del Partito Democratico. «Oggi che abbiamo vinto, pensiamo a tutte le volte che abbiamo perso. Pensiamo a chi è nelle carceri e si sente preso in giro da una classe politica che parla ogni giorno di provvedimenti di clemenza», ha detto il sindaco di Firenze.

«Ai teorici dell’inciucio diciamo: vi è andata male», con un riferimento esplicito ai fautori di un ritorno al proporzionale e un’allusione, tutt’altro che velata, a Pierferdinando Casini. Dopo le primarie del Pd «il bipolarismo è salvo. Due milioni e mezzo di italiani vi hanno detto “no grazie”», ha sottolineato il neosegretario del Pd, ricordando la recente sentenza della Consulta sul Porcellum, commentando in modo sarcastico le reazioni di chi sperava nel ritorno al proporzionale.

«Se mi avete dato la fascia di capitano di questa squadra, non passerà giorno senza lottare su ogni pallone – ha aggiunto – ma sono soprattutto orgoglioso di voi. Credo che, se è vero che ogni volto corrisponde ad un voto ed un voto ad un volto – ha concluso Renzi – chi ha vinto oggi non è il sottoscritto». «Abbiamo l’ambizione di cambiare l’Italia, non uno o due ministri», ha sottolineato, precisando che «oggi non è la fine della sinistra, è la fine di un gruppo dirigente della sinistra».

Come primo atto del suo “discorso di insediamento”, una novità oggettiva della politica italiana, il neosegretario del Partito Democratico ha salutato i contendenti, a partire dall’ultimo, Gianni Pittella. «Grazie a Gianni Pittella, che ha combattuto una bella battaglia» e al quale ha assicurato che le sue posizioni sul Meridione e sull’Europa sono condivise dalla nuova dirigenza del partito. «Un grazie a Pippo Civati, chi lo avrebbe mai detto tre anni fa che la Leopolda avrebbe avuto la maggioranza nel Pd?», ha poi aggiunto, per poi concludere rivolgendosi al migliore degli inseguitori. «Un grazie speciale a Gianni Cuperlo, al quale vorrei che dedicassimo non soltanto un applauso. Se c’è una persona nel Pd con cui vorrei dialogare e discutere – ha concluso Renzi – quella è Gianni Cuperlo».

Gianni Cuperlo ha peraltro ammesso la sua sconfitta alle primarie del Pd già prima della divulgazione dei risultati. «Non siamo riusciti a convincere la maggioranza dei votanti delle nostre buone ragioni, è prevalsa un’altra impostazione, l’idea di un cambiamento diverso dalla nostra, ed è giusto prenderne atto», ha detto nel suo discorso al Tempio di Adriano. «Per quanto mi riguarda, il mio sarà un comportamento leale e sincero verso Renzi, così come è stata leale e sincera la discussione di queste settimane», ha sottolineato. «Quell’impianto culturale e di valori che abbiamo portato avanti non si esaurisce con il voto di oggi ma sarà per il nuovo segretario un contributo costante», ha assicurato.

«Ho sentito al telefono Matteo Renzi e gli ho fatto i miei auguri più affettuosi e sinceri affinché inizi al meglio un impegno molto difficile», ha affermato Cuperlo, che nonostante la sconfitta ha tenuto a sottolineare l’importanza della giornata di oggi. «È stata scritta una pagine molto bella della politica italiana, abbiamo vissuto assieme una giornata importante per il Pd e per la qualità della nostra democrazia», ha concluso, precisando che «l’unità del Pd è un valore profondo e da difendere, ma dovrà fondarsi sulla chiarezza reciproca e la trasparenza delle scelte», ha spiegato, chiarendo che la battaglia non è finita.

«Ci sono stazioni in cui i binari finiscono e il treno non riparte e stazioni in cui invece i treni si fermano per riprendere la corsa. Noi abbiamo fatto un pezzo di viaggio, ma il treno su cui siamo saliti è il nostro e da lì non scenderà nessuno», ha assicurato, «in spirito unitario non rinunceremo alle nostre idee».

Cuperlo è stato accolto al suo arrivo al Tempio di Adriano da un caloroso e lungo applauso dei suoi sostenitori, cui si è rivolto: «è troppo grande quello che ho ricevuto. Sapevamo di andare contro il flusso della corrente, ma il vostro lavoro è la conferma che abbiamo fatto la cosa giusta – ha assicurato – si è risvegliata in molti la voglia e la speranza e questo è un patrimonio che nessuna percentuale potrà cancellare. Ho perso io, mia è la responsabilità di quello che non siamo riusciti a fare, anche per tutte le cravatte che ho sbagliato…“, ha scherzato. «Continuiamo a credere che la sinistra non sia solo una vecchia storia da raccontare, ma una nuova storia da riscrivere», ha concluso, affermando che si deve «ripartire da qui, dopo una notte lunga che ha investito il paese».

«Avremmo sperato in proporzioni diverse. Ma due ragazzi del ’75 si sono sfidati, uno di pochi anni di più si è confrontato con noi», dando un’immagine di un partito solido- «Vorrei che il Pd trovasse un po’ di orgoglio, con questa classe dirigente possiamo vincere le elezioni e soprattutto possiamo farle». Così Pippo Civati ha commentato i risultati delle primarie del Pd, chiarendo che «il problema delle larghe intese resta». Per Civati «il Pd è un partito di sinistra» e «da qui inizia la storia del Pd, oggi è la vera fondazione del partito democratico».

Romano Prodi aveva commentato la sua decisione di andare a votare per le primarie affermando che «oggi, di fronte alla situazione particolare che si è creata, credo sia doveroso andare a votare alle primarie perché il Pd, in questo stato di fibrillazione così forte, credo sia l’unico punto fermo che abbiamo».

L’ex presidente del Consiglio aveva poi sottolineato che, dal punto di vista politico, fosse «ora che una nuova generazione venga avanti» e che «al Pd occorre un “segretario forte” con la generosità di collaborare con gli altri due protagonisti».

Significativo il risultato in Sicilia ottenuto da Matteo Renzi, che ha sbaragliato Gianni Cuperlo, nonostante il presidente della regione – Rosario Crocetta – sostenesse il politico triestino, che a Gela (città di origine dell’eclettico presidente siciliano) aveva vinto a mani basse. Una sconfitta forse fittizia, visto che l’alter ego di Crocetta – Giuseppe Lumia – invece sosteneva apertamente il sindaco di Firenze. Insomma, una sconfitta a metà per rimanere a galla.

Lo scorso anno, per la cronaca, a Matteo Renzi “non fu permesso” perfino di entrare a Gela – chissà perché… – e la riunione organizzata presso un cinema cittadino saltò all’ultimo momento. La questione “Sicilia” – con un governo guidato formalmente dal PD, ma che si preparerebbe ad aprire a un appoggio perfino del Nuovo Centro Destra – sarà tra le prime matasse da dipanare per il neo segretario del PD. Forse ha davvero ragione Renzi, «il meglio deve ancora venire».

Credit: AGI