Sabato del Villaggio. Il messaggio alla Nazione del presidente della Camera, Laura Boldrini. Costituzionale? (video)

Sabato del Villaggio. Laura Boldrini sui ‘Forconi’: “Irresponsabile chi getta benzina sulla rabbia” (video). La presidente della Camera, nel consueto messaggio alla Nazione (…), ha evocato Nelson Mandela per la composizione delle diatribe nel Paese. Poi ha bacchettato la Saccomani & Partners, infine, con un triplo salto carpiato partitocratico ha affermato che la legge elettorale risolverà il problema della sfiducia del popolo nella sua classe politica. Certi il ruolo del presidente della Camera dei Deputati sia nel solco del nostro ordinamento costituzionale? Lo spot alla democraticità delle primarie del PD non va fuori dal seminato della Costituzione più bella del mondo?

Laura Boldrini, presidente della Camera dei Deputati, eletta nella fila di SEL

Laura Boldrini, nel suo consueto messaggio video del sabato sullo stato della (dis)unione del Paese, ha inteso richiamare l’attenzione della classe dirigente italiana alle proprie responsabilità. Il video, pubblicato sulla pagina ufficiale della Camera dei Deputati su YouTube.

«Bentrovati» si introduce Boldrini, che inizia il suo discorso alla Nazione prendendola alla larga: «lunedì sera, insieme al presidente del Consiglio Enrico Letta, siamo partiti per Johannesburg, dove abbiamo rappresentato l’Italia alla commemorazione di Nelson Mandela», afferma, ricordando che «la sua lezione, quella di tras-for-ma-re la rabbia in energia positiva», scandisce e marca il tono la presidente della Camera, «dovrebbe essere seguita veramente da tutti, anche qui in Italia, dove la rabbia si sta manifestando in questi giorni in forme clamorose e purtroppo, a volte, anche violente».

Laura Boldrini ne ha viste (davvero) tante, per cui non si sorprende della protesta, che analizza con puntualità: «c’è una crisi lunga, una crisi lunga pesante, con la quale conviviamo da anni». Tuttavia, da vertice istituzionale di una delle camere del Parlamento, ritiene proprio dovere bacchettare chi vede la ripresa che non vedono i cittadini. «L’inversione di tendenza la vedono più che altro gli studiosi di economia» afferma, bacchettando la “Saccomanno & Partners”, «ma non ancora i cittadini. E dunque il malessere ha tante, tante ragioni», perbacco.

Di fronte alla crisi il potere deve sapere cosa fare e infatti l’inquilino di Montecitorio ritiene che «il compito della politica e delle Istituzioni sia, ora più che mai, di ascoltarle quelle ragioni e soprattutto di dare ris-pos-te». E però le risposte devono essere quelle giuste, non quelle sbagliate, perché «quello che però non serve, ed anzi fa danni enormi, molto gravi, è gettare benzina sul fuoco di questa rabbia. E mirare esclusivamente allo scontro di certo non aiuta chi non riesce ad arrivare a fine mese», osservazione che sarebbe da incorniciare tra le citazioni illustri: richiamando alla memoria le gesta aforistiche del Maresciallo di Francia Jacques II de Chabannes, signore di La Palice.

Tuttavia, nel suo sermone sabbatico Laura Boldrini passa di palo in frasca, con un triplo salto carpiato e con avvitamento, ma protetta da una solida rete: nella pagina che pubblica il video i commenti sono disattivati, così la presidente della Camera non può avere un riscontro di quanto sia amata dal popolo italiano. Peccato…

Il messaggio alla Nazione del sabato (del villaggio…)

E dunque, come risolvere i problemi della gente, delle famiglie, delle micro-imprese, di quelle piccole e medie? Risolto l’arcano: «tra le risposte da dare ce n’è una che compete in particolare a noi, che stiamo nelle aule del Parlamento» dice Boldrini, «è la riforma della legge elettorale, ormai divenuta un’urgenza assoluta dopo la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha bocciato il cosiddetto “Porcellum”». Come mai nessuno ci ha pensato prima che una nuova legge elettorale fosse la chiave di tutto?

«Certo» riconosce però la presidente della Camera «anche la legge elettorale non risolve i problemi del lavoro che manca», affermazione che tranquillizza: c’era parso… Tuttavia, ricorda Laura Boldrini, una nuova legge elettorale «serve però a ridare a tutti noi cittadini la possibilità di scegliere in nostri rappresentanti» e dunque è «indispensabile per ricostruire quel rapporto di fiducia senza il quale le Istituzioni – questo deve essere chiaro – le Istituzioni alla lunga non reggono».

Qui si ferma il nostro report sul discorso alla Nazione della presidente della Camera, che poi parla del ping-pong tra i due rami del Parlamento in uno spirito non competitivo, ma di cooperazione tesa alla soluzione dei problemi del Paese.

C’è però un’osservazione di fondo che merita di essere portata al giudizio dei nostri quattro lettori affezionati: nell’ordinamento costituzionale italiano, i presidenti di Senato e Camera sono due uffici di garanzia, nel quadro di un assetto generale parlamentare: il presidente del Senato è il vice-presidente della Repubblica (non in senso letterale, ma assolve alla funzione di presidente provvisorio/transitorio nelle situazioni previste dalla Costituzione e dalle leggi), quello della Camera è la terza carica dello Stato. Non risulta in alcun manuale di diritto costituzionale che le due cariche debbano/possano avere una relazione funzionale e di comunicazione tra le Istituzioni e il popolo, se non nei casi in cui le leggi lo ammettano.

Ma ancora un altro aspetto colpisce del messaggio al popolo e alla Nazione della presidente della Camera, il giudizio sulle procedure di designazione del segretario del Partito Democratico, nominato attraverso cosiddette “primarie”, ma solo per “scimmiottare” le modalità con cui negli Stati Uniti si designano i candidati alle elezioni (in ogni ordine e per ogni grado di governo). Un’entrata a gamba tesa e un giudizio a “favore” di un partito, intollerabile nell’attuale status del vertice dei due rami del Parlamento.

Il messaggio alla Nazione del presidente della Camera Laura Boldrini è dunque a nostro avviso inopportuno e forse anche eccedente i limiti costituzionali, anche quando afferma cose del tutto condivisibili.

Se Laura Boldrini vuole rivolgersi al popolo ed esercitare le funzioni politiche che le derivano dall’essere membro del Parlamento può sicuramente farlo, ma non nella veste di Presidente della Camera dei Deputati: può farlo da deputato di SEL, formazione nelle cui fila è stata eletta. Da una legge ritenuta incostituzionale dalla Consulta, ma questa è un’altra storia.

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Laura Boldrini, nel suo consueto messaggio video del sabato sullo stato della (dis)unione del Paese, ha inteso richiamare l’attenzione della classe dirigente italiana alle proprie responsabilità. Il video, pubblicato sulla pagina ufficiale della Camera dei Deputati su YuoTube.

 

“Il malessere ha tante, tante ragioni, credo che il compito della politica e delle istituzioni sia ascoltare queste ragioni e dare delle risposte. Quello che non serve e fa danni enormi è gettare benzina sul fuoco di questa rabbia. Mirare esclusivamente allo scontro di certo non aiuta chi non riesce ad arrivare a fine mese”. Lo dice la presidente della Camera Laura Boldrini, nel video settimanale in cui fa il punto sui lavori di Montecitorio.

Boldrini parte dalla lezione di Nelson Mandela “di trasformare la rabbia in energia positiva”. Una lezione, quella del leader sudafricano, che “dovrebbe essere seguita veramente da tutti, anche qui in Italia dove la rabbia si sta manifestando in forme clamorose e purtroppo a volte anche violente. Credo – premette Boldrini – non ci si debba sorprendere dalla protesta: c’è una crisi lunga e pesante e la inversione di tendenza la vedono al momento gli studiosi di economia, ma non ancora i cittadini”.

Bentrovati. Lunedì sera, insieme al presidente del Consiglio Enrico Letta, siamo partiti per Johannesburg, dove abbiamo rappresentato l’Italia alla commemorazione di Nelson Mandela.

La sua lezione, quella di tras-for-ma-re la rabbia in energia positiva, dovrebbe essere seguita veramente da tutti, anche qui in Italia, dove la rabbia si sta manifestando in questi giorni in forme clamorose e purtroppo, a volte, anche violente.

Credo che non ci si debba sorprendere della protesta: c’è una crisi lunga, una crisi lunga pesante, con la quale conviviamo da anni. L’inversione di tendenza la vedono più che altro gli studiosi di economia, ma non ancora i cittadini. E dunque il malessere ha tante, tante ragioni.

Credo che il compito della politica e delle istituzioni sia, ora più che mai, di ascoltarle quelle ragioni e soprattutto di dare ris-pos-te.

Quello, quello che però non serve, ed anzi fa danni enormi, molto gravi, è gettare benzina sul fuoco di questa rabbia. E mirare esclusivamente allo scontro di certo non aiuta chi non riesce ad arrivare a fine mese.

Tra le risposte da dare ce n’è una che compete in particolare a noi, che stiamo nelle aule del Parlamento, è la riforma della legge elettorale, ormai divenuta un’urgenza assoluta dopo la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha bocciato il cosiddetto “Porcellum”.

Certo, anche la legge elettorale non risolve i problemi del lavoro che manca, serve però a ridare a tutti noi cittadini la possibilità di scegliere in nostri rappresentanti e dunque è indispensabile per ricostruire quel rapporto di fiducia senza il quale le Istituzioni – questo deve essere chiaro – le Istituzioni alla lunga non reggono.