Bahrain, Rosberg scampa a rovinoso crash nei test straordinari coperti da omertà incompatibile con questa F1

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La natura dei test in un regime di concorrenza tra fornitori di gomme e di libertà di test è del tutto diversa dall’attuale situazione regolamentare, con un fornitore unico di gomme e con il divieto di test privati. Allontanare la stampa ha il sapore della combutta tra team, costruttore di pneumatici, Federazione Internazionale e FOM di Ecclestone. Sempre meno sport, sempre più business, con preoccupanti assonanze con il gioco d’azzardo

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La notizia ormai non è più tale per molti: Nico Rosberg ieri in Bahrain, durante l’ultima giornata di testi straordinari organizzati su richiesta della Pirelli, fornitore unico delle gomme utilizzate in Formula 1, se l’è fatta letteralmente nel…sotto-tuta, dopo un testacoda a 320 chilometri ora, che poi ha decretato la fine anticipata dei test per il team della Stella a Tre Punti.

E come s’usa ormai in questo mondo interconnesso, il pilota tedesco ne ha dato immediato risalto su Twitter, pubblicando un messaggio in linea con il suo modo di fare dissacrante: «Sono finito in testacoda a 320 km/h sul rettilineo del circuito del Bahrain, a causa di un improvviso cedimento di una gomma, senza alcuna avvisaglia. Grazie a questa disavventura, abbiamo bisogno di un po’ di carta igienica», ha scritto il pilota tedesco sul social network di microblogging. 20131219-rosberg-390x175

Tuttavia, chi non ha avuto la ventura di leggerlo subito lo ha perso, perché qualcuno deve avere consigliato (male, malissimo) Rosberg a cancellare il cinguettio qualche minuto dopo, circostanza che completa la “Tre Giorni del Koh-Jon” – si direbbe alla nord-coreana – della sessione straordinaria di test chiesta dal monofornitore di gomme alla FIA e ai team che correranno nella stagione 2014.

Test che sono stati circondati fin dall’inizio da un alone di mistero, al limite dell’omertà, un fatto incompatibile con l’attuale regime regolamentare della massima serie automobilistica. Si badi: non sosteniamo che la Pirelli dovesse divulgare alla stampa le specifiche dei pneumatici, delle strutture o delle mescole o ogni particolare; ma far girare “a porte chiuse” Red Bull, Ferrari, Mercedes e Toro Rosso è assurdo. Il buio su tempi, giri e ogni altra informazione un fatto grave.

Una volta, quando i test privati erano ammessi e di fornitori di gomme ce n’era più di uno, la segretezza era un dato ineliminabile: così molti incidenti sono accaduti “senza testimoni”, alcuni anche gravi, pochi altri addirittura esiziali per la vita dei piloti. Per esempio nel caso di Elio de Angelis a “Le Castelet” (il 15 maggio 1986), incidente che impose nuove norme di sicurezza anche ai test privati.

Oggi, invece, in regime di monogomma e con divieto di test privati, non sono giustificati, né giustificabili, il silenzio stampa, le “porte chiuse”, la riservatezza, che potrebbe essere considerata alla stregua dell’omertà consona a ben altre aggregazioni sociali: un silenzio strumentale a coprire l’innominabile, che non si deve vedere dall’esterno.

Ancora una volta dunque la Formula 1 rischia di perdere il senso della realtà e di correre verso la disfatta mediatica. La Pirelli, in tutto questo, si è limitata a confermare che sulla Mercedes di Rosberg erano montate gomme sperimentali. «I test pneumatici in Bahrain hanno avuto ad oggetto numerosi prototipi, completamente innovativi per struttura e mescole – recita lo scarno comunicato della casa milanese –finalizzati a sviluppare le soluzioni più idonee per la prossima stagione. Questa mattina la Mercedes di Nico Rosberg montava uno di quei prototipi – hanno ammesso alla Pirelli – un pneumatico testato unicamente in laboratorio e che non sarà più riproposto», dichiarazione che lascia in qualche modo perplessi, soprattutto per la conclusione successiva, secondo la quale la «la sicurezza degli pneumatici che saranno forniti nel prossimo Campionato non è in discussione».

Tuttavia anche i tecnici del costruttore milanese si rendono conto di quanto è accaduto – un fatto che avrebbe potuto avere un finale diverso – per cui si sono premurati ad assicurare che «l’incidente accaduto alla vettura di Rosberg è oggetto d’indagine, le cui conclusioni saranno comunicate a FIA e ai team».

Bene, benissimo, anzi no. La trasparenza e la possibilità di seguire i test (collettivi, stante il divieto attuale di quelli privati) di qualsiasi natura dovrebbe essere un caposaldo della Formula 1, che non dovrebbe consentirsi il lusso del silenzio, dell’opacità, quasi dell’omertà. Prima o poi, infatti, anche agli sportivi potrebbe balenare in mente di rendere pan-per-focaccia al board della F1 e di lasciare solo ai loro occhi uno spettacolo che a volte rasenta il ridicolo.

Per fortuna ieri abbiamo riso di fronte alla battuta via Twitter di Nico Rosberg, ma la giornata avrebbe potuto avere un epilogo molto meno simpatico e forse alla Pirelli non si rendono conto che questa coltre di nebbia non è produttiva perfino in termini di immagine – latu sensu – complessiva del marchio.

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.