In Italia un “esercito” di poveri. Istat, “mai così tanti da 15 anni”

L’istituto di statistica fotografa un Paese in difficoltà. In nove anni raddoppiati i poveri, alta la disoccupazione giovanile

20131231-poveri-italia-320x238-didRoma – Un esercito di poveri, mai così tanti da 15 anni: l’Istat scatta la fotografia di un Paese in difficoltà. La povertà è raddoppiata dal 2005, ed è boom della disoccupazione giovanile con una crescita nel 2012 di 14 punti percentuali dall’inizio della crisi. Non solo: gli stipendi sono praticamente fermi (l’aumento e’ di soli 4 euro) e un pensionato su due non arriva a 1.000 euro al mese.

Nel Rapporto sulla coesione sociale l’Istat evidenzia che nel 2012 si trovava in condizione di povertà relativa il 12,7% delle famiglie residenti in Italia (+1,6 punti percentuali sul 2011) e il 15,8% degli individui (+2,2 punti). Si tratta dei valori più alti dal 1997, anno di inizio della serie storica.

La povertà assoluta colpisce invece il 6,8% delle famiglie e l’8% degli individui. I poveri in senso assoluto sono raddoppiati dal 2005 e triplicati nelle regioni del Nord (dal 2,5% al 6,4%). A conferma di ciò, il rapporto evidenzia che, sempre l’anno scorso, la retribuzione mensile netta è stata di 1.304 euro per i lavoratori italiani e di 968 euro per gli stranieri. Rispetto al 2011, il salario netto mensile e’ rimasto quasi stabile per gli italiani (4 euro in più) mentre risulta in calo di 18 euro per gli stranieri, il valore più basso dal 2008.

E ancora, quasi un pensionato su due (46,3%) inoltre ha un reddito da pensione inferiore a mille euro, il 38,6% ne percepisce uno fra mille e duemila euro, solo il 15,1% dei pensionati ha un reddito superiore a duemila euro. Dal 2010 al 2012 il numero di pensionati e’ diminuito mediamente dello 0,68%, mentre l’importo annuo medio e’ aumentato del 5,4%.

A fronte di tutto questo, il rapporto rileva che il tasso di disoccupazione nel 2012 ha raggiunto il 10,7%, con un incremento di 2,3 punti percentuali rispetto al 2011 (4 punti percentuali in piu’ rispetto al 2008). Il tasso di disoccupazione giovanile ha superato il 35%, con un balzo in avanti rispetto al 2011 di oltre 6 punti percentuali (14 punti dal 2008).

Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini ha sottolineato nella premessa al “rapporto” che l’Italia è tra “i paesi più colpiti dalla crisi: ha registrato nel 2012 un progressivo peggioramento dei principali indicatori macroeconomici e sociali. Ciononostante il sistema di coesione sociale ha tenuto, consentendo al Paese di sopportare sacrifici finalizzati al recupero della stabilita’ finanziaria e a varare importanti riforme“.

Vede nero anche il Centro studi Confindustria: per il nostro Paese “le traiettorie economiche sono ad alta incertezza: si amplia la forbice delle previsioni e per gli imprenditori e’ lontana l’uscita dalla crisi“.

Sempre l’Istituto di Statistica segnala però che sale ancora la fiducia delle imprese a dicembre, attestandosi al massimo da luglio 2012. In particolare, l’indice calcolato dall’Istat si attesta a 83,6 da 83,4 di novembre.  L’andamento dell’indice complessivo, spiega l’istituto, rispecchia “un miglioramento significativo della fiducia tra le imprese del settore delle costruzioni, una crescita lieve per le imprese manifatturiere e dei servizi di mercato, mentre risulta stazionaria la fiducia delle imprese del commercio al dettaglio“.

Calano infine, sempre secondo l’Istat, i prezzi alla produzione dei prodotti industriali a novembre. L’indice ha segnato una diminuzione dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell’1,8% nei confronti di novembre 2012.

Credit: AGI.