Alzheimer: una ricerca della Difesa USA scopre che la “Vitamina E” rallenta il declino funzionale

In uno studio condotto presso il Minneapolis VA Health Care System, un centro medico militare che opera come ramificazione del Department of Veteran Affairs della Difesa, è stato scoperto il benefico influsso della “Vitamina E” sul rallentamento degli effetti dell’Alzheimer

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Washington – Una ricerca condotta da Maurice W. Dysken del Minneapolis VA Health Care System, un centro medico della Difesa statunitense afferente al Department of Veteran Affairs, ha scoperto che un dosaggio quotidiano di 2000 UI di “Vitamina E” rallenta in modo efficace il declino funzionale dei pazienti e riduce la loro necessità di essere assistiti, effetti che non si sono verificati nei pazienti cui è stato somministrato del placebo.

Lo studio, pubblicato su JAMA (Journal of the American Medical Association), ha coinvolto un campione di 613 pazienti di Alzheimer, con sviluppo della malattia di livello lieve o moderato. Le prestazioni e lo stato di salute dei partecipanti alla ricerca sono stati monitorati attraverso l’Alzheimer’s Disease Cooperative Study/Activities of Daily Living (ADCS-ADL) Inventory score.

Su un periodo medio di follow up di 2/3 anni, i pazienti che hanno ricevuto la “Vitamina E” hanno mostrato un declino funzionale più lento di quelli che hanno ricevuto il placebo con tassi annuali di riduzione del 19 per cento. Nel gruppo a cui è stata somministrata la “Vitamina E“, il tempo dedicato all’assistenza da medici e familiari è diminuito di circa due ore al giorno.

La “Vitamina E“, o tocoferolo, è una vitamina liposolubile, ossia si scioglie nei grassi. Ne esistono otto tipi diversi, con composti di “Vitamina E” (alfa, beta, gamma, delta-tocoferolo ed alfa, beta, gamma, delta-tocotrienolo). Il tipo più presente in natura è l’alfa-tocoferolo, che è anche quello con l’attività biologica più elevata.

La principale funzione della “Vitamina E” è la sua capacità antiossidante: protegge le membrane delle cellule dell’organismo ingabbiando i radicali liberi ed impedendone la propagazione. La”Vitamina E”  agisce in sinergia con altri sistemi di difesa antiossidante dell’organismo (sistemi enzimatici, sistema di rigenerazione). Oltre alla sua azione antiossidante, la “Vitamina E” svolgerebbe un ruolo importante nell’aggregazione delle piastrine, aiutando a evitarne una eccessiva, e nei processi infiammatori. 

La liposolubilità della “Vitamina E” la rende reperibile anzitutto nelle sostanze grasse e le fonti più importanti sono di tipo vegetale: olio e margarina, frutti oleosi, germi di cereali. Frutta e verdura rappresentano la seconda fonte di “Vitamina E“, anche se i loro quantitativi non sono particolarmente elevati (tra 1 e 1,8 mg/100 gr per quelli più ricchi), la quantità delle porzioni consumate (si mangiano 10 g di olio e tra i 100 e 200 g di verdure) ne fanno una fonte non del tutto trascurabile: frutta e verdura apportano tra il 12 e il 18 per cento di “Vitamina E” nella RDA (Recommended Daily Allowance, Razione Giornaliera Raccomandata).

Credits: AGI, Fondation Louis Bonduelle

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Un pensiero su “Alzheimer: una ricerca della Difesa USA scopre che la “Vitamina E” rallenta il declino funzionale

  • 05/01/2014 in 13:17:44
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    Speriamo che sia confermato lo studio del Minneapolis VA Health Care System, questo porterebbe sollievo alle molte famiglie che vivono quotidianamente questo dramma personale e sociale.

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