Incidente Schumacher. Presidente avvocati Albertville afferma: “può costituire un precedente giurisprudenziale”

Secondo Laure Sauthier, presidente dell’ordine degli avvocati di Albertville, nell’incidente sciistico in cui è incorso il sette volte iridato di F1 ci sono aspetti che faranno da precedente giuridico. Tutto ruota attorno alla dinamica dell’incidente, alla nozione di “fuori pista” e alla eventuale responsabilità del gestore dell’impianto: per questo è importante avere le immagini dell’incidente. Conferenza stampa di Sabine Kehm alle 11

Luogo dell'incidente di Schumacher (tratto da Il Messaggero)
Luogo dell’incidente di Schumacher (tratto da “Il Messaggero”):
in rosso la zona dove insistono le rocce su cui Schumacher ha sbattuto la testa

Quando domenica 29 dicembre scorso si è diffusa la notizia dell’incidente sciistico occorso a Michael Schumacher, siamo stati tra coloro che si sono interrogati sulla fondatezza della dinamica dell’incidente e, in particolar modo, sul fatto che fosse accaduto durante un “fuori pista”. Soprattutto ci lasciò perplessi che ci fosse il figlio dell’ex pilota, Mick Jr. Proprio non ce lo vedemmo Schumacher scavezzacollo sugli sci con il figlio.

Successivamente, allorché sono circolate le foto del luogo dell’incidente (dopo averne “raccattate” qua e là sui social media quasi una decina fasulle), la prima osservazione che facemmo con Anna Re fu «ma quale fuori pista è possibile all’incrocio tra due piste?», pur non avendo entrambi alcuna competenza specifica in materia sciistica. Noi assumevamo come “fuori pista” la deliberata scelta di intraprendere un sentiero non tracciato, dove la neve non viene “lavorata” e “preparata” per la disciplina sciistica, ossia resa sicura al massimo del prevedibile, con idonee indicazioni pratiche.

Laure Sauthier - 320x249Deve pensarla più o meno allo stesso modo la presidente dell’ordine degli avvocati di Albertville, Laure Sauthier, secondo la quale l’incidente di Schumacher a Méribel potrebbe costituire uno spartiacque giuridico. «Può fare giurisprudenza», ha dichiarato l’avvocato Sauthier a “LeDauphine.com”.

Se la caduta è avvenuta tra la pista “la Biche”, la più facile (indicata nei segnali con il cartello blu) e la Maduit, di media difficoltà (indicata con i cartelli rossi), l’evento è avvenuto però in un settore dell’impianto sciistico mancante di ogni sorta di segnalazione, quindi siamo in presenza di una lacuna di regolamentazione, un vuoto giuridico.

«Non c’è un fuori pista “selvaggio”», osserva la presidente degli avvocati di Albertville, «in cui lo sciatore compie delle evoluzioni sotto la propria responsabilità e si assume i rischi che prende. In quel posto», dice riferendosi al luogo dell’incidente «si è al limite della pista e la responsabilità del gestore è più stingente».

Luogo dell’incidente di Schumacher (tratto da “Il Messaggero”): in rosso la zona dove insistono le rocce su cui Schumacher ha sbattuto la testa. Le frecce indicano i paletti di segnalazione. Ci si chiede se fossero sufficienti a segnalare il pericolo

Il problema di fondo di questo evento è che «in diritto non esiste una vera definizione della nozione di “fuori pista” e la situazione è ancora più imbrogliata a causa della prossimità delle due piste» che si incrociano proprio nel punto in cui è accaduto l’incidente e dove erano presenti pietre non segnalate in modo adeguato, fa trapelare l’avvocato Sauthier.

Per questo motivo è importante verificare l’esistenza di immagini dell’incidente, sia quelle della telecamera portatile sul casco che indossava Schumacher, sia quelle eventualmente riprese da involontari “cameramen”, come lo steward tedesco di 34 anni che avrebbe consegnato il filmato agli inquirenti e di cui ha parlato “Der Spiegel” due giorni fa.

Alla luce di queste considerazioni, sembrano assumere un rilievo diverso le iniziali affermazioni minimizzati del direttore della stazione sciistica di Méribel, Christophe Gernignon-Lecomte, il quale nell’immediatezza dei fatti aveva dichiarato che Schumacher fosse cosciente e che non sembrava aver riportato ferite gravi.

Il nocciolo della questione sarà – spiace dirlo – anche di natura economica, perché se le riflessioni dell’avvocato Laure Sauthier sono fondate e fossero accolte dal tribunale di Albertville, la stazione sciistica potrebbe essere condannata a un risarcimento miliardario dalle conseguenze invalutabili al momento.

Questa mattina, intorno alle 11, Sabine Kehm – manager dell’ex pilota e portavoce della famiglia in queste circostanze – dovrebbe fare il punto della situazione e dare informazioni ulteriori, mentre la procura di Albertville, che sta indagando sull’incidente, ha annunciato che entro 48 ore dovrebbe sciogliere il silenzio e dare nuove informazioni sul caso.

Ultimo aggiornamento 6 Gennaio 2014, ore 11.28 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.