Crollo del consumo dei carburanti nel 2013. Tra 2014 e 2017 più imposte per 1,3 miliardi. Una follia!!!

La Faib-Confesercenti commenta i dati dello Sviluppo economico. La contrazione registrata tra il 23 dicembre e il 6 gennaio riflette la tendenza negativa di tutto l’anno: vendita di benzina diminuita mediamente del 5,7%, il gasolio sceso del 4,7% rispetto al 2012. Martino Landi lancia l’allarme: “Occorre diminuire la pressione fiscale sui carburanti”

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L’andamento delle vendite di benzina e gasolio anche durante le feste natalizie ha subìto un decremento, al contrario degli anni scorsi, quando il periodo delle feste faceva registrare invece un incremento. La contrazione registrata tra il 23 dicembre e il 6 gennaio riflette in modo fedele la tendenza negativa di tutto l’anno appena concluso, che ha visto i consumi di benzina diminuiti in media del 5,7% e quelli di gasolio del 4,7% rispetto al 2012.

Lo rileva una ricerca Faib-Confesercenti su dati del Ministero dello Sviluppo Economico, che però andrebbe ridenominato in “Ministero dell’inviluppo economico”.

Nella rete delle compagnie il dato non è migliore: si registrano perdite tra il 15 e il 30%. Nel mese di dicembre, sottolinea la ricerca, si è confermata «la tendenza al ribasso delle vendite, smentendo la tradizionale fase di recupero che in genere andava a migliorare la media annua, con un’ulteriore sofferenza sulla rete carburanti. E le prospettive non appaiono incoraggianti».

In questo scenario di continuo aumento della pressione fiscale, «i consumi di carburanti sono destinati a calare ulteriormente, mettendo ancora in più in difficoltà i gestori degli impianti, che per il 50% sono già indebitati a causa dell’andamento negativo del mercato, mentre cominciano a vedersi impianti chiusi o abbandonati», afferma Martino Landi, presidente della Faib-Confesercenti, commentando i dati diffusi.

«Ma a rimetterci questa volta – sottolinea il presidente di Faib – sarà anche lo Stato che forse potrebbe imparare la lezione che a furia di aumentare accise e Iva, diventato il metodo privilegiato per tappare i buchi che si aprono nel bilancio, i conti non tornano». «Stando ai numeri – prosegue Landi – con l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% e con quello dell’accisa su benzina, da 728.4 a 730.8 su 1000 litri, e su gasolio, da 617.4 a 619.8 su 1000 litri, è probabile che i consumi continueranno a contrarsi. Ipotizzando nel 2014 un calo analogo a quello del 2013, l’incremento delle accise e dell’Iva non porterebbe ad un aumento di gettito, anzi ci sarebbe, a parità dei prezzi dei combustibili, una riduzione da 15.9 a 15.3 miliardi».

Un saldo negativo di 600 milioni di euro che gli scienziati al governo non sanno prevedere, malgrado titolo accademici, expertise sbandierate e stima internazionale sbandierata ai quattro venti.

Il governo Letta e il ministro Saccomanni – conclude Landi – riconoscano che il gettito potrà aumentare solo se i consumi riprenderanno o si ridurranno in misura minore di ciò che è avvenuto nel 2013 rispetto al 2012. Ma per fare questo – ammonisce il presidente di Faib – occorre diminuire la pressione fiscale sui carburanti. Altrimenti il bancomat dei benzinai ha esaurito le risorse».

Tuttavia al riguardo le notizie pessime per i consumatori e i gestori non sono finite, perché l’ennesimo ritocco delle accise di inizio anno è solo il primo degli aumenti previsti che dovranno sopportare gli italiani.

Tra il 2014 e il 2017, infatti, sono programmati ben quattro incrementi: nell’insieme, sulle spalle degli automobilisti italiani cadranno maggiori imposte per 1,3 miliardi di euro (1,07 di maggiori accise e 237 milioni dell’Iva relativa). Dal 1° gennaio, ricordano Faib e Confesercenti, è inoltre scattato l’aumento dell’imposta di consumo sugli oli lubrificanti (da 750 a 787,81 per mille chilogrammi), solo per completare il quadro di asfissia di un settore – quello afferente all’automotive – che questa banda di ignoranti e demagoghi al governo (e all’opposizione) sta imponendo all’Italia e agli italiani. Una follia (e non è l’unica, purtroppo…)

Credit: Adnkronos