Kalashnikov sul letto di morte scrisse al Patriarca Ortodosso Kirill: pentito per stragi causate
Alexander Volkov, portavoce del Patriarca ortodosso: Progettò il fucile per difendere il suo paese, non perché i terroristi lo potessero usare in Arabia Saudita. Un riferimento a caso…
Mikhail Kalashnikov, progettista del leggendario fucile d’assalto AK-47, scrisse al capo della Chiesa ortodossa russa qualche mese prima di morire esprimendo il suo timore di essere responsabile personalmente di tutte le morti causate dall’arma.
Kalashnikov, morto a dicembre all’età di 94 anni, ad aprile scrisse una lunga commovente lettera al Patriarca Kirill, scrive oggi Izvestia, quotidiano vicino al Cremlino. “Il mio dolore spirituale è insopportabile. Continua ripresentarsi la stessa domanda senza risposta: il mio fucile ha tolto la vita di persone, quindi è possibile che io sia colpevole per la morte di quelle persone, anche se erano nemici?” si chiese l’anziano militare e ingegnere russo.
La lettera scritta a macchina su carta intestata di Kalashnikov, riprodotta dall’Izvestia, è firmata con mano malferma dall’uomo che si definisce “servo di Dio, progettista Mikhail Kalashnikov“.
Kalashnikov, al funerale del quale ha partecipato anche il presidente Vladimir Putin, concepì il mitragliatore, semplice e robusto, dopo aver sperimentato l’assenza di armi adeguate nell’Armata rossa durante la Seconda guerra mondiale. Ora l’AK-47 è fabbricato in tutto il mondo senza brevetto ed è diventato l’icona dei movimenti armati di rivolta, anche quelli che utilizzano bambini soldati. Kalashnikov ha scritto di essere entrato in chiesa per la prima volta a 91 anni e di essere stato battezzato in seguito.
Il portavoce del Patriarca, Alexander Volkov, ha detto all’Izvestia che il capo della Chiesa ortodossa russa ha ricevuto al lettera e risposto personalmente. “La Chiesa ha una posizione molto chiara: quando le armi servono per proteggere la madrepatria, la Chiesa sostiene sia il loro creatore sia i soldati che le usano” ha detto Volkov. “Progettò il fucile per difendere il suo paese, non perché i terroristi lo potessero usare in Arabia Saudita“.
Dopo la caduta dell’Urss la Chiesa ortodossa ha riguadagnato il suo spazio a fianco del potere politico. Quando Kalashnikov fu trattato come un eroe dalle autorità sovietiche, sarebbe stato impensabile per lui dichiararsi credente. La figlia Yelena ha detto all’Izvestia: “naturalmente non si può dire che andasse a messa o vivesse secondo i comandamenti. Occorre capire la sua generazione“.
Michail Timofeevič Kalašnikov nacque a Kur’ja il 10 novembre 1919 ed è morto a Iževsk lo scorso 23 dicembre. Ingegnere e progettista dell’era sovietica, è passato alla storia per la progettazione del più usato fucile mitragliatore d’assalto del mondo, l’AK-47, indicato in sintesi come Kalašnikov. Era Tenente Generale dell’Esercito Russo in congedo.
Credit: Izvestia, TMNews
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