Legge elettorale. La Corte Costituzionale deposita la sentenza che ha bocciato il Porcellum

La Corte Costituzionale deposita le motivazioni: le Camere sono legittime, mentre il premio di maggioranza “produce distorsione”. Due i punti del Porcellum bocciati lo scorso 4 dicembre: l’attribuzione del premio di maggioranza e le liste bloccate

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”È evidente che la decisione che si assume, di annullamento delle norme censurate, avendo modificato in parte qua la normativa che disciplina le elezioni per la Camera e per il Senato, produrrà i suoi effetti esclusivamente in occasione di una nuova consultazione elettorale, consultazione che si dovrà effettuare o secondo le regole contenute nella normativa che resta in vigore a seguito della presente decisione, ovvero secondo la nuova normativa elettorale eventualmente adottata dalle Camere”. E’ quanto si legge nelle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale che il 4 dicembre scorso ha bocciato due punti del Porcellum.

”Essa, pertanto – precisa la Consulta-, non tocca in alcun modo gli atti posti in essere in conseguenza di quanto stabilito durante il vigore delle norme annullate, compresi gli esiti delle elezioni svoltesi e gli atti adottati dal Parlamento eletto”.

”Le elezioni che si sono svolte in applicazione anche delle norme elettorali dichiarate costituzionalmente illegittime costituiscono, in definitiva, e con ogni evidenza, un fatto concluso, posto che il processo di composizione delle Camere si compie con la proclamazione degli eletti – si legge – Del pari, non sono riguardati gli atti che le Camere adotteranno prima che si svolgano nuove consultazioni elettorali”.

Il premio di maggioranza previsto dal Porcellum, scrive ancora la Consulta, ”è foriero di una eccessiva sovra-rappresentazione della lista di maggioranza relativa, in quanto consente ad una lista che abbia ottenuto un numero di voti anche relativamente esiguo di acquisire la maggioranza assoluta dei seggi”. Per questo ”si può verificare in concreto una distorsione fra voti espressi ed attribuzione di seggi” che ”assume una misura tale da comprometterne la compatibilità con il principio di eguaglianza del voto”.

Credit: Adnkronos

Un pensiero su “Legge elettorale. La Corte Costituzionale deposita la sentenza che ha bocciato il Porcellum

  • 14/01/2014 in 09:42:55
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    Allora, impariamo che il principio della continuità degli organi di stato è sovrano e resta a fondamento del sistema democratico, repubblicano e rappresentativo.
    Dimenticate la barzelletta nella quale si dice che la sovranità appartiene al popolo e la delega al parlamento attraverso leggi legittimamente, democraticamente, legalmente e costituzionalmente costruite, approvate e garantite.
    Il parlamento, quale organo dello stato (sovrano assoluto) acquista sovranità dalla continuità e non dalla delega popolare.
    Le ultimie elezioni rappresentano un fatto concluso.
    Questa conclusione legittima il parlamento così eletto oltre la legittimità costituzionale stessa della legge elettorale quale strumento di elezione.
    Si torna quindi al proporzionale puro senza alcun premio di maggioranza, il sistema elettorale dalla quale rifuggiva questo paese divenuto per ciò, ingovernabile.
    La corte costituzionale italiana ha impiegato il tempo incredibile di anni 20 (venti – dal 1993 al 2013) per decidere che la legge elettorale valida e in atto fosse incostituzionale.
    Se questa legge elettorale tanto vituperate e tanto usata è stata definita come u porcellum, questa sentenza della corte che arriva co venti anni di ritardo, cosa sarà?
    Ve lo dico io cosa è:
    una porcata.
    Il tutto in linea con la porcata politico-istituzionale idagliana, non c’è che dire. Senzadubbiamente.
    Invertita e sovvertita la piramide Kelseniana: in Italia le regole si fanno al momento, al bisogno, sventolando la bandiera istituzionale e costituzionale al vento dell’interesse delle caste e delle corporazioni al potere, abusando dello stesso potere incarnato e distruggendo scientemente la credibilità, la legalità e la legittimità istituzionale di uno stato-farsa, affatto democratico e repubblicano.

    Gustavo Gesualdo

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