Libia, dipendenti chiedono rientro. Ancora nessuna richiesta riscatto

A quanto apprende l’Adnkronos, altri dipendenti dell’impresa di Crotone che si occupa di lavori stradali nel Paese africano hanno espresso la volontà di rientrare in Italia. Dopo il rapimento dei due operai edili, Francesco Scalise e Luciano Gallo, alla General World non è ancora arrivata alcuna richiesta di denaro. Il sindaco di Feroleto: “Per Gallo era il primo viaggio di lavoro”

20140119-derna-660x430

Roma – Dopo il rapimento in Libia dei due operai edili, Francesco Scalise e Luciano Gallo, alla General World non è ancora arrivata alcuna richiesta di denaro, come accade di frenquente in sequestri di questo genere.

Secondo l’Adnkronos, in queste ore gli altri dipendenti dell’impresa di Crotone – che si occupa di lavori stradali – Luciano Gallo e Francesco Scalisehanno espresso la volontà di rientrare in Italia. Sono ore di apprensione per le famiglie dei due operai edili scomparsi il 17 gennaio. Scalise di Pianopoli e Gallo di Feroleto, entrambi comuni del catanzarese, non hanno fatto ritorno in cantiere alla fine del turno di lavoro.

Sono in contatto costante con la famiglia di Luciano Gallo – ha dichiarato all’Adnkronos il sindaco di Feroleto, Pietro Fazio – sono stato a casa loro, c’è molta preoccupazione per le notizie circolate sulla stampa di un presunto rapimento da parte di un gruppo armato“. “C’è da aspettare purtroppo“, prosegue il sindaco, che riferisce anche che per Gallo si trattava del primo viaggio di lavoro in Libia.

E’ partito per la prima volta il 9 gennaio – spiega Fazio – l’ultima volta l’ho incrociato durante le feste di Natale. A quanto mi ha detto sua moglie, non sembrava preoccupato per questo viaggio. Purtroppo l’esigenza di andare in Libia a lavorare – conclude il primo cittadino – è stata dettata dalla mancanza di lavoro“.

Credit: Adnkronos