“Gli Amici della Siria” e “Ginevra 2”. Una breve sintesi del passato…

Il prossimo 22 gennaio, il gruppo “Gli Amici della Siria” si incontrerà di nuovo in Svizzera per la seconda tornata di colloqui di pace – cosiddetta Ginevra 2 – finalizzata a trovare una soluzione negoziale alla guerra (in)civile in Siria. La situazione non è facile ed è ancora foriera di grandi problemi nell’area, se un intervento di altre potenze sembra essere stato scongiurato. La fine del conflitto in Siria è fondamentale per la stabilità regionale. E “Gli Amici della Siria” lo hanno ben compreso… Sintesi degli avvenimenti in Siria, gruppo “Gli Amici della Siria” di Ginevra1. Aspettative per “Ginevra 2”. Comportamenti di Turchia, Qatar, Emirati, USA e Russia

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A Parigi, il 12 gennaio 2014 i Ministri degli Esteri de “Gli Amici della Siria” hanno concluso la riunione sollecitando le diverse e confliggenti formazioni dell’opposizione siriana a partecipare al Vertice di pace sulla Siria di Ginevra 2 prevista il prossimo 22 gennaio nonostante la presenza di rappresentanti del Presidente Bashar al Assad.

Il Capo della Coalizione Nazionale Siriana (CNS), Ahmed Jarba, ha fornito il suo consenso assicurando anche quello dell’Esercito Libero Siriano (ELS). Consenso che non include però le numerose formazioni jihadiste e qaediste che non riconoscono il CNS né l’ELS. Anzi lo combattono.

E combattono anche fra di loro – ribelli islamici e militanti dello Stato Islamico dell’Iraq e dello Sham – soprattutto ad Aleppo. Negli ultimi dieci giorni negli scontri sono rimasti uccise oltre settecento persone e al momento sembra prevalere l’ISIL che ha conquistato il sito strategico di Al Bab, porta di Aleppo.

Il giorno successivo (13 gennaio) i colloqui sono continuati soprattutto fra il Segretario di Stato statunitense John Kerry e il suo omologo russo Sergei Lavrov anche su altri temi da presentare al Vertice: possibilità di ottenere un cessate il fuoco localizzato iniziando da Aleppo; scambio di prigionieri fra le parti; apertura di corridoi umanitari; possibile presenza dell’Iran.

Per la pace in Siria.

La posizione de “Gli Amici della Siria” è quanto meno singolare.

Alla riunione di Parigi erano presenti i rappresentanti di Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Giordania, Italia, Qatar, Turchia, UK, USA e il Capo del CNS.

Il gruppo de “Gli Amici della Siria” iniziò a costituirsi nell’agosto 2011 quando a Parigi fu organizzata la riunione dell’opposizione radicale siriana e, ad Ankara, formato il Consiglio Nazionale Siriano inizialmente referente dei Fratelli Musulmani.

La restante opposizione, divisa in Comitati e su posizioni trattativiste con il regime, si riunì a Berlino nel successivo settembre e si diede un Coordinamento Nazionale guidato da Haytam Manna, che ne è tuttora il leader.

La situazione precipitò due mesi dopo: la Lega Araba, fallito il tentativo di mediazione fra le parti, sospese Damasco; la Francia fu il primo Paese della Comunità internazionale a riconoscere il CNS come legittimo interlocutore. Parigi inoltre inviò team d’intelligence nel Nord del Libano e in Turchia per contatti con il neo costituito Esercito Libero Siriano.

L’ELS riceverebbe finanziamenti da U.K. e Turchia e, con il placet di USA e Consiglio di Cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrein, E.A.U., Kuwait, Oman, Qatar), invierebbe infiltrati in Siria dalla base turca dell’Hatay.

Nel marzo 2012, nel palazzo delle Nazioni Unite di Tunisi presenti oltre settanta Paesi e con la partecipazione del CNS, Lega Araba e ONU nominarono inviato speciale per Damasco il Nobel per la pace e già Segretario generale delle Nazioni Unite, il ganeano Kofi Annan, e riconobbero il CNS come legittimo interlocutore.

Ad agosto, fallirono il cessate il fuoco e il tentativo di formare un gruppo di contatto includente l’Iran richiesti da Kofi Annan che si dimise.

Nello stesso mese a Istanbul si riunirono i settantaquattro Paesi facenti parte del neo costituito gruppo de “Gli Amici della Siria” e riconobbero il CSN prevedendo per l’ELS pagamento di stipendi, fornitura di logistica e aiuti umanitari. Nonostante lo stesso Segretario dell’ONU Ban Ki Moon riconosca la presenza di Al Qaeda in Siria e il Premier iracheno Nuri al Maliki confermi che l’Islamic State of Iraq ha inviato combattenti a Damasco.

Si avvia così la fase più critica del regime con guerra aperta a Damasco e Aleppo, una miriade di attentati di matrice qaedista e la presenza di oltre quindicimila combattenti affluiti in Siria da Libia, Arabia Saudita, Egitto, Iraq, Libano, Cecenia.

Un Centro di Comando, gestito da USA, Turchia, Arabia Saudita e Qatar presso Adana – città turca a circa 100 km dal confine siriano – doveva coordinare l’attività dei ribelli provvedendo alle esigenze logistiche.

Nel dicembre 2012 in Marocco “Gli Amici della Siria” dichiararono il CNS “unico e legittimo rappresentante del popolo siriano”. La questione della fornitura di adeguato armamento ai ribelli, già promessi da Francia e U.K., fu discusso pochi mesi dopo, nell’aprile 2013.

Durante quella riunione, pervenne un comunicato della formazione jihadista Jabhat al Nusra il cui leader Abu Mohammad al Juliani professava obbedienza ad Ayman al Zawahiri, capo di Al Qaeda. Da notare che Al Nusra è stata inserita nell’elenco delle organizzazioni terroriste dagli USA nel marzo 2013 quando Washington ha riconosciuto gli insorgenti siriani legittimi rappresentanti del popolo.

Per quanto riguarda la posizione degli ‘Amici della Siria, si rileva che nel mese di marzo 2013 la Turchia ha dispiegato missili Patriot installati dagli USA lungo il confine turco – siriano e favorisce l’infiltrazione degli insorgenti che rifornisce di logistica, finanziamenti e armi.

La Giordania continua ad addestrare con britannici e statunitensi migliaia di combattenti, siriani e stranieri, destinati a supportare gli insorti.

Il Qatar nella riunione della Lega Araba a Doha, nel marzo 2013, ha concesso agli insorti il posto spettante alla Siria e ha ottenuto dalla Lega il riconoscimento del Governo Transitorio Siriano.

Francia e U.K. hanno appoggiato la rivolta sin dall’inizio e hanno confermato le indicazioni dell’Intelligence Militare Israeliano sull’utilizzo di armi chimiche da parte dell’Esercito siriano contro civili e oppositori.

La guerra alla Siria è stata finora evitata, come noto, solo per il veto di Russia e Cina – non inseriti fra “Gli Amici della Siria” – soprattutto dopo che USA, U.K. e Francia l’avevano programmata per il settembre 2013, accusando Damasco di aver utilizzato armi chimiche nella strage di Ghouta il 21 agosto precedente. Accusando dunque la Siria – come già fatto con l’Iraq – esibendo prove poi rivelatesi false.

Solo dopo il G 20, svolto in Russia, Mosca è riuscita a riportare sulla via del dialogo “Gli Amici della Siria”… che volevano la guerra. Questi non hanno risparmiato critiche alla Russia anche in presenza della distensione storica fra Iran e USA.

Adesso “Gli Amici della Siria” – non tutti – aspettano che il Vertice di Ginevra 2 porti la pace, mentre gli insorti continuano a devastare il Paese e ad attaccare quelli contermini come Libano e Iraq con le armi ricevute da loro.

E mentre le migliaia di jihadisti affluiti in Siria combattono contro gli insorgenti in attesa di attaccare – come in Afghanistan, Iraq, Libia e Mali – quelli che le armi gliele hanno distribuite.

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