Il disegno di legge del cd “Italicum” sarà in aula dal 29 gennaio

La proposta di legge elettorale frutto dell’accordo raggiunto tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi arriverà in aula mercoledì prossimo. Grillo: è per fregare il M5S. Escluso il “salva Lega”. Percorso irto di difficoltà. Un suggerimento: cambiate il nomignolo, “Italicum” evoca tragedie oscure…

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Dopo il travagliato deposito in commissione (testo in pdf), il cosiddetto “Italicum” approderà nell’aula della Camera mercoledì 29 gennaio. Dal giorno dopo inizieranno le votazioni. Il leader del M5S: ”Non faremo mai accordi con questi”. Via ‘Salva Lega’, firma anche Ncd: nelle liste 50% di donne, no a candidature multiple e apparentamenti

Roma – Dopo il travagliato deposito del testo in Commissione Affari costituzionali, avvenuto mercoledì sera, la riforma sulla legge elettorale approderà nell’aula della Camera il prossimo 29 gennaio. Secondo il calendario stabilito dalla Conferenza dei capigruppo, nel pomeriggio di mercoledì venturo l’aula di Montecitorio avvierà la discussione sul cosiddetto “Italicum”, mentre le votazioni avranno inizio il giorno successivo, giovedì 30 gennaio.

Sul punto si è espresso Beppe Grillo, durante l’incontro con la stampa estera di questa mattina a Roma. “Noi non facciamo accordi con questi perché non si devono fare. Siamo stati eletti per mandarli tutti a casa, o vinciamo noi o ce ne andiamo noi”, ha affermato il leader (extraparlamentare) del Movimento 5 Stelle, secondo il quale la “storia dei partitini, delle coalizioni, è preistoria, non funziona più”. “Dietro l’ebetino c’è il condannato”, ha affermato Grillo, riferendosi a Matteo Renzi e Silvio Berlusconi.

L’incontro presso l’associazione stampa estera, cui non sono stati ammessi i giornalisti, secondo quanto riferisce l’Adnkronos, è stato una ulteriore occasione per attaccare l’intesa tra PD e Forza Italia. “Renzi è andato da Berlusconi ad Arcore e il condannato gli ha dettato la linea – ha affermato – si è messo la camicina bianca ed è salito sul camper, scopiazzando il nostro programma”.

Secondo Grillo, la proposta di legge elettorale – definita “Italicum” dalla stampa parlamentare – è stata progettata con l’intento di “fare fuori il M5S, perché una legge elettorale c’era già, quella che ha determinato il parere della Consulta”. Il M5S sta procedendo alla elaborazione di una proposta di legge elettorale, secondo il metodo della democrazia partecipata via web.

Noi – ha sottolineato Grillo – abbiamo preso il 25%, poi c’è stato questo ‘colpettino di Stato’ di Napolitano che si è riunito con due persone una sera e ha fatto le larghe intese per bloccarci. Ci vedono come una anomalia. Dobbiamo avere a che fare – ha concluso sulla questione – con chi ti dice una cosa in faccia e poi ne vota un’altra”.

Il testo del disegno di legge elettorale, pur con qualche ora di ritardo, è stato depositato in Commissione Affari Costituzionali alla Camera, sottoscritto da PD, Forza Italia e anche Nuovo Centro Destra. La firma di NCD è arrivata dopo l’assicurazione che nel testo non sarà prevista la cosiddetta “clausola salva Lega”.

Il disegno di legge prevede un premio di maggioranza del 18 per cento per le liste o coalizioni che abbiano “conseguito un numero di voti validi pari almeno al 35 per cento”. Il vincitore arriverebbe in questo modo a 340 seggi alla Camera. Se nessuno arrivasse al 35% è previsto un secondo turno di ballottaggio, nel qual caso non sarebbero consentiti ulteriori apparentamenti fra liste o coalizioni di liste presentate al primo turno con le due liste o coalizioni di liste che hanno accesso al ballottaggio medesimo”. I restanti 290 seggi sarebbero assegnati con il metodo proporzionale.

Le soglie previste sono: il 12 per cento per le coalizioni con una soglia interna del 5 per cento. Per i partiti che invece si presentano da soli, invece, la soglia è dell’8 per cento. Tra le coalizioni di liste e le liste che hanno superato le soglie necessarie, si procede “al riparto dei seggi in base alla cifra elettorale nazionale di ciascuna di esse”.

Per ogni collegio plurinominale verrebbe assegnato “un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a sei, fatti salvi gli eventuali aggiustamenti in base ad esigenze derivanti dal rispetto di criteri demografici e di continuità territoriale”. Nel disegno di legge elettorale, c’è uno stop alle candidature multiple: “Nessun candidato può essere incluso in liste con il medesimo contrassegno o con diversi contrassegni in più di un collegio plurinominale”.

Quote rosa. “A pena di inammissibilità, nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50 per cento, con arrotondamento all’unità superiore, nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo genere”, recita il testo del cosiddetto “Italicum”.

Il disegno di legge non contiene la norma “Salva Lega”, ma viene salvaguardata la tutela delle liste delle minoranze linguistiche che abbiano “conseguito almeno il 20 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni della regione” il cui statuto speciale prevede una particolare tutela di tali minoranze linguistiche.

Il percorso parlamentare del progetto di legge elettorale è però irto di ostacoli fin dall’inizio. Prevista per mercoledì pomeriggio, la presentazione in Commissione Affari costituzionali è slittata fino a ieri sera. A provocare il rinvio, alcune limature al testo, in particolare una norma ‘salva Lega’, la cui esistenza però è stata smentita dal segretario del Carroccio Matteo Salvini e dalla stessa Forza Italia.

Secondo indiscrezioni circolate in ambienti parlamentari, un dispositivo che avrebbe permesso a un movimento territoriale di non essere penalizzato dalla ripartizione nazionale dei seggi. Una clausola definita per questo “salva Lega”. Tali retroscena sono stati smentiti da Francesco Paolo Sisto, deputato di Forza Italia e relatore del disegno di legge, il quale ha parlato di “notizie prive di fondamento”.

Dal Carroccio sono però giunte voci discordanti. Matteo Salvini ha negato che la Lega abbia bisogno di “aiutini”. “Avviso ai disinformatori di professione: la Lega non ha bisogno di ‘aiutini’ o leggi elettorali fatte su misura. Il consenso lo chiediamo ai cittadini, alla luce del sole, non con accordi o accordini salva Lega’”.

Toni diversi dal leader storico Umberto Bossi. “Se ci cacciano dal Parlamento, la Lega è pronta a fare una battaglia di liberazione”, ha detto ai cronisti parlamentari alla Camera, aggiungendo che lo “sbarramento va fatto su base territoriale”.

Sulla proposta di legge elettorale si è espresso Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e relatore della legge elettorale cassata dalla Consulta. Calderoli ha definito “Italicus” una “porcata2“.

Riguardo alla denominazione che si è data a questa ipotesi di legge elettorale, desidereremmo rivolgere ai gruppi parlamentari una laica preghiera: cambiate il nome di questa legge, “Italicus” evoca tragedie oscure che macchiano ancora la storia italiana.

Adnkronos/Ign

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