Siria, una fonte OPAC rivela: solo il 5% delle armi chimiche ha lasciato il Paese

L’operazione che nei prossimi giorni si svolgerà a Gioia Tauro riguarda una parte minima dell’arsenale chimico di Assad. L’intera eliminazione va conclusa entro il 30 giugno e riguarda circa 700 tonnellate di materiale. L’Opac (OPCW) oggi premerà sul regime siriano perché adempia agli obblighi sottoscritti con il protocollo Usa-Russia

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L’Aja – Meno del 5 per cento dei più pericolosi agenti chimici dell’arsenale siriano hanno già lasciato il Paese. Ne consegue che  il regime di Damasco sarà sollecitato ad accelerare il passo. Lo hanno rivelato fonti dell’OPAC (OPCW), l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, sotto la cui supervisione sta proseguendo il piano di disarmo dell’arsenale non convenzionale siriano. La fonte citata dalle agenzie di stampa ha voluto mantenere l’anonimato.

Emerge pertanto che solo due spedizioni di componenti chimiche della cosiddetta Categoria 1, per un totale di circa 16 tonnellate ciascuna, hanno lasciato il porto di Latakia nelle scorse settimane. Questo significa che meno del 5 per cento delle circa 700 tonnellate di sostanze chimiche che avrebbero dovuto lasciare la Siria entro il 31 dicembre scorso hanno lasciato il Paese, con un ritardo deciso sulla tabella di marcia dell’ambizioso progetto di disarmo.

L’Opac oggi – secondo le fonti citate dall’agenzia AGI – durante il consiglio esecutivo che si riunirà all’Aja invierà un messaggio preciso a Damasco, con cui metterà l’accento sugli impegni sottoscritti con l’accettazione del piano di disarmo russo-americano nell’estate scorsa, grazie a cui si interruppe il countdown dell’attacco anglo-franco-americano sul regime baathista di Assad, attacco che era perorato – tra l’altro – da Arabia Saudita e Qatar, primi sponsor delle brigate internazionali di matrice sunnita ispirate tuttavia ad Al Qaeda.

In base all’accordo Usa-Russia, promosso con il patrocinio dell’Onu, il vasto arsenale di armi chimiche siriane dovrebbe essere eliminato entro il 30 giugno. L’arsenale chimico siriano – per ammissione del regime – dovrebbe essere costituito da 500 tonnellate dei cosiddetti precursori (le sostanze che, se separate, sono relativamente innocue, ma diventano letali se miscelate) e circa 122 tonnellate di isopropanol.

Quasi tutti i prodotti chimici e i precursori, fatta eccezione per l’isopropanol, dovrebbero essere rimossi entro il 5 febbraio, ma la fonte dell’OPAC ha ammesso che “è quasi certo che questo termine non sarà raggiunto“.

Credit: AGI