Tribunale speciale India rinvia decisione sui Marò al 25 febbraio

In attesa che la Corte Suprema si pronunci sul ricorso dell’Italia sulla pena di morte. Mauro: dopo due anni mancano accuse. Bonino continua l’imbarazzante silenzio

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Roma – Il tribunale speciale di Nuova Delhi ha rinviato al 25 febbraio la discussione sulla richiesta della National Intelligence Agency (Nia), la polizia investigativa antiterrorismo indiana, di trasferire Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sotto la tutela dello stesso tribunale.

Secondo quanto si legge sull’Economic Times, la decisione del giudice Darmesh Sharma è legata all’attesa dell’udienza della Corte Suprema, il 3 febbraio prossimo, a seguito del ricorso italiano contro l’eventuale applicazione della Sua Act, la legge che prevede anche la pena di morte.

Dopo avere stabilito la data del rinvio, il giudice ha comunque sottolineato che procederà “in base alla legge” qualora la Nia “dovesse procedere alla formalizzazione dei capi d’imputazione“.

Non siamo affatto sorpresi dal rinvio” ha detto l’inviato speciale del governo Staffan De Mistura, commentando la notizia del rinvio, definito “auspicabile, perché riteniamo importante la risposta che dovrebbe darci il 3 febbraio la Corte Suprema alla nostra petizione del 13 gennaio“. De Mistura partirà per Delhi il primo febbraio.

La sostanza è che, dopo due anni, non ci sono ancora le accuse. Dopo due anni noi insistiamo nel dire, come è giusto, che i nostri fucilieri sono innocenti e che qualcun altro deve provare il contrario“, ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro. “Dopo due anni – ha proseguito – pensiamo ancora di più che i fucilieri debbano rientrare a casa. E nel rientrare debbono da qui poter seguire gli sviluppi di questa indagine, se e quando questa indagine produrrà risultati. Questa è la posizione del governo italiano ed è una posizione molto ferma e netta – ha evidenziato Mauro – anche con la consapevolezza di avere alle spalle un Parlamento che ha sostenuto questa missione parlamentare di indubbia importanza per la nazione intera“.

Mauro ha precisato che “l’udienza che si teneva oggi (poi rinviata, ndr) non è quella della Corte suprema ma di quella corte che deve prendere in considerazione la richiesta fatta dalla Nia che venga affidata a quel tribunale la custodia dei nostri fucilieri di Marina che oggi è in carico alla Corte suprema. Evidentemente il giudice – ha spiegato il ministro della Difesa – sapendo che la Corte suprema si deve pronunciare ha preferito rinviare i termini dell’udienza in modo da poter valutare la volontà della Corte suprema“.

Quel che però Mario Mauro non dice con sufficiente fermezza è che i due militari italiani non devono essere giudicati da un tribunale indiano, ma da una corte italiana, nella fattispecie il Tribunale di Roma, competente per territorio.

Aver adito la Corte Suprema indiana comporta specifiche conseguenze anche sotto il profilo giuridico internazionale: per esempio, aver riconosciuto in modo implicito la potestà indiana sui fatti. Del resto, dovrebbe essere la ministra degli Esteri, Emma Bonino, a occuparsi della questione con fermezza, puntualità e efficacia, qualità che Nostra Signora della Frustrazione non possiede.

Credit: Adnkronos, TMNews