Meredith, Amanda Knox attende a Seattle, Raffaele Sollecito fermato in Friuli, vicino al confine

Dopo il ribaltamento della sentenza di assoluzione, il processo si incammina di nuovo verso la Cassazione. Le difese annunciano battaglia.  A Sollecito ritirati i documenti validi per l’espatrio: ha un reticolo di supporti in Paesi con cui l’Italia non ha trattati di estradizione. Sull’estradizione di Amanda Knox diverse posizioni. Uno dei legali: “Improbabile che torni in Italia a scontare la pena, estradizione non scontata”. Alan Dershowitz, professore di diritto ad Harward: estradizione difficile da rifiutare

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Dopo il ribaltamento della sentenza di assoluzione per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, la parola passerà alla Cassazione. Ieri sera alle 22 è arrivata la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Firenze, che ha comminato 28 anni e sei mesi alla studentessa americana e 25 anni a Raffaele. Gli avvocati della difesa dei due giovani hanno però, come prevedibile, il ricorso alla Suprema Corte. Soddisfatto invece il procuratore generale di Firenze, Alessandro Crini: “È stato riconosciuto il nostro impianto accusatorio“.

Raffaele Sollecito si è visto raggiungere dalla Polizia di Firenze in un paesino tra Udine e Tarvisio, vicino al confine austriaco. Gli agenti della Squadra Mobile della questura fiorentina gli hanno notificato il divieto di espatrio e gli sono stati ritirati i documenti validi per l’espatrio (passaporto e carta di identità).

20140131-Raffaele Sollecito-660x440Improbabile, invece, che Amanda torni in Italia per scontare la pena. Secondo Sean Casey, ex procuratore, ora partner dello studio legale Kobre & Kim di New York, alla Cnn ha sottolineato che secondo la legge americana una persona non può essere giudicata due volte sulla base delle stesse accuse (principio del ne bis in idem, valido anche in Italia, ma solo al termine dell’iter processuale con il pronunciamento della Cassazione). “Amanda è stata inquisita una volta e poi è stata assolta – ha detto – in base al trattato (tra Italia e Stati Uniti, ndr), l’estradizione non dovrebbe essere scontata“.

Amanda Knox e Raffaele Sollecito erano stati condannati in primo grado e poi assolti in appello per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, uccisa il 1° novembre del 2007 a Perugia. Successivamente la Cassazione, adita dalla pubblica accusa, aveva annullato la sentenza di appello con rinvio a un altro tribunale. Un atto giudiziario impossibile negli Stati Uniti, dove il ricorso all’appello o alla corte Suprema – in quest’ultimo caso solo per evenienze eccezionali – è concesso solo all’imputato, che in caso di assoluzione non può più essere inquisito per lo stesso reato e la pubblica accusa non può mai ricorrere in appello contro l’assoluzione.

Di differente avviso Alan Dersowitz, professore di diritto ad Harward, secondo il quale gli Stati Uniti hanno Meredith Kercher retrial pochi argomenti per opporsi a un’eventuale richiesta di estradizione italiana per Amanda Knox. “Se questa decisione sarà confermata (dalla Cassazione, ndr), penso che sarà estradata in Italia“, ha affermato.

Il sistema giudiziario italiano, anche se non lo amo molto, è un sistema legittimo. Noi abbiamo un trattato (di estradizione, ndr) con l’Italia e non vedo come ci si possa sottrarre“, ha aggiunto Dershowitz, il quale peraltro ha ricordato come “gli Stati Uniti sono il paese che estrada di più nel mondo“. Infine il professore di Harward ha anche osservato: “stiamo cercando di riportare Snowden” negli Stati Uniti. Come possiamo chiedere Snowden e rifiutarci di consegnare qualcuno condannato per omicidio?“. Una riflessione assai significativa in una prospettiva di collaborazione internazionale.

Anche Julian Ku, esperto di diritto internazionale alla Hofstra University, ritiene che Amanda Knox abbia il diritto di avviare un’azione legale contro la sua estradizione, in caso di conferma della condanna da parte della Suprema Corte, “ma le sue probabilità di successo non sono molto grandi“. Negli Stati Uniti, dopo l’eventuale richiesta di estradizione avanzata dall’Italia, toccherà al ministero della Giustizia chiedere al Dipartimento di Stato di procedere all’arresto della ragazza e di avviare le procedure di estradizione.

L’ultima parola appartiene al dipartimento di Stato“, ha commentato il professor Ku. “Può dire che il processo non si è basato su solidi criteri di giustizia“, ma in questo caso dovrebbe avere “degli elementi davvero forti per bloccare un’estradizione“, ha evidenziato, peraltro rilevando di “non avere mai avuto l’impressione che il processo fosse ingiusto“.

Come ha detto Giulia Bongiorno, difensore di Raffaele Sollecito, per i due ragazzi il processo continua. Arrivederci in Cassazione…

Credit: TMNews

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