Inps, Antonio Mastrapasqua si è dimesso dalla presidenza dell’Inps

La lettera nelle mani del ministro Giovannini. La scelta anche alla luce delle decisioni assunte venerdì dal Governo di ridisegnare la governance dell’Istituto e approvare un disegno di legge per disciplinare incompatibilità per tutte le posizioni al vertice degli enti pubblici del Paese. Letta: “Incarico presidente Istituto sarà esclusivo”

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Roma – Antonio Mastrapasqua si è dimesso dalla presidenza dell’Inps. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Enrico Giovannini, si legge in una nota, ha ricevuto questa mattina Mastrapasqua, il quale, “anche alla luce delle decisioni assunte ieri dal Consiglio dei Ministri, ha manifestato la sua volontà di rassegnare le dimissioni dall’incarico di Presidente dell’Inps“.

Il Governo, infatti, ha deciso di accelerare il processo di ridisegno della governance dell’Inps e dell’Inail e ha approvato un disegno di legge per disciplinare l’incompatibilità per tutte le posizioni di vertice degli enti pubblici nazionali, prevedendo, per quelli di particolare rilevanza, un regime di esclusività volta a prevenire situazioni di conflitto d’interesse.

Oggi “Libero” ha rivelato che l’ormai ex presidente dell’Inps avesse ricevuto una condanna per aver falsificato alcuni esami universitari, pur discutendo poi la tesi e ottenendo il titolo accademico. Cose che possono avvenire solo in Italia. Politicamente chi ne risponderà?

Va però dato atto a Enrico Letta di aver agito, seppur con un ritardo incomprensibile, a rimuovere di fatto Mastrapasqua e a imporre un nuovo corso nella nomina di dirigenti pubblici di così delicata responsabilità, affrontando manu militari un tema scottante – quello dei conflitti di interessi all’interno della pubblica amministrazione – che è un labirinto inesplorato di abusi di potere, di malversazioni, di interessi privati in atti d’ufficio, diffusi tanto al centro quanto alle periferie dell’organizzazione dello Stato.

Se questi conflitti di interesse non si decapiteranno senza riguardo alcuno, l’Italia non potrà rilanciarsi nel mercato internazionale. Il confronto con altri Stati dell’Unione Europea è impietoso, anche sotto il profilo della retribuzione, come è noto.

Credit: Adnkronos