Il rapporto sulla corruzione in Europa fa una fotografia impietosa sulla corruzione (ma non solo in Italia)

L’allarme-corruzione da Bruxelles afferma che “in Italia vale 60 mld, 4% del pil”, in tutta Europa 120

Cecilia Malmström

Nonostante la “legge anticorruzione” adottata nel novembre 2012 e “gli sforzi notevoli profusi dall’Italia” per combattere il fenomeno, la situazione italiana “rimane preoccupante”, secondo la Commissione UE, che oggi ha pubblicato il suo “Rapporto sulla corruzione in Europa” ricordando che il suo valore in Italia è stato stimato in circa 60 miliardi all’anno, pari a circa il 4% del Pil.

Per combattere la corruzione, l’Italia deve “risolvere con la massima urgenza le carenze del regime di prescrizione“, è uno dei suggerimenti contenuti nella relazione. 

Il rapporto anti-corruzione della Commissione Europea è uno ‘screening’ sullo stato dell’infrazione delle regole, per capire dove si annida un fenomeno che sottrae all’Unione Europea qualcosa come 120 miliardi di euro ogni anno.

È una novità del panorama istituzionale comunitario, perché viene pubblicato per la prima volta un documento in cui si mette nero su bianco qual è la situazione esistente in ciascuno dei ventotto paesi membri, sotto il profilo delle azioni necessarie a prevenire e contrastare la corruzione, con un’analisi complessiva che non nasconde zone d’ombra e criticità.

Lo studio è stato presentato dal commissario europeo per gli Affari Interni, Cecilia Malmström, e contiene una sezione in cui sono riassunti i principali fenomeni di corruzione nell’Ue e le principali tendenze di disonestà. Una sezione è dedicata al settore degli appalti pubblici, con i risultati di due sondaggi commissionati da Eurobarometro sulla percezione della corruzione tra i cittadini europei e tra le imprese.

L’estensione del problema è da mozzare il fiato, anche se la Svezia è uno dei paesi che pone meno problemi“, ha spiegato Malmstrom, citata dal “GöteborgsPosten“, spiegando che la corruzione erode la fiducia nella democrazia e drena risorse all’economia legale. Un fenomeno che sottrae all’erario 120 miliardi all’anno in tutta l’UE.

Secondo la commissaria per gli Affari Interni, la è più dei governi nazionali che delle istituzioni europee, perché l’Olaf (Office européen de Lutte Anti-Fraude) l’agenzia anti-frode europea, ha poche risorse e si limita a indagare sulle frodi che danneggiano il bilancio dell’Unione Europea, raccordandosi poi con i corpo nazionali di polizia fiscale e finanziaria.

Cecilia Malmström ha rilevato come in alcuni Stati dell’Unione la massima vulnerabilità si annidi nelle procedure burocratiche riguardanti gli appalti pubblici, in altri nel sistema di finanziamento dei partiti, in altri nelle strutture amministrative locali, in altri ancora nel sistema sanitario, ambiti in cui l’Italia può vantare un non invidiabile en plein.

Credit: AGI Asca, TMnews

Aggiornamento del 3 Febbraio 2014, ore 13.27 | © RIPRODUZIONE RISERVATA