Nordcorea, detenuto americano trasferito in un campo di lavoro

Il missionario Kenneth Bae è detenuto dal 2012. Era stato arrestato mentre faceva da guida a un gruppo di turisti e nell’aprile successivo era stato condannato a 15 anni di lavori forzati con l’accusa di complotto contro lo Stato

Terri Chung e a destra Kenneth Bay, durante una trasmissione della CNN
Terri Chung e a destra Kenneth Bay, durante una trasmissione della CNN

Washington – Kenneth Bae, il missionario americano detenuto in Corea del Nord dal 2012, è stato trasferito dall’ospedale dove era ricoverato in un campo di lavoro. Ne ha dato notizia il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, secondo cui l’inatteso sviluppo ha destato “profonda preoccupazione”. La notizia è stata trasmessa alla diplomazia americana dall’ambasciata svedese a Pyongyang, incaricata di seguire il caso.

Nel quadro dei rapporti ufficiali inesistenti tra USA e Corea del Nord, la Svezia rappresenta gli interessi americani nel Paese più isolato al mondo, uno degli ultimi baluardi del marxismo-leninismo forgiato a misura della famiglia Kim, di cui si possono tracciare le linee criminali.

Bae, 45 anni, ha doppia nazionalità americana e sudcoreana e fu arrestato nel novembre del 2012, mentre faceva da guida a un gruppo di turisti. Nel mese di aprile successivo fu condannato a 15 anni di lavori forzati con l’accusa di complotto contro lo Stato.

Nello scorso autunno, il missionario americano era stato ricoverato in ospedale, a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute: secondo i familiari, Bae soffre di diabete e di problemi cardiaci. Dalle informazioni ricevute dai diplomatici svedesi, che hanno potuto visitarlo, Bae è stato rimandato in un campo di lavoro il 20 gennaio scorso.

La storia di Kenneth Bae

 

La notizia è stata confermata dalla sorella, Terri Chung, che ha rivelato come il fratello abbia perso in un anno oltre 22 chilogrammi e sia costretto a lavorare nei campi per 8 ore al giorno, sei giorni la settimana, malgrado i dolori alla schiena che lo attanagliano. La famiglia ha lanciato una petizione online sul sito Free Ken Now, dove si può approfondire la conoscenza sul suo caso. 

Il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama durante un appuntamento promosso dall’associazione cristiana Fellowship Foundation ha promesso che farà di tutto per ottenere il ritorno a casa di Bae, che è “detenuto da 15 mesi: la sua famiglia lo vuole a casa e gli Stati Uniti faranno tutto il possibile” per ottenere questo risultato (il testo integrale dell’intervento è disponibile qui).

Credit: Adnkronos