Marò, Bonino domani relaziona all’Aula del Senato. NATO e UE con Italia, ONU non competente (per ora)

Mauro (Difesa) questa mattina ha attaccato il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon: ‘L’Onu non fa l’Onu’. Ma è un’incredibile cantonata, ripetuta nel pomeriggio dal presidente della Commissione Esteri del Senato, Pierferdinando Casini, che ha chiesto alla ministra degli Esteri di riferire all’Aula sullo stato della controversia, definendo “inaccettabili” le parole del portavoce di Ban Ki-moon. De Mistura richiamato dall’India per consultazioni

Ban Ki-moon, Segretario Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite

Roma – Il ministro degli Esteri Emma Bonino sarà in aula a Palazzo Madama domani alle 10, per riferire sulla posizione del governo dopo le parole del Segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon, secondo il quale la vicenda dei fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone è un affare bilaterale tra l’India e l’Italia. Lo si è appreso oggi al termine della conferenza dei capigruppo del Senato, ma è stato ribadito in Aula dal presidente della Commissione Esteri del Senato, Pierferdinando Casini, il quale ha annunciato l’intenzione della commissione di “sospendere l’esame del decreto missioni finché il Governo non venga a riferire in Aula rispetto alle affermazioni inaccettabili del segretario generale dell’Onu“. “Questo non è un problema fra Italia e India, ma un problema della comunità internazionale“, ha detto Casini, aggiungendo un “non possiamo essere lasciati soli dal segretario generale dell’Onu“, ha aggiunto.

Per consultarsi con il Governo, in vista della cruciale udienza della Corte Suprema indiana del 18 febbraio, tornerà oggi a Roma dall’India l’inviato speciale per la vicenda dei marò, Staffan de Mistura, un vincente su tutta la linea…

Spettacolare l’intervento di Mario Mauro, ministro della Difesa, che durante la trasmissione “L’Aria che tira” condotta su La7 da Myrta Merlino ha dato una lettura originale dell’ordinamento internazionale, commentando le dichiarazioni rese ieri da Martin Nesirsky, portavoce del segretario generale dell’ONU. Nesirsky aveva risposto ai giornalisti che la questione “marò” è “una questione bilaterale” tra India e Italia, in cui l’Onu non può entrare.

Al ministro Mauro questa dichiarazione non è andata giù. “L’Onu non sta facendo l’Onu“, ha detto il ministro della Difesa, rivelando che il Governo ha puntato sull’internazionalizzazione del caso, e che “il braccio di ferro, fosse anche con l’Onu, deve essere vinto perchè non si può pensare che sia una questione che riguarda solo l’Italia e l’India“, perché i due marò sono “due militari impegnati in una missione sì nazionale, ma che risponde a un’esigenza della comunità internazionale di contrastare pirateria e terrorismo“.

A sostegno della sua tesi, in apparenza assai fondata, Mauro ha ricordato che l’Italia ha 7.000 uomini impegnati in 21 nazioni e in 26 missioni internazionali diverse, cosicché la “vicenda dei marò è intrinsecamente legata con il nostro impegno internazionale“. Secondo Mauro, “l’India vuole applicare la legge antiterrorismo” per “estendere la propria competenza fuori dalle acque territoriali” e l’Italia “si oppone a tale iniziativa“, anzitutto perché “non siamo uno stato terrorista” e poi perché “contestare quelle norme è indispensabile per riconoscere il carattere internazionale del problema“. Una  riflessione che è claudicante sotto il profilo del diritto internazionale.

Oggi anche la il segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, è intervenuto sulla questione, nel corso di una conferenza stampa tenuta al Quartier Generale dell’Alleanza Atlantica a Bruxelles, riportata con grande rilievo sulla stampa indiana. “Personalmente sono molto preoccupato per la situazione dei due militari italiani – ha detto Rasmussen – sono anche preoccupato per l’ipotesi che possano essere processati per reati di terrorismo. Potrebbero esserci – ha sottolineato – delle conseguenze negative per la lotta internazionale alla pirateria. Una lotta che è nell’interesse di tutti“, ha insistito Rasmussen, che ha chiesto una “soluzione appropriata” alla vicenda. Parole non dissimili da quelle usate da Ban Ki-moon nella sostanza, anche se la forma tiene conto del fatto che la NATO è un’Alleanza politico-militare regionale, con precise regole di solidarietà difensiva, mentre l’ONU è un’organizzazione internazionale avente una prospettiva più universalista.

Più diretta la competenza di Catherine Ashton, vicepresidente della Commissione Europea nella qualità di Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune. Ieri la baronessa Ashton – membro della Camera dei Lord – aveva scritto una nota diplomatica alle autorità indiane, con cui definiva “inaccettabile” il fatto che l’Italia venga “considerata come un Paese terrorista” e ammonendo che un’incriminazione dei due militari avrebbe conseguenze sulle relazioni tra UE e India e, in primis, sui negoziati di libero scambio. Un tema che interessa gli indiani, ma che al momento è tenuto in secondo piano dai nostri interlocutori, convinti di poter vincere la partita, dopo il dominio della scena degli ultimi due anni.

Concludiamo il punto sulla situazione di questa faccenda scandalosa, citando il commento del vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, di Forza Italia, il quale – andando dietro a Casini, Bonino e Mauro, se l’è presa con le Nazioni Unite: “l’Onu conferma una volta di più la sua costosissima inutilità con il Segretario generale, una figura marginale e irrilevante nel contesto mondiale, che nega l’internazionalizzazione della vicenda del sequestro in India dei nostri marò – ha dichiarato Gasparri, aggiungendo che – Ban Ki-moon offende l’Italia relegando la vicenda a un contenzioso del nostro Paese con l’India mentre siamo di fronte all’arroganza di uno Stato-pirata nei confronti dei nostri soldati“.

Il governo, se l’Italia ne ha ancora uno – ha rilevato il vicepresidente del Senato – reagisca subito e dia all’Onu la risposta che merita. Ho posto il problema ora in commissione Difesa al Senato. Non è tollerabile l’atteggiamento dell’Onu, preda come sempre delle posizioni terzomondiste. L’India – ha osservato con puntualità – vorrebbe perfino un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza. Pretesa assurda di fronte all’atteggiamento piratesco di quel Paese. L’Onu ci offende e si conferma megafono di qualsiasi demenzialità planetaria“. 

Una dichiarazione pittoresca e non priva di elementi di riflessione significativi, ma che tuttavia prende di mira l’Onu che in questa vicenda non ha alcun ruolo, se non quello di giudice terzo, esperite quelle formalità procedurali che il Governo italiano avrebbe dovuto avviare già nell’immediatezza dei fatti e che, al contrario, ancora oggi non sono stati effettuati.

Se la ministra della Difesa scrive all’Alto Commissario per i diritti umani, perché valuti la questione dei due militari italiani, è come se di fronte a un disturbo gastrointestinale si andasse a fare il tagliando dell’autovettura. Due aspetti della vita individuale che non hanno alcuna attinenza l’un con l’altro.

Credit: Adnkronos/Ign