Il Parlamento belga ha approvato l’eutanasia per bambini malati terminali. Si apre il baratro etico…

Inefficace l’appello a ripensarci della Chiesa cattolica, della comunità ebrea e di quella musulmana. La Camera bassa ha votato sì al provvedimento già varato lo scorso dicembre dal Senato. Monsignor Sgreccia: “Sui bambini è frutto di egoismo e crudeltà”

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Roma – La Camera bassa del Parlamento belga ha approvato, con 86 voti favorevoli, 44 contrari e 12 astenuti, il provvedimento che estende l’eutanasia ai bambini malati terminali, provvedimento già stato votato lo scorso dicembre dal Senato. “Non si tratta di imporre l’eutanasia a nessuno, a nessun bambino o a nessuna famiglia, ma di consentire ai minori di poter scegliere di non essere sommersi dalla sofferenza, aveva commentato la deputata socialista Karine Lalieux prima del voto.

Qualsiasi ragione umana basta per capire che si tratta di puro e semplice egoismo unito a violenza. Qualche anno fa le vittime privilegiate erano l’embrione o il morente, oggi si vanno concentrando sui bambini. E’ una forma di crudeltà che si sta ampliando“, ha commentato la legge belga monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia accademia per la vita, all’Adnkronos.

Di fronte a questo fatto viene soltanto da interrogarsi su cosa sia mancato a questa civiltà –  si è chiesto il prelato – perché sia andata a finire così, cosa dobbiamo fare perché non capiti più – ha sottolineato – La risposta è che si possa pregare e basta, il ragionamento non fa breccia. Chiediamo in questo caso solo un miracolo”.

Secondo monsignor Sgreccia, con questa legge “si afferma un principio di utilitarismo cieco. Per persone scomode, persone che costano, la società del benessere applica quella che il Papa chiama la teoria dello scarto” – cita Sgreccia: “si scarta quello che non è perfetto. Non c’è nemmeno bisogno di scomodare Dio, il Creatore – conclude monsignor Sgreccia – Questo succede quando si dimentica che la vita nostra non è nostra ma ha un’origine che ci trascende“.

La legge belga è andata oltre a quella adottata dalla più laica Olanda, che finora aveva la legislazione più estrema, ma che comunque limita la possibilità di ricorrere all’eutanasia dai 12 anni in su. Da quando la norma è in vigore si sono registrati solo 5 casi di ricorso a tale norma nei Paesi Bassi.

In Belgio, la legge è stata approvata nonostante la strenua opposizione non solo della Chiesa cattolica, ma anche delle comunità ebraica e musulmana, forte del sostegno del 73% dei belgi a favore del provvedimento, secondo l’ultimo sondaggio demoscopico effettuato lo scorso ottobre.

La legge prevede la possibilità di ricorrere all’eutanasia per quei bambini “che versano in una condizione medica senza speranze e“, che vivono in uno stato, “di costante ed insopportabile sofferenza che non può essere alleviato e che porterebbe (il minore comunque) alla morte nel breve periodo“.

Il bambino richiedente, pero, deve essere “cosciente” e deve essere stata attestata la sua “capacità di discernimento“. Altre condizioni per l’esecutività della richiesta sono il via libera di dottori e di uno psichiatra infantile, oltre all’autorizzazione dei genitori.

La materia, di una delicatezza estrema, ha spaccato i partiti politici a tre mesi dalle elezioni europee. Da una parte i Cristiano Democratici schierati contro, mentre sul fronte opposto, schierati per il sì, Socialisti, Liberali e Verdi.

I capigruppo in Parlamento, anche quello della maggioranza cristiano democratica, hanno però lasciato libertà di voto ai singoli parlamentari, essendo una materia in cui la disciplina di partito non poteva essere invocata.

Nel 2012 in Belgio sono state attivate 1.432 pratiche di eutanasia (il 2% di tutti i decessi), con un aumento del 25 per cento rispetto all’anno prima.

Credit: Adnkronos Salute, AGI