Le mogli dei marò a Sanremo: ‘è un’ingiustizia, tornino a casa’

Il Comune invita le signore al Festival, ma non saranno in sala: “non siamo dell’umore giusto”. Richiesta al Governo: trattenete l’ambasciatore fino al rilascio di Massimiliano e Salvatore

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Sanremo – Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due militari italiani trattenuti in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori, devono tornare subito in Italia. Lo chiedono la moglie di Girone, Vania Ardito, e la compagna di Latorre, Paola Moschetti, in una conferenza stampa a Sanremo.

In occasione del Festival, che si apre stasera, il Comune ha invitato le due signore a partecipare allo spettacolo e a illustrare la loro posizione, nel giorno dell’ennesimo rinvio indiano sulla vicenda, che ha scatenato la decisione del governo italiano di richiamare l’ambasciatore a New Delhi. Le due signore hanno denunciato l’ingiustizia “che due militari italiani in missione hanno subìto da un governo con l’inganno” e chiedono che l’ambasciatore italiano non torni in India fino alla liberazione dei due fucilieri della Marina Militare. Il riferimento all’inganno è relativo alla richiesta formulata dalla Guardia Costiera del Kerala, a seguito della quale la nave “Enrica Lexie” – scortata dai marò del San Marco in funzione anti-pirateria – rientrò in porto a Kochi, per riconoscere i pirati che l’avevano attaccata qualche ora prima in alto mare. Una richiesta farlocca, che ebbe l’unico intento di rendere possibile il fermo dei due militari.

L’obiettivo della presenza delle due signore a Sanremo è di estendere l’interesse sulla vicenda a livello internazionale perché “l’ingiustizia da loro subìta domani potrebbe riguardare chiunque. Sono due militari che lavoravano per una missione internazionale contro la pirateria, svolgevano un servizio che svolgono molti soldati al mondo, l’abuso di essere trattenuti da più di 24 mesi con continui rinvii potrebbe riguardare tutti i soldati del mondo“. “L’Italia non deve essere sola – ha aggiunto la moglie di Girone – sarebbe gravissimo se venissero giudicati due militari italiani, che sono innocenti, sarebbe un precedente gravissimo“.

Le due donne non accettano l’applicazione della legge anti terrorismo, il Sua Act, ma anche che i due militari italiani siano giudicati da autorità non competenti e chiedono il rientro immediato dei loro cari. L’unica strada da percorrere, dicono, è quella dell’arbitrato internazionale.

Nonostante l’invito, la compagna di Latorre e la moglie di Girone hanno precisato che non saranno in sala per il Festival. “Non siamo dell’umore giusto per una festa della musica di tutti gli italiani“, hanno detto oggi, assicurando che i loro compagni – malgrado il protrarsi della procedura e l’assenza di una formale imputazione – sono forti della loro innocenza e sicuri che si arriverà presto alla soluzione della vicenda.

Credit: AGI, TMNews