Quel ‘pazzo’ di Grillo contro lo Stato ladro. Come l’Istituto Bruno Leoni…

…l’Adusbef e “Il Fatto Quotidiano”. Nel mirino del fondatore del M5S e del think tank liberale la trattenuta del 20 per cento sui bonifici pervenuti ai privati dall’estero, con una presunzione di evasione fiscale che fa dubitare della sanità mentale di chi ha previsto questa norma…

20140218-bonifici-dall-estero-660x363

Beppe Grillo – sempre lui, il visionario – se l’è presa oggi con lo Stato ladro. L’obiettivo è l’articolo 4, comma 2, Dl n. 167/90 modificato dalla legge 97/2013 (immaginatevi l’ex comico genovese che la recita come una litania dello schifo…) che assoggetta a ritenuta d’acconto del 20 per cento qualsiasi bonifico in arrivo dall’estero sul conto corrente di una persona fisica. L’applicazione di questa norma si trova nel provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate numero 2013/151663 e la ritenuta del 20 per cento è il frutto di una presunzione di reddito della persona fisica, con una inversione dell’onere della prova: ossia, chi riceve bonifici dall’estero che non costituiscono reddito da attività autonoma, ma hanno altra natura (esempio, restituzione di prestiti pregressi o di caparre o di depositi cauzionali), può esercitare la facoltà di segnalarlo al direttore della propria banca, con un’autocertificazione.

Chiaramente chi ha ideato la norma non deve avere tutte le rotelle democratiche funzionanti. E infatti Grillo lo dice papele-papele, direbbe il buon Lino Banfi. “Come chiamare i politici messi lì dai partiti? Incompetenti? Lobbisti? Dilettanti? Sfascisti? Sicuramente sono dei tafazzisti. Per rilanciare l’economia italiana hanno deciso che chi riceve un bonifico dall’estero avrà una decurtazione del 20% alla fonte, quindi attraverso la Banca, che girerà l’importo all’Agenzia delle entrate”-

Questa ritenuta è chiamata dal fondatore del M5S “il pizzo”, che non sarà pagato peraltro da chi svolge “attività d’impresa o di lavoro autonomo”. Il prelievo dal conto corrente sarà automatico, ma solo per la prima fase di transizione, che terminerà il 30 giugno prossimo, il fisco preleverà il 16 luglio prossimi le ritenute calcolate per i bonifici ricevuti dal 1° febbraio scorso alla fine di giugno. Successivamente, la trattenuta sarà calcolata ogni 16 del mese successivo all’effettivo accredito del bonifico sul conto corrente.

È una vergogna, sadismo fiscale”, ha dichiarato Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef, al “Il Fatto Quotidiano” annunciando che “se non ritirano questo provvedimento lo impugneremo perché è illegale e incostituzionale: se qualcuno lo impugnasse davanti a una commissione tributaria, infatti, vedrebbe sicuramente riconosciuti i propri diritti”. Lanutti, come Grillo, ha inquadrato il nocciolo di fondo, il ribaltamento della “presunzione di colpa”: perché “equivale a cacciare una persona in galera e farla uscire dal carcere se si scopre innocente”.

Una decisione imbecille, anche considerato il fatto che la situazione economica attuale rimane ancora tollerabile su larga scala per il funzionamento dell’unico agente di welfare efficiente in Italia: la famiglia. Che Grillo cita: “Un parente, ad esempio uno zio negli Stati Uniti che volesse regalare al nipote, 1.000 euro per gli studi ci penserà due volte. E se dopo gli arriva Equitalia che gli sequestra il motorino per mancata denuncia?”, si chiede Grillo tra il serio e il faceto. Insomma, afferma l’ex comico, “il cittadino onesto paga il 20% di tasse sui soldi dei parenti. Questa”, per il leader del M5S “è un’Italia da rovesciare come un calzino. Tutti a casa”.

Si dirà: quell’estremista di Beppe Grillo. Come quei rivoluzionari pericolosi dell’Istituto Bruno Leoni, che non le mandano a dire. “Bonifici dall’estero? Tutti evasori, fino a prova contraria” titola l’IBL, che come incipit non è male. Ma il seguito è ancora più corrosivo.

Il fisco italiano non è molto “garantista”, e non lo scopriamo certo oggi: le violazioni dello statuto del contribuente sono sistematiche, il ricorso a forme d’accertamento presuntivo è generalizzato, l’Agenzia delle Entrate gode di poteri sempre più ampi e i diritti di difesa nel contenzioso tributario sono, per dirla nel modo più neutro possibile, compressi. Eppure l’introduzione di una ritenuta automatica del 20% sui bonifici ricevuti dall’estero è sorprendente persino alla luce dei mediocri standard del nostro Paese”, afferma l’autore, senza infngimenti.

Introdurre una ritenuta automatica fa di tutti i contribuenti degli evasori sino a prova contraria. Una presunzione, certo, che risparmia professionisti e imprese e che rimane superabile”, come abbiamo visto con un’autocertificazione. Al direttore dell’istituto di credito. Ma si tratta – come abbiamo su evidenziato prima – “un’inversione inquisitoria dell’onere della prova a carico delle persone fisiche, con l’effetto di gravare i contribuenti di oneri amministrativi ingiustificati e, magari, di lucrare sulla distrazione di alcuni di essi”. Altro che semplificazioni burocratiche.

E tuttavia la norma è talmente folle da suscitare quesiti sulla stessa lunghezza d’onda. “Di questo passo, perché limitarsi ai bonifici dall’estero? Non sarebbe più lungimirante sottoporre a ritenuta ogni passaggio di denaro, anche quelli interni interni ai confini nazionali?”, si chiede in modo provocatorio l’IBL, che affonda l’attacco: “E allora perché non prelevare direttamente una quota del 20% dal portafogli di ogni passante?”.

L’Istituto Bruno Leoni va però oltre e spiega perché “ritenuta automatica è una misura vessatoria almeno quanto è superflua”, visto che le “attività finanziarie detenute all’estero sono già sottoposte a prelievo, sono già oggetto di dichiarazione e sono già note al fisco”, che entra nei conti correnti come fosse a casa sua.

Insomma, strana saldatura tra pericolosi sovversivi: Adusbef, Il Fatto Quotidiano, Beppe Grillo e l’Istituto Bruno Leoni. E anche noi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA