Analista intelligence US Navy: ipotesi ‘guerra lampo’ della Cina contro il Giappone

Nel corso di una conferenza a San Diego, sede della Flotta del Pacifico, il capitano della US Navy James Fannell, analista dell’ONI (Office of Naval Intelligence), ha sostenuto che l’Esercito Popolare di Liberazione avrebbe condotto esercitazioni simulando l’invasione delle Senkaku. Ma il tenente-colonnello Ralph Peters ridimensiona

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La prima portaerei cinese, la “Liaoning”, Classe Admiral Kuznetsov o Progetto 1143.5, varata nel 1988 come “Riga” e ceduta al crollo dell’URSS all’Ucraina (che la ribattezzò Variag). Ceduta infine alla Cina, che la denominò Shi Lang (83) nel 2009, una volta ultimata la ristrutturazione. L’11 Settembre 2011 è stata denominata Liaoning (16), entrando in servizio due settimane dopo.
Sarebbe di certo protagonista in una guerra nel Mar Cinese Orientale, come centro di comando e controllo delle operazioni di attacco con i velivoli imbarcati Shenyang J-15 e i Sukhoi Su-33 prodotti su licenza russa

San Diego – La Cina si preparerebbe a sferrare una “breve, violenta” azione di guerra contro il Giappone: a sostenerlo è stato un analista dell’ONI, Office of Naval Intelligence, il servizio di controspionaggio militare della US Navy, capitano di Marina James Fannell, secondo il quale l’Esercito Popolare di Liberazione avrebbe condotto esercitazioni che simulano l’invasione delle Senkaku, isole sotto sovranità giapponese che la Cina, chiamandole Diaoyu, contende a Tokyo.

Intervenendo a una conferenza a San Diego, il capitano Fannell ha spiegato che, sulla base dell’analisi e dell’osservazione dell’andamento e delle manovre di alcune esercitazioni svolte di recente, l’esercito cinese è stato incaricato “di condurre una breve, violenta” guerra per distruggere le forze giapponesi nel Mar cinese orientale, per la conquista delle Senkaku o forse anche di un’isola meridionale delle Ryukyu“.

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L’allarme lanciato da Fannell è stato però ridimensionato dal tenente-colonnello Ralph Peters, esperto di intelligence a membro del think tank conservatore Project for the New American Century. Secondo Peters la Cina avrebbe in questo momento avrebbe molto da perdere nell’attaccare o anche semplicemente “fare una provocazione contro il Giappone“.

Credit: Adnkronos, Agenzie