Marò, ad ambasciata India a Roma indirizzate lettere di minacce, insulti e pure un proiettile

Qualche idiota scambia l’Italia per un Paese paria e si crede di fare un “servizio” ai due fucilieri del Battaglione San Marco compiendo questi gesti vergognosi e lasciando lo spazio a eventuali autoprovocazioni. Calma e gesso, ma occorre isolare gli imbecilli. Le colpe del Governo italiano

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Roma – L’agenzia AGI ha dato conto giovedì 20 Febbraio della spedizione di oltre cento lettere all’ambasciata dell’India a Roma, citando il “Times of India“, in un servizio dedicato al caso dei marò dal titolo “L’Italia ricorre all’intimidazione?“.

L’Italia ora ricorre a tattiche di intimidazione nel tentativo di ottenere la liberazione dei due marines“, afferma il giornale nell’edizione online, “dopo il braccio di ferro, ora sono arrivati alle mail di odio, l’ambasciata indiana ne ha ricevute oltre cento con minacce e un pacco con un proiettile“.

No comment” dalla sede diplomatica a Roma. “Non confermiamo la notizia, non abbiamo dichiarazioni da fare“, ha spiegato all’AGI un funzionario dell’ambasciata, in un modo prevedibile.

Noi alleghiamo il servizio sottostante, trasmesso da Times Now, la rete tv della testata indiana

Sulla questione, gli inquirenti diano subito una risposta all’India, scoprendo immediatamente l’idiota mittente, che scambia l’Italia – Paese culla della civiltà giuridica – con uno Stato in cui si fa strame del diritto: interno e internazionale.

L’Italia ha una tradizione giuridica che viene – per limitarci agli ultimi due millenni – dall’Impero Romano, tradizione che non risulta per nulla offuscata dalle transitorie difficoltà del Paese e nonostante i molti problemi che attanagliano la Penisola. Ma nessuno – tranne qualche individuo fuori dalla grazia di Dio – si sognerebbe mai di farsi ragione con questi metodi da scolaretti maleducati.

Tuttavia, ammesso e non concesso (ma bisogna scoprirlo subito!!!) che qualche nostro connazionale si sia davvero distinto in negativo per intelligenza, inviando un proiettile all’ambasciata dell’India con un proposito intimidatorio, è bene che costui sappia di essere ignorante in modo imbarazzante su un Paese che è tra i più avanzati delle nuove potenze emergenti, con capacità e intelligenze che in Italia sembrano sempre più rare (e il gesto lo dimostrerebbe in modo inequivocabile).

Minacciare dei diplomatici è un atto imbecille, ma protestare è però un’altra cosa. L’India non può attendersi simpatia e affetto dall’Italia e dagli italiani, dopo aver violato a piè pari tre capisaldi del diritto internazionale: l’immunità diplomatica prevista dalla Convenzione di Vienna del 1961, l’immunità funzionale dei funzionari dello Stato in servizio prevista dal diritto internazionale consuetudinario e, infine, i principi espressi dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare del 1982 (UNCLOS, United Nations Convention on the Law of the Sea) sulla competenza giudiziaria per fatti avvenuti in acque internazionali..

A tal proposito, gli italiani che hanno a cuore la sorte di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone (tutti noi) devono però avere coscienza che la responsabilità principale del protrarsi della vicenda non è tanto delle istituzioni indiane – che, latu sensu, difendono i loro interessi, anche se infondati – quanto piuttosto del Governo italiano e, più precisamente, dell’ex capo dell’esecutivo, Mario Monti; dell’ex ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera; di Staffan De Mistura, prima vice-ministro degli Esteri, poi “Inviato Speciale per il caso Marò”; di Emma Bonino, attuale ministra degli Affari Esteri e, se vogliamo anche dell’ex presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta, per aver avallato una gestione inadeguata della vicenda, per usare un eufemismo.

Perché si dovrebbero tirare in ballo anche le accuse precise (e documentate) formulate dall’ex ministro Giulio Terzi, a seguito delle quali sarebbe stato logico attendersi l’intervento di uno dei solerti magistrati della Repubblica, per capirne di più. Al contrario, sul versante giudiziario, tutto tace, come per improvvisa emiparesi dell’obbligatorietà dell’azione penale.

Dovrebbero essere costoro – Monti, Passera, De Mistura, Bonino e Letta (Mario Mauro no: per evidente mancanza dei fondamentali di conoscenza, ma lo diciamo con cristiano rispetto per l’evidenza dei fatti) – i destinatari delle proteste e degli improperi popolari: ma non certo di minacce verbali o materiali. Dovrebbero essere costoro i destinatari di indagini penali, per le omissioni ripetute e inspiegabili di atti di ufficio precisi, obbligatori, prescritti dalle leggi e dalle consuetudini internazionali.

Se l’India può continuare a fregarsene della decenza internazionale, la colpa è del Governo italiano, non di chi strumentalizza una vicenda per ottenere benefici politici interni e internazionali, grazie all’inettitudine di chi governa gli Affari Esteri (e forse anche la Difesa) in Italia.

Quindi, calma e gesso. Semmai, chiediamo a Matteo Renzi sui social media (Facebook e Twitter) di non confermare Emma Bonino e Staffan De Mistura nell’attuale ruolo, perché esercitato male, con evidenti incongruenze, timidezze e una sicura inefficacia (idem dicasi di Lapo Pistelli: quel tweet “#VladimirLixuria is free” resterà negli annali della Farnesina…).

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Squadra che non vince si cambia, prima che sia troppo tardi.

(Credit: AGI) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Invitiamo tutti a indirizzare a Matteo Renzi su Facebook e Twitter il seguente post:

@matteorenzi, alla #Farnesina #NOEmmaBonino #NOStaffanDeMistura #maròinItalia