Massacro a Kiev, accordo su elezioni. Incertezza, ma le unità blindate lasciano ‘Piazza Indipendenza’

Yanukovich si è “arrende”: voto anticipato e governo di unità nazionale. Avviato ritorno alla Costituzione del 2004

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Roma – C’è l’accordo in Ucraina tra il presidente Vitkor Yanukovich e l’opposizione per elezioni presidenziali anticipate e per la formazione di un governo di unità nazionale, all’indomani del massacro che conta decine e decine di morti. Lo ha annunciato lo stesso Yanukovych spiegando anche che verrà ristabilita la Costituzione varata dopo la rivoluzione arancione del 2004.

Annuncio il lancio di una procedura per la tenuta di elezioni presidenziali anticipate“, ha dichiarato il presidente in un comunicato, senza precisare date. “Lancio anche il processo di ritorno alla Costituzione del 2004“, che attribuiva minori poteri al presidente in favore di governo e Parlamento, e la formazione di un “governo di unità nazionale“.

Alla svolta politica, tuttavia non è seguito uno stop deciso alle violenze. Il ministero degli Interni ucraino ha accusato i manifestanti antigovernativi di aver aperto il fuoco sulla polizia, cercando di infrangere le barriere che proteggono il Parlamento; gli scontri a fuoco sarebbero ancora in corso.

Tuttavia negli ultimi minuti sono giunte da Kiev notizie di ritiro dei blindati della polizia da “Piazza Indipendenza”, un segnale di grande importanza per risolvere la crisi ucraina.

LA MEDIAZIONE UE

La notte nelle strade della capitale ucraina è trascorsa relativamente tranquilla, con l’attenzione centrata sul palazzo presidenziale in via Bankova, a duecento metri da Piazza dell’indipendenza macchiata di sangue, dove sono proseguite le trattative tra presidente e opposizione con la mediazione internazionale. Yanukovich si è incontrato con gli inviati dell’Unione Europea, i ministri degli esteri di Germania, Francia e Polonia. Ai negoziatori europei si è aggiunto all’ultimo momento un inviato russo, su richiesta espressa del capo di Stato ucraino.

Putin ha mandato da Mosca Vladimir Lukin, commissario per i diritti umani, 77 anni, politico liberale, navigato, ma non certo un bulldozzer come il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, la cui esperienza in crisi internazionali avrebbe avuto un altro peso. Segnale che Mosca vuole tenere un basso profilo e di fatto ha già scaricato Yanukovich.

L’ACCORDO

Governo di unità nazionale ed elezioni anticipate il più presto possibile, forse già prima dell’estate, questa è in sostanza la soluzione ipotizzata, che sarà discussa in una sessione straordinaria del parlamento, che inizierà probabilmente dopo il secondo round di oggi tra Yanukovich, opposizione e mediatori europei, tra i quali il ruolo guida è del tedesco Frank Walter Steinmeier. In attesa di vedere quale saranno i prossimi passi del presidente, ormai lasciato solo sulla nave che affonda e per cui si starebbe cercando dietro le quinte una exit strategy condivisa. Le delegazioni europee al tavolo negoziale puntano alla firma oggi di un accordo “temporaneo”. “Ci attendiamo la firma di un accordo temporaneo oggi” ha detto un’alta fonte diplomatica europea ai giornalisti.

Alla Rada gli equilibri della maggioranza si sono di fatto spostati, tra lo sfaldamento del Partito delle regioni e il riposizionamento dei deputati controllati dagli oligarchi. Anche il cerchio dei falchi sta perdendo pezzi, l’ultimo quello del vice capo di stato maggiore, il generale Yuri Dymanski, che nella notte ha rassegnato le dimissioni. La tensione nel resto del Paese ex sovietico rimane però alle stelle, con i palazzi del potere ancora occupati nelle regioni dell’ovest in nome dell’Europa. Mentre in Crimea c’è chi vorrebbe un’annessione alla Russia e il consiglio della regione autonoma si riunirà in giornata in sessione straordinaria per reagire agli eventi nella capitale: uno scenario che rischia di aprirne altri, potenzialmente drammatici per l’intera Europa.

Credit: TMNews