Falso allarme bomba per Ingroia, ma Crocetta fa il Mago Otelma: è sfida di Messina Denaro

L’allarme nei pressi dell’abitazione dell’ex pm, da pochi giorni commissario straordinario della provincia di Trapani, si è rivelato infondato, ma il presidente della Sicilia si è esercitato lo stesso nel vaticinio. Come il noto Marco Amleto Belelli, in arte Divino Otelma…

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Palermo – Oggi giornata di gran caos dalle parti dell’abitazione di Antonio Ingroia, ex (fino a reintegro via Consiglio di Stato…) magistrato titolare di importanti e spinose indagini di mafia. Un’attività che lo ha portato di certo a non farsi molti amici nella (dis)onorata società, che è la metastasi della Sicilia, l’elemento bloccante ogni sviluppo e che andrebbe estirpata senza pietà.

 

La presenza di un’automobile risultata rubata ha messo in subbuglio l’apparato di sicurezza che circonda e tutela Ingroia, commissario liquidatore di Sicilia e-Servizi, nominato qualche giorno fa commissario straordinario della provincia di Trapani.

Una nomina presidenziale – da parte di Rosario Crocetta – marcata fin dall’inizio di significati antimafia, visto che Trapani è la provincia di provenienza del ricercato numero 1 della criminalità organizzata, Matteo Messina Denaro. Noi evitiamo di scrivere “mafia” perché questo termine concede ancora – agli occhi degli stolti e degli ignoranti – una qualche aura di fascinazione per soggetti che, al contrario, sono disonorati come uomini e pure come delinquenti, che resterebbero allo stato asintotico di semplici “delinquenti abituali” senza il fianco prestato da una parte della cosiddetta società civile e dai politici corrotti e collusi.

Ciò detto, l’allarme bomba nei pressi di casa Ingroia è per fortuna rientrato – dopo aver causato anche l’evacuazione di una scuola materna privata nei pressi – con l’intervento degli artificieri, i quali hanno potuto appurare che l’auto fosse innocua e, semplicemente, rubata. La Fiat Seicento è stata poi riconsegnata alla proprietaria, che ne aveva denunziato la sottrazione qualche giorno fa, informa la stampa locale.

Guarda il video del “Corriere del Mezzogiorno”

 

Sulla circostanza è piombato come un’aquila il presidente della Sicilia, Rosario Crocetta, il quale – assunte le vesti laiche del bidottore Marco Amleto Belelli, meglio noto come Divino Otelma – non si è fatto sfuggire l’occasione per vaticinare.

Aperto il banchetto (ideale) d’ordinanza, il Mago Saro ha fatto le carte e smorfiato l’evento, dando i numeri. Da giocare al lotto? Giammai, numeri in senso figurato. Infatti il nostro presidente ha analizzato la scena del crimine (che non c’è stato) e ha valutato con celerità i fatti (altrimenti che mago sarebbe?) per giungere alla conclusione da fine criminologo: l’allarme bomba “può essere stata la risposta al fatto che l’ho nominato commissario straordinario a Trapani, dove imperversa il boss latitante Matteo Messo Denaro. Ha capito che la sfida era rivolta nei suoi confronti…“, ha sentenziato il Divino Saro.

Poi, con una acrobazia degna di Arturo Brachetti, smessi i panni del Sibillo Gelese e indossati quelli del sociologo, ha dato una testimonianza diretta: “Quando uno vive tutta la vita con questa angoscia, la paura – ha detto – capisce bene cosa prova Antonio Ingroia. Non viene più colpito come magistrato, ma per la sua nuova attività a Sicilia e-servizi, dove sta facendo un buon lavoro e adesso come commissario straordinario di Trapani“.

Tuttavia, non sfuggirà ad alcuno dei quattro nostri lettori, che non c’è stato alcun attentato, né minaccia di attentato, né allarme-bomba fondato (aggiungiamo: per fortuna elevata alla trentesima!), quindi di quali minacce parla Rosario Crocetta, nella veste (per fortuna solo metaforica: ché sarebbe uno spettacolo memorabile…) di Divino Saro?

Naturalmente meglio 1000 allarmi infondati, che uno solo acclarato, anche se sventato. Però forse più equilibrio, anche nella comunicazione, darebbe alla lotta alla criminalità organizzata maggiore robustezza e toglierebbe spazio a chi critica certe strumentalizzazioni come quella compiuta da Crocetta oggi. Purtroppo…

 

Credit: Adnkronos

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