Governo per la fiducia alla Camera. Nella replica, Renzi alla fine cita Chesterton: il meglio deve ancora venire

Pierluigi Bersani è rientrato in Parlamento: salutato da un lungo applauso – Il premier si prepara a bissare la fiducia alla Camera: ”Taglio cuneo fiscale di dieci miliardi”. L’omaggio a Bersani. Finale con citazione di Chesterton: “L’Italia deve vedere ancora la pagina più bella”. Applausi per l’arrivo a sorpresa dell’ex segretario Pd, meno quando è arrivato Enrico Letta

20140225-renzi-replica

Roma – ”Questo Paese non ha ancora visto la sua pagina più bella. Tocca a ciascuno di voi realizzarla”. Il premier Matteo Renzi chiude così il suo discorso alla Camera per la fiducia dopo quella ottenuta questa notte in Senato.

L’incipit è dedicato alle citazioni: don Milani, Enrico Berlinguer e Aldo Moro ”veri onorevoli, degni di onore”. Prima di entrare nel vivo, il premier mette l’accento sull’orgoglio dem, facendo riferimento alla presenza in aula dell’ex segretario Pd, e dando una nuova stoccata al M5S. ”Quando Bersani mi ha sconfitto alle primarie, non mi ha cacciato dal partito. E oggi è qui”.

Come già in Senato, insiste sulla responsabilità politica dell’azione di questo Governo. “C’è sempre qualcuno a cui attribuire responsabilità, a cui dare la colpa” anche per via del Porcellum, dice. “Per questo è fondamentale dire che questo governo non ha alibi. Se riusciremo a fare quanto promesso, avremo fatto il nostro dovere. Se non ci riusciremo, ho apprezzato l’intervento di Fassina, la responsabilità sarà di chi guida il govenro. Non è coraggio ma è realismo”, sottolinea il premier.

L’unica ”chance è cambiare”. A cominciare dal ”prendere qui e ora l’occasione della timida ripresa che si sta affacciando” perché l’Italia da almeno 15 anni ”ha una mancanza di crescita”, ”non cresce come il resto dell’Europa”.

Per rispondere all’esigenza di un paese che ha un tasso di disoccupazione del 12,6% bisogna ”rivoluzionare il sistema economico e normativo del paese”.

A cominciare dallo ”sblocco totale dei debiti delle pubbliche amministrazioni, che deve costituire uno choc” e dal cuneo fiscale. “La doppia cifra” del taglio del cuneo fiscale è “riferita ai miliardi e non alla percentuale”, specifica, riferendosi a quanto già detto al Senato. E di fronte ai rumori dell’aula, aggiunge: “Capisco che il taglio di 10 miliardi della pressione fiscale metta allegria…”.

Il finale è all’insegna di una frase di Chesterton: ”il mondo non finirà per mancanza di meraviglie, ma per mancanza di meraviglia”, dice.

E la ‘meraviglia’ dell’Italia, prosegue, sono “i 5 milioni di persone nel volontariato, gli imprenditori che nonostante tutto rinnovano, la qualità delle lavoratrici e dei lavoratori. L’Italia non finirà mai per mancanza di meraviglie, ma di meraviglia se noi per primi siamo rassegnati” mentre invece dobbiamo prendere “controvento il gusto di rischiare per dire che la sua pagina più bella l’Italia non l’ha ancora vista”.

20140225-bersani-camera-320x216Un’involontaria interruzione delle dichiarazioni di voto, durata solo qualche istante, si è registrata quando Pierluigi Bersani è arrivato a sorpresa alla Camera. Il rientro dopo la convalescenza è stato salutato da un applauso. Poi numerosi parlamentari che sono avvicinati all’ex segretario del Pd per fargli auguri per il rientro, tra i quali anche Angelino Alfano, con gesti particolarmente affettuosi.

”Grazie a @pbersani per essere in aula oggi”, ha twittato Renzi subito dopo l’ingresso di Bersani. ”Un gesto non scontato, per me particolarmente importante. Grazie”.

Le prime parole dell’ex segretario sono suonate come una stoccata al presidente del Consiglio, prima che prendesse la parola per la replica prima del voto di fiducia. ”Sono venuto ad abbracciare Enrico ma ancora non è qui…”, ha detto Bersani, riferendosi all’annunciato arrivo a Montecitorio dell’ex “premier” Enrico Letta, il quale poco dopo ha fatto l’ingresso nell’Aula di Montecitorio, attraversando l’emiciclo e accennando un saluto verso la presidenza della Camera e i banchi del Governo.

Letta si è subito diretto verso Pierluigi Bersani, che ha salutato con calore, suscitando l’applauso ancora una volta.

Scambio di bigliettini tra Renzi e Di Maio, il vicepresidente della Camera del M5S.

In corso la votazione di fiducia per appello nominale.

Credit: Adnkronos

Matteo Renzi, crisi di governo, incarico, accettazione, entrata in carica, fiducia, Camera dei Deputati