M5S, attivata procedura per espulsione dei senatori dissidenti. Ora deciderà il ‘popolo del web’

Dopo caos e colpi di scena, diretta streaming a singhiozzo, deciso il giudizio popolare per Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Lorenzo Battista e Fabrizio Bocchino, i quattro senatori che si erano permessi di criticare il capo supremo. Neanche Ecclestone l’ha mai fatto. Grillo, sia serio, non si prenda troppo sul serio…

Luis Alberto Orellana, uno dei quattro dissidenti scomunicati dal pontefice minimo di Genova e dei quali si invoca l'espulsione, con voto pubblico sul web (foto dal profilo Twitter di Beppe GRillo)
Luis Alberto Orellana, uno dei quattro dissidenti scomunicati dal pontefice minimo di Genova e dei quali si invoca l’espulsione, con voto pubblico sul web (foto dal profilo Twitter di Beppe GRillo)

L’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle ha deciso a favore della procedura di espulsione dei quattro senatori dissenzienti – Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Lorenzo Battista e Fabrizio Bocchinoche dovrà essere ora sottoposto al voto del popolo del M5S sulla rete.

Si è conclusa con una decisione scontata la farsa dell’assemblea dei deputati e dei senatori grillini, al termine di una giornata carica di tensioni e di problemi tecnici, che hanno viziato la trasmissione in streaming della seduta: come farà ora il popolo M5S del web a giudicare sui fatti? Il “processo” ai quattro senatori sarà messo in rete, per aiutare i giudici supremi nel loro libero convincimento?

Ai quattro senatori, in verità, è probabile che se ne aggiunga un quinto, Alessio Tacconi, il quale ha chiesto che il suo nome fosse integrato alla lista di chi deve essere espulso dal movimento. “Se dovete votare“, ha affermato durante la riunione, “considerate anche il mio nome, quindi se ci sarà un voto consideratemi nel gruppo” da espellere. Poi ha chiarito: “Chiedo non si arrivi a una votazione – ha aggiunto – su capi d’accusa che non esistono. Non è stata violata alcuna regola, se si votasse trasformeremmo questa assemblea in un tribunale che giudica su lesa maestà e reato d’opinione“, a dimostrazione che se si mantiene la lucidità si può distinguere sempre una dichiarazione vera da una farneticazione. 

La giornata è stata convulsa, perché la diretta streaming è saltata più volte, forse a causa della quantità di collegamenti. I quattro senatori peraltro avevano prima lasciato l’assemblea, poi avevano deciso di rientrare. Contrario all’espulsione anche il deputato Tommaso Currò (rischia l’espulsione pure lui, ora?), mentre il capogruppo al Senato – Maurizio Santangelo – ha accusato i “fantastici quattro” (il virgolettato è nostro, ndr) di anteporre gli interessi personali a quelli del Movimento 5 Stelle. Su quali fossero gli interessi personali, mistero.

Ricordiamo che i quattro sono stati “processati” dopo aver criticato pubblicamente il tenore e il tono usato da Grillo durante l’incontro con Matteo Renzi, in occasione delle consultazioni precedenti alla formazione del nuovo Governo che ha sostituito quello presieduto da Enrico Letta.

 

Sui social non sono mancate le critiche a Grillo su tutta questa storia di squadrismo post-moderno e nuovo-fascista (o comunista o nazista: fate voi, per noi pari sono). Dilettatevi a leggere i tweet di commento alla “sfiducia” su Orellana comunicata da Grillo su Twitter.

Invece di impegnarsi in queste pagliacciate neo-totalitarie, Grillo e i suoi adepti – pardon: parlamentari – farebbero bene a far sapere agli italiani quali sono le loro proposte per risolvere i problemi del Paese, senza ricorrere a miti fantastici o a misure irrealizzabili o che mettano in discussione la radice della politica estera e della scelte europea dell’Italia.

Neanche Bernie Ecclestone, l’unico dittatore totalitario ancora al potere nel mondo (dopo Kim Jong-un, il buontempone di Pyongyang, çsa-va-sans-dire), si sognerebbe mai di pensare un’assurdità del genere. Al massimo lascia senza un volante i piloti, defenestra un ingegnere, licenzia in tronco un consulente. Ma nella riservatezza delle relazioni commerciali della Formula 1.

Sarebbe un paradosso se un ex (forse) comico facesse ridere non tanto per le battute fulminanti di cui è ancora capace, ma perché si prende sul serio. Suvvia, Mr Grillo, un po’ di leggerezza democratica, che a crederci poi magari si fanno sfracelli…come insegnano alcuni illustri esempi nel XX Secolo. Sia serio e non si prenda troppo sul serio e, soprattutto, ci dica: lei vuole la rivoluzione con morti per le strade, in “modalità Kiev”, o intende contribuire seriamente a rimettere in piedi questo fottutissimo, quanto meraviglioso, Paese?

Ultimo aggiornamento 26 Febbraio 2014, ore 2.36 | © RIPRODUZIONE RISERVATA