Paga e…Tasi! La CGIA di Mestre accusa la nuova tassa: costerà almeno un miliardo alle imprese

Giuseppe Bortolussi, segretario generale: la crisi spingerà i sindaci ad applicare un’aliquota più elevata di quella di base sugli immobili strumentali

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Venezia – La Tasi, il nuovo tributo sui servizi indivisibili, costerà alle imprese italiane almeno un miliardo di euro. A ipotizzarlo è la Cgia di Mestre, secondo cui l’importo, che e’ stato calcolato applicando l’aliquota base dell’1 per mille, potrebbe essere addirittura sottostimato.

Alla luce delle difficoltà finanziarie in cui versano moltissime Amministrazioni comunali – dichiara il segretario dell’associazione Giuseppe Bortolussi – questa situazione costringerà molti Sindaci ad applicare un’aliquota sugli immobili strumentali ben superiore a quella base. Di conseguenza, il prelievo che graverà sugli oltre quattro milioni e quattrocentomila unita’ immobiliari ad uso produttivo sarà’ sicuramente superiore al miliardo di euro inizialmente stimato dal nostro ufficio studi“. 

Una seconda ipotesi, elaborata utilizzando un’aliquota pari al 2,07 per mille (ottenuta sottraendo all’importo massimo stabilito per abitazioni diverse dalla principale e per beni strumentali di Imu piu’ Tasi, pari all’11,4 per mille, l’aliquota media applicata nel 2012 sugli immobili destinati a uso produttivo, pari al 9,33 per mille), “l’aumento potrebbe superare addirittura i due miliardi di euro“.

E’ chiaro che ci troviamo di fronte ad un caso limite puramente teorico, tuttavia di una cosa siamo certi: il prelievo della Tasi su negozi, uffici e capannoni superera’ il miliardo di euro“, sottolinea Bortolussi, ricordando comunque che la tassa assorbirà la maggiorazione Tares pagata nel 2013 (vale a dire lo 0,30 euro al metro quadrato). “E’ indispensabile che il governo Renzi prenda atto di questa situazione – prosegue Bortolussi – e intervenga subito per modificare gli effetti della Tasi sulle attivita’ produttive. Promettere la riduzione dell’Irap, il pagamento di tutti i debiti accumulati in questi anni dalla Pubblica amministrazione e l’istituzione di un fondo di garanzia per agevolare l’accesso al credito delle Pmi, va benissimo.

Approvare nel primo Consiglio dei Ministri un decreto che aggrava ulteriormente il carico fiscale sulle aziende, non va assolutamente bene. Con la Tasi all’uno per mille – conclude Bortolussi – l’aggravio sugli immobili accatastati con la lettera D, vale a dire i capannoni, sarà di 649 milioni di euro. Una cifra imponente che rischia di mettere in ginocchio molte attività, soprattutto quelle di piccola dimensione“.

Credit: AGI