Servizi: ‘la minaccia di terrorismo anarco-insurrezionalista è presente e insidiosa’. Attenzione al jihadismo di ritorno

Allarme del Dis in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2014 della Scuola di formazione del sistema per la sicurezza della Repubblica: “L’esperienza del recente passato non consente di ritenere superata la pericolosità del fenomeno brigatista”. E segnala che “il protrarsi della crisi può favorire i gruppi oltranzisti”. Possibili rischi per l’Italia da reduci del jihad

Roma – Sul versante interno, “la minaccia terroristica di matrice anarco-insurrezionalista è, al momento, la più presente e insidiosa, per l’ampiezza sia della gamma dei potenziali obiettivi sia dei collegamenti internazionali, teoricamente in grado di agire da moltiplicatori del rischio“. Questa la speciale attenzione che segnala il Dis (Dipartimento informazioni per la sicurezza), in un punto situazione elaborato in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2014 della Scuola di formazione del sistema per la sicurezza della Repubblica, che si è tenuto questa mattina all’Aisi.

L’analisi del Comparto intelligence sottolinea inoltre come l’esperienza del recente passato “non consente di ritenere superata la pericolosità del fenomeno brigatista“. “Ristretti circuiti dell’estremismo marxista-leninista – segnala il Dis – manifestano propositi riaggregativi, che sono comunque da ritenersi ‘tarati’ su un orizzonte di medio-lungo termine“.

Sono all’attenzione del Dis, diretto dall’ambasciatore Giampiero Massolo, “le potenziali ricadute della congiuntura recessiva in termini di conflittualità sociale, dato l’interesse dell’estremismo antagonista a strumentalizzare il disagio per innalzare il livello di scontro con le istituzioni“.

Il rischio – segnala inoltre il punto situazione del Dis – è che il protrarsi della crisi, specie sul piano occupazionale, possa accentuare la carica attrattiva di compagini oltranziste, favorire forme di ‘auto-organizzazione’, e dare spazio ad iniziative di contestazione anche eclatanti“.

Anche la destra radicale “tenta di intercettare istanze del disagio sociale e pulsioni ribelliste, non disdegnando messaggi di strisciante xenofobia e acceso anti-europeismo“. Si tratta di “minoritarie, ma non meno insidiose frange oltranziste connotate da un’impronta marcatamente razzista e anti-sistema“.

Sul fronte del terrorismo internazionale, “elementi di rischio potrebbero derivare dal possibile ridispiegamento nel nostro Paese di reduci provenienti dai teatri di jihad, potenzialmente intenzionati ad impiantare filiere radicali o a condurre progetti di attacchi di Europa“.

La minaccia terroristica di matrice jihadista in territorio nazionale resta collegata – evidenzia l’analisi degli analisti di intelligence italiani – nella sua dimensione ‘domestica’ al cosiddetto jihad individuale, per l’eventualità di un’autonoma attivazione, specie sulla spinta della propaganda qaidista on line, di elementi isolati o microgruppi motivati a colpire la società occidentale ‘dall’interno’“.

Con riguardo agli sviluppi d’area, segnalano ancora gli analisti del Dis,sono alla primaria attenzione le realtà della sponda meridionale del Mediterraneo, soprattutto dove persistono squilibri macroeconomici, segmentazione politica e fragilità istituzionali”. Corollario delle instabilità africane è il deterioramento delle condizioni di sicurezza, che ha favorito l’attivismo criminale e la mobilità di armi ed estremisti nel quadrante, del Sahel all’Africa subsahariana”.

Per la sicurezza italiana sono importanti anche le evoluzioni della situazione in Medio Oriente: dalla crisi siriana, ”per le dirette ripercussioni sui Paesi vicini e per i connessi rischi di ‘reducismo’ in direzione dell’Europa, al dossier nucleare iraniano, in relazione al quale si rivelerà cruciale il monitoraggio dell’attuazione da parte di Teheran degli impegni assunti a Ginevra”.

Di ”specifico rilievo” anche lo scenario afghano, ”ancora caratterizzato, a meno di un anno dal previsto ritiro del contingente internazionale, da lacerazioni interne, da incognite politico-istituzionali e dal sostenuto attivismo delle formazioni insorgenti”.

Credit: Adnkronos