Ucraina: escalation con Mosca. Kiev, ‘non cederemo la Crimea’

Lavrov a Ginevra: le truppe rimarranno in Crimea per difendere i diritti fondamentali e le libertà” dei “fratelli russi” residenti in Ucraina. Kiev denuncia la violazione dello spazio aereo la scorsa notte

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Roma – La Russia promette di rimanere in Crimea fino a quando i diritti della minoranza russa saranno rispettati; e il neo-primo ministro della Repubblica ex sovietica, Arseniy Yatsenyuk, replica che non cederà la Crimea a nessuno. Si alza la tensione per la crisi in Ucraina, mentre i mercati piombano in rosso. Il rublo ha toccato un nuovo minimo storico contro il dollaro, mentre l’indice Micex della borsa di Mosca ha perso oltre il 9% in apertura delle contrattazioni.

L’Ucraina ha accusato la Russia di continuare a riversare truppe e aerei militari in Crimea. Mentre la diplomazia cerca di trovare una via d’uscita a quella che è la peggiore crisi tra Mosca e l’Occidente dai tempi della guerra fredda. In una riunione straordinaria a Bruxelles, i ministri degli Esteri dell’Ue cercano di fare in modo che la Russia metta fine all’escalation e ritiri le sue truppe.

La titolare della Farnesina, Federica Mogherini, si è augurata “una soluzione politica e diplomatica” della crisi. Ma ignorando la condanna dell’Occidente per la violazione della sovranità dell’Ucraina, la Russia ha ormai de facto il controllo militare della regione, una penisola strategica del Mar Nero con una maggioranza di popolazione russa.

Serghei Lavrov a Ginevra, dinanzi all’Onu, ha detto che le truppe vi rimarranno per tutelare “i diritti fondamentali e le libertà” dei “fratelli russi” residenti in Ucraina. Lavrov ha incontrato a colazione il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ma intanto ha già detto che proprio chi minaccia sanzioni e boicottaggi ha fatto naufragare il dialogo. Lavrov è a Ginevra per colloqui con il segretario dell’Onu e con il diplomatico algerino Lakhdar Brahimi, probabilmente sull’evoluzione della situazione in Siria.

La Crimea intanto, anche se non è stato sparato neanche un colpo, è sotto il controllo russo. Due basi militari ucraine sono circondate e installazioni-chiave come aeroporti sono occupate e serpeggia il timore che la crisi possa allargarsi a Est. Le guardie di frontiera ucraine hanno segnalato un ammassarsi di veicoli corazzati sul lato russo dello stretto di Kerch, il sottile canale che divide la Crimea dal territorio russo.

Kiev ha denunciato che nella notte aerei da combattimento russi hanno violato in due occasioni lo spazio aereo ucraino sopra il Mar Nero; e che le navi russe delle flotte del Mar Baltico e del Nord si sono unite a quelle della flotta del mar Nero nel porto di Sebastopoli. Secondo un portavoce del governo filo-russo della penisola, è passata sotto il comando diretto delle autorità ribelli anche la base aerea numero 204 di Belbek, alle porte di Sebastopoli, la principale della Crimea. Il portavoce ha aggiunto che sono ormai circa seimila i militari schieratisi con la Repubblica autonoma.

Credit: AGI