Ucraina, ultimatum russo a Kiev. Merkel a Obama: ‘Putin fuori da realtà’

Alexander Vitko, Comandante della flotta ucraina presente nel porto di Sebastopoli, secondo l’Interfax avrebbe ricevuto un ultimatum: resa entro le 4 di domattina, le 3 in Italia. Yulia Tymoshenko: violato il “Memorandum di Budapest”, così Putin dichiara guerra a Stati Uniti e Gran Bretagna

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La flotta russa del Mar Nero che presidia il porto di Sebastopoli ha dato un ultimatum alle forze ucraine in Crimea, intimando loro di arrendersi entro le 4 di domani mattina. Lo ha riferito l’agenzia Interfax citando fonti del ministero della Difesa ucraino. Secondo le fonti di Kiev, l’ultimatum sarebbe stato dato al comandante della flotta, Alexander Vitko. “Se non si arrenderanno, sarà sferrato un reale attacco contro le unità e le divisioni delle forze armate in Crimea“, scrive l’Interfax. Ma la notizia non trova ancora la conferma ufficiale del ministero della Difesa ucraino, mentre la flotta del Mar Nero non ha rilasciato commenti.

Il presidente russo, Vladimir Putin, “ha perso il senso della realtà. Lo avrebbe affermato la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, nel corso di una telefonata con il presidente americano, Barack Obama.

La diplomazia “è l’unica strada sensata per superare la crisi in Ucraina“, ha spiegato il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, riferendo della conversazione tra Merkel e Obama, durante la quale è stato posto l’accento sulla “grande differenza di opinioni” tra Putin e il resto della comunità internazionale sulla situazione nell’ex repubblica sovietica.

Il portavoce del governo di Berlino ha spiegato che la proposta avanzata dalla Merkel al presidente russo di creare un “gruppo di contatto”, su mandato dell’Osce, è stata “presa in considerazione” da Putin come una possibile soluzione politica della crisi.

Secondo l’ex premier Yulia Tymoshenko, “occupando la Crimea” la Russia non ha “dichiarato guerra” soltanto all’Ucraina, ma anche a Usa e Gran Bretagna. L’eroina della Rivoluzione Arancione, scarcerata appena dieci giorni fa dopo tre anni di detenzione, ha ricordato infatti come Washington e Londra abbiano sottoscritto insieme a Mosca, il 5 dicembre 1994, il cosiddetto Memorandum di Budapest, un accordo a garanzia dell’integrità territoriale ucraina in cambio della sua rinuncia agli armamenti nucleari.

Vladimir Putin“, afferma Tymoshenko in un video-messaggio postato sul proprio sito personale on-line, “è perfettamente consapevole del fatto che, dichiarando guerra a noi, la dichiara altresì ai garanti della nostra sicurezza, Stati Uniti e Regno Unito“. D’altronde “l’aggressione russa“, ha rincarato la dose, non sarebbe mai stata possibile se Kiev fosse già stata parte integrante della Nato, il processo di adesione alla quale lei stessa aveva intrapreso nel 2008, quando guidava il governo di Kiev, ma che due anni dopo sarebbe stato interrotto dal filo-russo Viktor Yanukovich, divenuto nel frattempo presidente.

Il Memorandum di Budapest impone ai firmatari il pieno rispetto dei confini della Repubblica ex sovietica quali erano all’epoca, vieta il ricorso alla forza se non per auto-difesa o in base alla Carta Onu, e richiede consultazioni ogniqualvolta in cui si rendano necessarie.

Credit: AGI