La Crimea proclama la secessione dall’Ucraina. Usa e Ue: ‘è illegale’. Sanzioni

Tensione alle stelle in Ucraina. La secessione della Crimea in questi termini sarebbe un precedente gravissimo e aprirebbe instabilità in tutto il mondo

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Kiev – La leadership filo-russa in Crimea ha accelerato per staccarsi dall’Ucraina e confluire nella Federazione russa, con una mozione parlamentare e la convocazione di un referendum sulla secessione per il 16 marzo, decisione subito bollata come “illegale” da Usa e Ue, mentre Kiev ha subito avvertito che si tratta di un passo “incostituzionale“. Gli Usa hanno annunciato sanzioni contro esponenti russi e ucraini mentre da Bruxelles, dove ieri si è riunito un summit straordinario dei leader dei 28, si è deciso di accelerare per l’accordo di associazione di Kiev all’Unione.

Il premier ucraino Arseniy Yatseniuk ha comunicato ai leader Ue di essere “determinato a firmare al più presto l’intesa, dicendosi anche grato per gli 11 miliardi di aiuti europei“. In una situazione di completa tensione la giornata si è svolta nell’emergenza: da una parte il presidente russo, Vladimir Putin è stato subito informato della richiesta della Crimea e ne ha discusso in una riunione del Consiglio di sicurezza russo. D’altro canto la giustizia ucraina che ha risposto con due mandati d’arresto per il premier e per il presidente del parlamentino della Crimea, i filo-russi Serghei Aksionov e Vladimir Kostantivov. In precedenza era stato arrestato il filo-russo Donbass Pavel Gubarev, autoproclamatosi governatore di Donetsk.

Gli Usa hanno bloccato le emissioni di visti di ingresso e il congelamento dei beni per una serie di personalità russe e ucrainepiù direttamente coinvolte nella destabilizzazione dell’Ucraina e della Crimea“. Per quanto riguarda Bruxelles, il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha avvertito che un’eventuale annessione della Crimea minerebbe la certezza delle frontiere e la pace internazionale.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha avvertito che la “terza fase” delle sanzioni alla Russia avverrà comunque solo “se ci sarà un ulteriore intervento nella parte orientale dell’Ucraina, non in Crimea“. Il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, al suo esordio a Bruxelles, ha sottolineato il “lavoro significativo” fatto dall’Ue per cercare di raccogliere “il grido di dolore del popolo ucraino“.

Intanto in Crimea le autorità hanno fatto sapere di essere pronte a adottare il rublo e a nazionalizzare le proprietà dello Stato ucraino, mentre 40 osservatori dell’Osce sono stati bloccati al loro ingresso in Crimea da un gruppo di uomini armati. Un cacciatorpediniere Usa sabato sarà nel porto rumeno di Costanza, sul mare Nero, nell’ambito di un’esercitazione.

Mentre gli Usa hanno assicurato che gli Stati Uniti stanno valutando come rimuovere gli ostacoli federali all’esportazione di gas per togliere potere di ricatto alla Russia, che alimenta i consumi dell’Ucraina e di molti Paesi Ue, da Roma il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha assicurato che “non ci sono al momento e non ci saranno nel medio periodo ripercussioni” per l’approvvigionamento energetico a fronte della crisi in Ucraina, come due giorni fa aveva confermato Paolo Scaroni, Ad di Eni.

Sempre a Roma intanto sono proseguiti in serata i tentativi della diplomazia per risolvere la crisi. A margine della Conferenza internazionale sulla Libia, il segretario di Stato Usa John Kerry ha incontrato nuovamente Serghei Lavrov, ma lo stesso ministro degli Esteri russo, dopo il colloquio, ha detto che “non c’è ancora un accordo“. “In questo momento con Lavrov siamo in forte disaccordo” ha in serata confermato Kerry.

Abbiamo rapporti professionali come con tutti i ministri degli Esteri. Ci sono stati dei momenti in cui abbiamo riso. Altri in cui ci siamo trovati in forte disaccordo, e questo è uno di quei momenti“. L’Ue, ha quindi aggiunto il segretario di Stato Usa, “è un buon partner” con il quale c’è “completa e totale comunicazione e scambio di informazioni“.

Credit: AGI