Ucraina, Scaroni: ‘Per ora l’Italia non corre rischi sul gas’

Intanto prosegue il braccio di ferro tra Russia e Occidente. Ieri telefonata tra Lavrov e Kerry, durante la quale il capo della diplomazia russa ha messo in guardia l’omologo americano dall’intraprendere azioni precipitose o sanzioni nocive per i rapporti bilaterali

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Roma – Per l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, la crisi ucraina non avrà per ora conseguenze sulle forniture di gas all’Italia. In un’intervista al quotidiano “La Stampa” di Torino, l’ad di Eni guarda al dopo-Kiev e sostiene che l’Europa dovrebbe ripensare la sua politica energetica.

Prima di tutto l’Europa deve prendere atto che un continente dove l’energia costa il tripo che negli Usa ha un futuro difficile“, ha sentenziato Scaroni con una lucidità che a molti politici è sconosciuta, per poi precisare che “è necessario puntare su shale gas (gas di scisto, ndr.) e anche su nucleare“. Affermazione che non mancherà di scatenare polemiche.

Intanto, continua il braccio di ferro tra Mosca e l’Occidente: la Russia ha assunto il controllo della Crimea e minaccia di estenderlo ad altre regioni dell’Ucraina, mentre l’Occidente brandisce una minaccia ridicola, quella di nuove sanzioni verso la Russia. A Donetsk, nell’estremo est ucraino, feudo del deposto presidente Viktor Yanukovich, i filorussi hanno convocato per sabato mattina una grande manifestazione contro il governo di Kiev.

Ieri sera, nel corso di una conversazione telefonica, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha messo in guardia il segretario di Stato americano, John Kerry, contro un’azione precipitosa o l’imposizione di sanzioni potenzialmente nocive per le relazioni russo-americane.

Secondo il Pentagono attualmente sono presenti in Crimea 20.000 soldati russi, mentre le autorità ucraine indicano in oltre 30.000 uomini la quantità di truppe russe ridispiegate nella penisola sul Mar Nero.

Credit: TMNews