La Sicilia ha detto addio alle province. Crocetta: ‘Cambiamento storico’. Risparmi propagandati

La riforma approvata nella tarda serata di martedì scorso con 62 voti a favore e 14 contrari, cambia il nome delle province in “liberi consorzi”, con la nascita delle aree metropolitane. Ma di fatto lascia intatto l’ambito degli enti territoriali. Soddisfazione anche del Movimento 5 Stelle. Il presidente della Regione siciliana ha annunciato trionfalmente: “Risparmieremo 100 mln euro”

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Palermo – L’abolizione delle province “è una legge che fa la storia ed è solo l’inizio“, ha detto martedì il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, commentando l’approvazione della riforma che prevede l’abolizione delle nove province nell’isola e l’istituzione dei liberi consorzi e delle aree metropolitane. Liberi consorzi che saranno nove, come le attuali province.

È una risposta seria al desiderio del cambiamento. Abbiamo cancellato una classe politica intermedia spesso rappresentata da chi vede la politica come carriera e non come servizio – Crocetta ha detto incontrando i giornalisti a Palazzo d’Orlenas, ma aggiungendo che – c’è certamente la necessità di enti intermedi. Ma solo a patto che non facciano le stesse cose degli altri enti. Abbiamo voluto difendere l’articolo 10 che stabilisce i binari entro cui devono muoversi i nuovi enti“.

E pensare che “c’è stato anche qualcuno che voleva boicottare la riforma“, mentre “altri sono intervenuti nei due mesi di discussione in aula anche cinque o sei volte nella stessa seduta per dire le stesse identiche cose“, ha commentato il presidente della Sicilia.

Questa legge – ha proseguito ancora Crocetta, nel corso della conferenza stampa – permetterà di non avere più enti inutili che davano solo soldi alle feste patronali“, un tema su cui ha una competenza indiscutibile, maturata con copiosa passione quando era sindaco di Gela.

Ancora, Rosario Crocetta ha trionfalmente annunciato che la Sicilia risparmierà “a regime circa 100 milioni di euro, mettendo in campo una delle più grandi riforme della storia siciliana“. E a occhio e croce il risparmio potrebbe essere anche maggiore, perfino raggiungere una cifra stratosferica di 10 miliardi di euro, anche se – obiettivamente – bisognerebbe porsi un termine più lungo. Potrebbero andare bene 150 anni…

Tuttavia Crocetta ha voluto assicurare che “la legge non nasce con l’obiettivo prioriotario della spending review ma dalla volontà di dare uno spazio ai sindaci e agli enti locali. Dieci milioni li risparmieremo subito sugli organi, a regime il risparmio sarà di cento milioni di euro, è chiaro che non saranno risparmiati in poco tempo“. Così l’assessore agli enti locali Patrizia Valenti ha aggiunto prudentemente che il risparmio e il successo della legge “dipende dalla velocità di accorpamento delle strutture amministrative,  il risparmio immediato sarà proprio sugli organi“. Ossia sulle indennità dei consiglieri e del presidente della provincia.

A favore della legge di finta riforma si sono espressi 62 deputati regionali, 14 quelli contrari (Forza Italia, Lista Musumeci, Cantiere popolare) e due astenuti. Novità principale è la soppressione del voto diretto, infatti gli organismi del iberi consorzi saranno di secondo livello, cioè eletti non dal popolo ma dalle assemblee dei consorzi costituiti dai sindaci dei comuni membri del nuovo organismo.

L’idea dell’abolizione delle Province, come quella della riduzione dei costi della politica è entrata nel Palazzo assieme a noi. Prima, qui dentro e poi in ambito nazionale, certi temi erano tabù e mai avrebbero avuto diritto di cittadinanza nelle stanze del potere, dove finora si è sempre pensato alla coltivazione estensiva del proprio orticello“, hanno dichiarato i deputati siciliani del M5S.

Fare funzionare i nuovi enti è ora compito del governo che deve cominciare da subito a lavorare al disegno di legge che assegni loro le competenze,  hanno affermato i grillini. “Non aspetti, com’è suo costume, l’ultimo minuto per mettersi al lavoro e dimostri una volta tanto di avere le idee chiare sul futuro, visto che l’andamento dei lavori ha dimostrato tutt’altro e che solo alcuni nostri importanti correttivi hanno permesso che da quest’aula non uscisse un aborto – hanno aggiunto i deputati grillini – Ci riferiamo, ad esempio, al referendum per l’adesione ai liberi consorzi e alla costituzione delle città metropolitane secondo la formulazione dell’articolo 7, che non escludesse tutto il territorio circostante dagli eventuali benefici che alle città metropolitane deriveranno dalla futura programmazione europea”.

Sul tema delle Province, il Movimento tiene a sottolineare come si sia concretizzato uno storico esempio di democrazia diretta. “A decidere – hanno affermano i deputati – sono stati i cittadini, che abbiamo chiamato ad esprimersi tramite una votazione on line. Non ci pare che la vecchia politica abbia mai fatto qualcosa del genere“.

(Adnkronos/Ign)