Matteo Renzi: ‘se il Parlamento frena, 1° maggio taglio Irpef per decreto’

Il capo del Governo avverte: “fino alla prova di riforme certe il tetto del 3% non si sfora”. Ma sul decreto fa propaganda…

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Roma – “Io sono contento. È un’operazione importante. Finalmente dal 1° maggio qualcosa in questo nostro Paese cambia davvero. E se non si fa in tempo, il decreto per tagliare l’Irpef lo faccio, eccome“. Il giorno dopo aver fatto il super annuncio del piano di riduzione del cuneo fiscale del Governo, Matteo Renzi è tornato a ostentare determinazione e a mettere in guardia critici, scettici e quanti intenzionati a modificare nell’iter parlamentare tempi e contenuti dei super annunci delle slides di palazzo Chigi.

In un colloquio con il “Corriere della Sera” ha assicurato che al momento non è in discussione lo sforamento dei parametri Ue sui conti pubblici. “Se dimostreremo che sappiamo fare le riforme, allora potremo andare in Europa a chiedere di poter spendere di più. Fino ad allora il 3 per cento non si tocca“, ha detto il presidente del Consiglio.

Renzi non ha negato che la riduzione del cuneo fiscale in busta paga avrebbe voluto prevederlo già per il mese di aprile, prima delle elezioni europee – come detto in conferenza stampa – ma non è stato possibile. “È vero” e “dal punto di vista elettorale sarebbe stato un bel vantaggio, non lo nego“, ha ribadito. “Purtroppo non ci sono i tempi tecnici. Ma lo strumento legislativo non mi pare determinante. I lavoratori dipendenti aspettano da dieci anni: possono attendere ancora dieci giorni. Se poi – ha chiarito – vedrò che il Parlamento non regge il ritmo e l’approvazione del Def dovesse slittare, interverrò per decreto, pur di rispettare la scadenza del 1° maggio“.

Decreto il cui mancato varo già ieri ha alimentato più di un sospetto. “Chi dice questo – ha contrattaccato il capo del Governo – non ha capito nulla. Io mi sono impegnato a mettere entro il primo maggio dieci miliardi di euro nelle buste-paga dei dieci milioni di italiani che guadagnano meno di 25 mila euro l’anno. E lo farò. Se vediamo che i tempi slittano, non esiterò un attimo a farlo davvero, il decreto legge. Mi sono impegnato sul 1° maggio. E 1°  maggio sarà“.

Tuttavia sulla questione Matteo Renzi non dice una cosa fondamentale: ammesso e non concesso che il decreto legge venga esitato dal Consiglio dei Ministri, occorrerà trovare subito le coperture per superare il vaglio costituzionale e ottenere l’avallo del Custode del Quirinale. Altrimenti sarà fuffa allo stato puro, ancorché comunicato in modo eccelso.

(Credit: TMNews)