Trapani, donna incinta uccisa. Testimonia l’amante del marito: mi implorò, ma non l’aiutai

Agghiacciante testimonianza di Giovanna Purpura, l’ex amante di Salvatore Savalli accusato di aver ucciso a colpi di zappa la moglie incinta di nove mesi nelle campagne trapanesi il 4 luglio 2012. La straordinaria malvagità del male…

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Trapani – Colpo di scena nel processo che vede imputati Giovanna Purpura (nel riquadro) e Salvatore Savalli dell’omicidio di Maria Anastasi, moglie di Savalli, la trentanovenne uccisa al nono mese di gravidanza e bruciata nelle campagne trapanesi il 4 luglio 2012.

Dopo il rifiuto opposto nelle scorse udienze, la donna oggi ha deciso di parlare, assistita dalla sua legale, Elisa Demma, fornendo un racconto di agghiacciante crudeltà. “Maria – ha detto in udienza, facendo scendere il gelo in aula – mi prese la mano e m’implorò di aiutarla, ma io ero terrorizzata e non feci nulla. Lui la scagliò contro l’auto, la fece cadere per terra e la colpì più volte con la zappa. Poi le diede fuoco con la benzina. Lui mi diceva ‘non ti impressionare“.

L’imputata ha accusato Savalli, che non ha mai chiamato mai per nome, sostenendo di essere all’oscuro di tutto. “Ci porto’ in campagna – ha proseguito ricostruendo i momenti prima del delitto – fece scendere me e Maria dall’auto e ci ordinò di parlare. Maria mi chiese scusa per aver sospettato di una relazione tra me e suo marito, poi ci abbracciammo e mi disse che mi voleva bene“.

Poco dopo, la brutale aggressione di Savalli. “Lui aprì il cofano, prese la zappa – ha detto Purpura – Maria capì e scappò mentre lo implorava ‘no, Salvatore, c’è la bambina‘. Lui le gridava di stare zitta“.

(Credit: AGI)