Chrysler, 800 nuovi posti di lavoro in Michigan

Marchionne: “arrivati lontano grazie a lavoratori e leader locali”. Come in Italia…

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New York – Dopo avere rischiato la chiusura nel 2010, l’impianto di Chrysler che si trova a Sterling Heights (Michigan) vedrà lavorare 800 persone in più per sostenere la produzione del modello 2015 della nuova Chrysler 200.

La conferma è arrivata dal presidente e amministratore delegato di Chrysler, Sergio Marchionne, Ad di FCA,  durante un evento organizzato oggi nell’impianto nordamericano.

Accompagnato da Bob King, presidente del sindacato dell’auto United Auto Workers, Richard Notte, sindaco di Sterling Heights e altre personalità locali e dipendenti, Marchionne ha affermato che lo stabilimento è un esempio dei passi avanti fatti dalla società dal giugno 2009.

Il manager italo-canadese ha spiegato che la “rivitalizzazione dello stabilimento di Sterling Heights è un chiaro segno di quanto Chrysler è arrivata lontana grazie al coraggio e alla resistenza delle nostre persone“. Marchionne ha aggiunto che “questo stabilimento doveva chiudere alla fine del 2010, ma i lavoratori e i leader di questa comunità si sono rifiutati di accettare quel verdetto come definitivo“.

Viene in mente a tal proposito la sorte dell’insediamento di Termini Imerese, in cui le maestranze non hanno mai ricevuto il supporto degli amministratori locali per superare una situazione logistica sfavorevole che comportava un aggravio dei costi di produzione di almeno 1.000 euro a vettura. Solo quando la Fiat comunicò – dopo anni di richieste per sviluppare un sistema intermodale di trasporto che rendesse più veloce il trasferimento del prodotto – si sono levate le grida dei politicanti locali, arrivati a indirizzare verso il Gruppo di Torino minacce di rappresaglie di ogni genere.

Questo perché la Fiat avrebbe avuto un interesse a mantenere un impianto dalle maestranze specializzate e con un livello di qualità della manodopera in linea con gli standard europei, malgrado certe criticità (come l’assenteismo in occasione di eventi sportivi calcistici di particolare rilievo), che però avrebbero potuto essere superate in un clima di relazioni sindacali più proficue e orientate alla protezione del lavoro e del marchio.

Come in Michigan…

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