Australia, la Formula 1 alla prova affidabilità, col rischio di mortificare gli spettatori

Attendendo di ballare sotto la pioggia, considerazioni sul primo gran premio dell’era turbo

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Il Gran Premio d’Australia si è corso con monoposto di Formula 1 per la prima volta negli Anni ’50, ma non con validità per il campionato del mondo. L’edizione del 1956 se l’aggiudicò Stirling Moss alla guida di una Maserati 250F.

Nel calendario della Formula 1 la gara australe è entrata nel 1985, quando il GP viene corso per le strade di Adelaide, in un circuito cittadino teatro di mille battaglie e colpi di scena. Si correrà ad Adelaide fino al 1995, mentre dall’anno successivo si correrà a Melbourne, in un circuito semi-permanente ricavato all’interno dell’Albert Park.

Delle 18 edizioni corse a Melbourne, 11 sono state vinte da chi partiva in prima fila, per cui sotto il profilo statistico è importante partire in prima fila. Ma del resto, rimonte sono possibili su un circuito che dà la possibilità di superare. Nel 2003 David Coulthard vinse partendo dall’11° posto, mentre lo scorso anno Kimi Räikkönen si aggiudicò la prima gara stagionale partendo dalla settima posizione.

Tre piloti hanno debuttato ufficialmente ieri in Formula 1, per le prime prove libere “ufficiali” di un Gran Premio: Daniil Kvyat, diciannovenne russo di Roma – dove abita da qualche anno – sulla Toro Rosso-Renault, vincitore del titolo di GP3 lo scorso anno e della Formula Renault 2.0 ALPS nel 2012; lo svedese Marcus Ericsson, sulla Caterham-Renault, ex campione di Formula BMW britannica e di F3 Giapponese, ha corso in GP2 lo scorso anno. Infine sulla McLaren il danese figlio d’arte Kevin Magnussen, campione 2013 della World Series by Renault ed ex campione di Formula Ford Danimarca.

Torna in Formula 1, dopo una stagione di lontananza e di esperienza con la Ferrari nel Mondiale Endurance in GTE Pro, il giapponese Kamui Kobayashi, che sulla seconda Caterham-Renault, dopo aver guidato Toyota e Sauber. Al proprio attivo ha 60 gran premi, con 28 arrivi nella Top Ten e come miglior risultato un terzo posto colto nel GP del Giappone 2012 con la Sauber-Ferrari.

Debuttano i nuovi regolamenti tecnici, motori turbo ibridi, benzina contingentata, incubo affidabilità. Sul fronte gomme, grande sforzo della Pirelli per adattare le coperture alla coppia mostruosa generata dai motori elettrici e cercare di porre rimedio ai “guasti” verificatisi lo scorso anno. I piloti che parteciperanno alla Q3 per la pole position inizieranno la gara utilizzando le gomme usate per stabilire il proprio miglior tempo in Q2. Una regola introdotta per spingere i piloti a partecipare allo “spettacolo” della Q3 per la Pole Position e non per fare “melina” ai box, evitando di consumare gomme inutilmente ai fini del conseguimento della migliore posizione in griglia.

Carburante. Il nuovo regolamento sportivo ha introdotto per il 2014 un limite di consumo di carburante in gara, quando se ne potranno consumare al massimo 100kg, con una velocità massima di flusso di 100 kg/ora. Una sfida che strizza l’occhio al contenimento dell’inquinamento e alla retorica del risparmio energetico, ma anche un banco tecnico di eccezione per testare i carburanti che domani potrebbero essere – il condizionale è d’obbligo – usati sulle auto di serie.

Il vero pericolo è che la somma di tante novità porti a gran premi monotoni e senza spettacolo, dove ciascuno dei piloti resti concentrato a portare la monoposto in fondo alla gara, senza dare “contenuto” alla competizione vera e propria, se non negli ultimi giri.

La Formula 1 è in calo di popolarità, un fatto che dalle parti di Maranello devono aver percepito in tutta la gravità, spingendo Montezemolo a scrivere quella lettera ai tifosi propagandata come saluto ordinario, in verità messaggio a nuora (Charlie Whiting) perché suocere intendano (Ecclestone e Todt).

Fra quasi due ore l’ultimo turno di libere prima delle qualifiche, al termine delle quali potremo anche fare una prima riflessione sulle forze in campo. E tuttavia sarebbe un pessimo spettacolo se i top team, con l’intento di salvaguardare motori, cambi e gomme, e come aleggiato nelle ultime ore – non scendessero in pista nella Sessione prima della cara.

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separatore_2014L’analisi del circuito di Melbourne dal punto di vista delle gomme

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.