Il mistero dell’aereo malese: dobbiamo attenderci un altro devastante 11 Settembre? Serve una Grande Alleanza di civiltà

Scenari da incubo dopo la scomparsa del Boeing 777-200 della Malaysia Airlines. Tra i 239 passeggeri e membri dell’equipaggio ci potrebbero essere militari senza insegne di un regime terrorista in grado di impossessarsi dell’aereo e di guidarlo – fuori dalla copertura radar – in una zona sicura. Per utilizzarlo in modo non convenzionale: contro chi? Contro il mondo intero. Il fallimento della elint ai tempi della Prima Guerra Transnazionale della Storia

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Se c’è voluta una settimana di sforzi per ricercare un pezzo di rottame di un aereo dissoltosi nel nulla per confermare uno scenario incredibile, significa che il mondo è davvero alla mercé del primo pazzo organizzato. È evidente, infatti, che per impossessarsi di un aereo civile imponente come un Boeing 777-200, tecnologicamente avanzato da richiedere una preparazione tecnica altrettanto robusta, occorre avere un’organizzazione importante alle spalle. Uno Stato? Roba da Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Ma è il fallimento della elint (electronic intelligence), con buona pace dell’NSA e di Edward Snowden, vertici estremi di un sistema di sorveglianza che mostra crepe pericolosissime.

Dov’è l’aereo della Malaysia Airlines?

Chi ha “sequestrato” il Boeing 777-200?

Che fine hanno fatto i passeggeri?

Per quale finalità l’aereo è stato sottratto al controllo dei piloti?

Poche domande cui rispondere, la dimensione della paura che può colpire chiunque, non solo in viaggio.

Anzi, oggi viaggiare con un aereo di una compagnia occidentale o che parte da un aeroporto avente criteri occidentali di sicurezza è l’azione umana più sicura al mondo. Se la situazione lo permettesse, si potrebbe fare una battuta: se si vuole scoprire una malattia ignota, si faccia un viaggio aereo e ci si sottoponga ai controlli di sicurezza negli aeroporti occidentali, dove gli standard sono elevatissimi (malgrado talvolta qualche maglia slabbrata).

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Dov’è l’aereo della Malaysia Airlines?

A questa domanda non riescono (o non vogliono) rispondere le potenze mondiali che dispongono di sistemi satellitari di osservazione e spionaggio. In un posto qualunque dell’Asia si può dunque nascondere – secondo lo scenario prospettato oggi dal premier malese Najib Razak. Un fatto che deve preoccupare tutti.

Chi ha “sequestrato” il Boeing 777-200?

Il comandante del Volo MH-370, il cinquantatreenne Zaharie Hamad Shah, nel lasciare lo spazio aereo malese ha salutato il controllo aereo con una frase che oggi potrebbe assumere un significato sinistro: “Tutto bene, buona notte!”. In verità un saluto usuale nella sintassi delle comunicazioni aeree, codificate a livello internazionale, ma non per questo scevre da gentilezze umane.

La sua casa è stata perquisita, segno che le autorità malesi stanno vagliando l’ipotesi “sequestro/dirottamento” con attenzione, ancorché tardiva. Ma cosa si sa del secondo pilota, Fariq Abdul Hamid di 27 anni, con il vizietto di aprire la cabina blindata a ospiti esterni? Non sappiamo se la sua abitazione sia stata analizzata. Non sappiamo se le vite dei due piloti della Malaysia Airlines siano state scandagliate in ogni aspetto, immaginiamo di sì. Ma il confine tra ipotizzabile e realtà in questa storia incredibile è già svanito da tempo.

Alla domanda si può rispondere con un range di ipotesi che va dai terroristi islamici agli alieni, passando attraverso il pazzo individuale o sette millenariste che ogni tanto l’umanità si regala. Il dato centrale è che la scomparsa dell’aereo non è stata rivendicata da alcun movimento, gruppo, individuo. Ancor più inquietante.

Che fine hanno fatto i passeggeri?

La fine dei passeggeri, la stragrande maggioranza dei quali non deve purtroppo versare in buone condizioni di vita, è strettamente connaturata ai due quesiti precedenti. Nel caso di un incidente dalle origini sconosciute e di una successiva caduta dell’aereo, purtroppo la risposta è facile da dare.

Pensiamo a uno scenario esiziale per i due piloti (esplosione in cabina, per esempio): l’aereo avrebbe potuto continuare a viaggiare alla deriva per 7000 chilometri senza guida umana, ma con il pilota automatico inserito? Poco credibile.

L’ipotesi più devastante è quella di un sequestro di gruppo, per utilizzare i passeggeri (compresi tre bambini) per un loro utilizzo successivo o una strage successiva al raggiungimento della meta finale, in qualche parte sperduta dell’Asia.

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Per quale finalità l’aereo è stato sottratto al controllo dei piloti?

A questa domanda, la più complessa, è paradossalmente più facile rispondere o dare un ventaglio di risposte immaginabili.

Siamo alla vigilia di un altro devastante 11 Settembre? L’aereo della Malaysia Airlines non è certo stato dirottato per motivi di diporto. Chi se ne è impossessato intende utilizzarlo come arma aerea non convenzionale. Contro chi? Stati Uniti, Europa, Israele, Russia e Cina gli obiettivi che ci vengono in mente.

Se per Stati Uniti, Europa e Israele è facile immaginare il motivo, nello scenario di una Guerra Santa Globale dichiarata dal Fronte Islamico Mondiale il 23 agosto 1996: terre di infedeli. Ma il paradigma vale ancor di più per la Russia del presidente Valdimir Putin, l’unico leader mondiale (non del tutto) occidentale ad aver compreso la reale portata della minaccia islamista neo-califfale.

L’aereo sarà utilizzato – con un attacco non convenzionale – per rispondere all’annessione della Crimea? Chi si è impossessato dell’aereo ha il tempo di trasformarlo in un missile devastante da lanciare contro una città, con esplosivo convenzionale, ma in quantità mai utilizzate prima; o con esplosivo non convenzionale in uno scenario devastante di attacco nucleare “privato”: con l’occhio rivolto alla Nord Corea o ad altri “Stati canaglia”.

La Cina, infine, è oggi il centro economico mondiale, il motore di un’economia che cerca di trovare uno sbocco più stabile per il mondo complesso del XXI Secolo. Mandarla al tappeto con un attacco assoluto o impegnarla in una repressione durissima nello Xinjiang, regione popolata dagli indipendentisti islamici uiguri, significherebbe rallentare l’economica mondiale, per l’effetto domino che si produrrebbe nella domanda di materie prime proveniente dall’ex Celeste Impero. Un effetto che gli islamisti della galassia di al Qaeda ricercano perché significherebbe mettere in ginocchio il modo di vivere occidentale basato sul consumo di merci e servizi.

Uno scenario da incubo che richiede un inevitabile ricorso straordinario ai servizi di intelligence delle potenze mondiali, chiamati a trovare l’aereo ovunque si trovi con una mobilitazione senza precedenti di risorse umane, visto il clamoroso clash dei servizi di sorveglianza elettronica. Una pagina della storia dello spionaggio che delizierà nei prossimi anni gli appassionati di questo genere letterario, ma la realtà – ancora una volta – sembra surclassare la più fervida fantasia.

La fantasia dovrebbe muovere i leader mondiali: questo pianeta non sopporta più odi, guerre, morti violente, lotte di potere. Questo pianeta è alla vigilia di una propagazione culturale mondiale, anche grazie all’Information Technology: sentirsi tutti parte di un’unica dimensione umana, volerne condividere le esperienze, agire per il bene generale senza intaccare il benessere personale. Occorre una Grande Alleanza di Civiltà che leghi Stati e individui, forse l’unico modo per fare della Terra un mondo davvero migliore.

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