L’Ucraina dichiara l’invasione di forze russe, ma la Russia blocca l’Onu sulla condanna del referendum. Astensione della Cina

Nel pomeriggio di ieri il ministero degli Esteri di Kiev ha dichiarato l’incursione di forze militari della Russia nella regione di Kherson, adiacente la Crimea. L’Ucraina ha rintuzzato l’incursione. Poco dopo al Consiglio di Sicurezza dell’Onu è stata bloccata dal veto russo una risoluzione di condanna del referendum che oggi “sancirà” l’annessione della Crimea alla Russia

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New York – Il governo ucraino, tramite il ministro degli Esteri, ha dichiarato fin da ieri pomeriggio che è in corso “un’invasione militare russa” del proprio territorio e ha chiesto a Mosca di “ritirare immediatamente le truppe“. Le forze russe, secondo quanto riportato da Kiev, avrebbero occupato il villaggio di Strilkove, a sudest, nella regione di Kherson adiacente alla Crimea. Le unità militari entrate in territorio ucraino, violando frontiere e sovranità dell’Ucraina in modo illegittimo, sarebbero almeno 80, coperte da quattro elicotteri e da tre blindati

Il governo di Kiev ha pubblicato anche sul sito del ministero degli Esteri la dichiarazione di attacco, che è importante sotto il profilo del diritto internazionale, perché dalla dichiarazione di attacco dipende una serie di effetti, anzitutto quello legato al diritto di legittima difesa sancito dalla Carte delle Nazioni Unite all’articolo 51, ma vincolato a tre presupposti: la necessità della legittima difesa (non si può fare diversamente); la proporzionalità della reazione; e l’immediatezza dell’esercizio del diritto di legittima difesa. Questi tre presupposti sono in realtà limitati da una condizione: l’esercizio della legittima difesa internazionale è possibile “fintanto che il consiglio di sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale“.

Infatti nella dichiarazione pubblica, il ministro degli Esteri ad interim dell’Ucraina precisa che l’Ucraina sotto attacco “si riserva il diritto di mettere in atto tutte le misure necessarie per fermare l’invasione militare russa“.

ukraine-under-attackQualche ora prima dell’incursione a Strilkove, l’esercito ucraino aveva sostenuto di aver fermato un tentativo militare russo di ingresso nella stessa regione. “Unità delle forze armate ucraine“, aveva riferito una nota del ministero della Difesa di Kiev, “hanno respinto militari della federazione russa che cercavano di entrare nel territorio della regione di Kherson nei pressi di Arbatskaya Strelka. Le forze armate di Kiev hanno usato forze di terra e aerei da combattimento nell’operazione“.

Nelle stesse ore, a New York andava in scena alle Nazioni Unite una tipica scena da Guerra Fredda. La Russia si opponeva all’adozione di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che condannava l’indizione del referendum in Crimea di oggi.

La risoluzione, votata da 13 membri su 15 in Consiglio di Sicurezza, era così bloccata. I diplomatici occidentali hanno ottenuto come massimo risultato ottenibile al momento l’astensione della Cina, forse anche per la cooperazione in atto nel Sud Est asiatico nella ricerca del Boeing 777-200 della Malaysia Airlines, che si sospetta possa essere stato sottratto da sequestratori e che trasportava in maggioranza cittadini cinesi.

Secondo l’ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Samantha Power, con il suo veto, “la Russia si è isolata, e posta dalla parte sbagliata. Questo è – ha aggiunto l’ambasciatrice Power – un momento eccezionalmente triste. Mentre noi parliamo truppe russe si stanno ammassando attraverso la frontiera orientale ucraina“.

L’astensione cinese (che ricalca la posizione assunta nell’estate del 2008 su un documento simile sulla crisi tra Georgia e Russia) consente peraltro il mantenimento di un canale di possibile mediazione, visto che la Cina si è espressa da tempo a favore di una soluzione negoziata e contro ogni avventurismo russo.

L’ambasciatore cinese all’Onu, Liu Jieyi, ha spiegato la posizione di Pechino sostenendo che approvare una risoluzione in questo momento “avrebbe solo portato ad un ulteriore ‘conflitto’ edavrebbe ulteriormente complicato la situazione“. Liu ha quindi ribadito l’impegno della Cina a favore di un meccanismo internazionale di coordinamento per mediare e trovare il prima possibile una soluzione alla crisi, e ha auspicato tutte le parti ad astenersi da ulteriori escalation e le organizzazioni internazionali finanziarie a contribuire a stabilizzare l’Ucraina.

Il testo della bozza non chiedeva esplicitamente il ritiro delle truppe russe dalla Crimea, dove Mosca ha molte basi militari, ma si limitava a stabilire che il referendum di domani sulla secessione della penisola, “non ha alcuna validità e non avrebbe potuto rappresentare la base per qualsivolglia modifica a dello status della Crimea“. Una formula indiretta per chiedere alla Russia di non annettersi la penisola donata da Nikita Kruschev nel 1954 all’Ucraina.

(Credit: AGI)

Un pensiero su “L’Ucraina dichiara l’invasione di forze russe, ma la Russia blocca l’Onu sulla condanna del referendum. Astensione della Cina

  • 16/03/2014 in 04:20:01
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    Della serie si stava meglio quando si stava peggio dopo la guerra fredda i media il web hanno perseguito la procacciagione di voti (comoda e redditizia stile USA) è ora di inziare a “tradurre” gli obiettivi nelle DUE volontà politiche e magari prendersi qualche responsabilità di quello che è già successo (bando alla pigrizia).

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