Boeing 777 Malaysia Airlines scomparso. Fonti di intelligence Usa: dirottato per un nuovo 11 Settembre

Michael McCaul, presidente della Commissione Sicurezza Interna della Camera dei Rappresentanti ha rilanciato uno scenario da incubo da noi prospettato su queste colonne due giorni fa. Ipotesi rilanciata da Fox News e Indipendent. Intelligence di mezzo mondo mobilitate, tanto da fare apparire Ian Fleming un autore di fumetti…

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Washington – L’intelligence americana è arrivata a sospettare quanto  rilanciato su queste colonne due giorni fa (Il mistero dell’aereo malese: dobbiamo attenderci un altro devastante 11 Settembre? Serve una Grande Alleanza di civiltà) e inizia a temere che il Boeing 777-200 della Malaysia Airlines – scomparso nel nulla la notte tra il 7 e l’8 Marzo scorso – possa essere stato dirottato e fatto atterrare in uno degli oltre 630 aeroporti nel suo raggio d’azione per essere poi usato come un missile in un attentato terroristico con uno scenario del tipo realizzato l’11 Settembre 2001, ma con prospettive ancora più gravi: il tempo goduto dagli eventuali terroristi nell’imbarcare esplosivo – anche di tipo non convenzionale – per lanciare un attacco di tipo ancora più devastante.

Il volo MH370 potrebbe aver lanciato l’ultimo segnale quando già si trovava a terra, dopo essere atterrato in un posto che può andare dall’Iran all’Australia Nord Occidentale, non necessariamente in volo, intercettato quasi sette ore dopo la scomparsa dai radar civili malesi. A suggerire queste ipotesi una fonte autorevole, il presidente della commissione Homeland Security della Camera dei Rappresentanti, il deputato repubblicano Michael McCaul, che ha citato fonti di intelligence al Fox News Sunday . McCaul ha concentrato la sua attenzione sui due piloti, Zaharie Hamad Shah, 53 anni, e Fariq Abdul Hamid, 27 anni.

Il Primo Ministro malese, Najib Razak, ha affermato ieri che i due piloti sono parte delle indagini, ma dagli Stati Uniti una fonte autorevole – John Negroponte, ex Direttore della National Intelligence (ossia supervisore della intelligence community) ha suggerito di non fossilizzarsi su una sola teoria, ma di approfondire con velocità le vite dei passeggeri.

Dall’Indipendent oggi l’incredibile la conferma di un’ipotesi cui lavorano le autorità malesi. Si parte dal saluto del comandante dell’aereo Zaharie Hamad Shah,prima di lasciare lo spazio aereo malese: “Allora buonanotte”. Questo saluto sembra sia stato trasmesso dopo che uno dei sistemi di comunicazione era già stato disattivato.

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Ma l’Indipendent in qualche modo avvalora la tesi di McCaul e nostra, perché sembra che le autorità della Malesia stiano cercando di mobilitare la diplomazia per ottenere la necessaria cooperazione internazionale necessaria per indagare se l’aereo sia stato portato in una delle roccaforti talebani sulla frontiera afgana, nel Pakistan nord-occidentale.

La disattivazione dei sistemi di trasmissione dei dati – Acars e trasponder – fu attuata prima e dopo il saluto del comandante, circostanza che secondo un generale dell’aviazione malaysiana, Affendi Buang, era un’azione ulteriore tesa a tranquillizzare: vi “diranno qualcosa” sulla possibilità che il dirottamento sia stato deliberato o meno, ha detto ai giornalisti presenti a Kuala Lumpur.

Se l’aereo è atterrato in una zona controllata o accessibile ai talebani, si apre uno scenario di guerra non convenzionale, in cui è fondamentale capire che fine hanno fatto i 227 passeggeri o quella parte di essi che non gioca alcuna parte attiva nel complotto: sono ancora vivi? Sono stati trucidati come in un campo di sterminio nazista? Verranno utilizzati come kamikaze nell’attacco che si sta progettando e per cui sembra ormai valere la regole del “dove e quando“, non più del “se“?

Insomma, uno scenario da incubo che fa apparire le storie di Ian Fleming, il padre di James Bond 007, l’autore di fumetti per ragazzini.

Buona notte” potrebbe infatti essere un saluto significativo di uno scenario assurdo: l’utilizzo di un aereo mastodontico come il Boeing 777 come missile armato di ordigni non convenzionali – non per forza nucleari – ricorrendo a parte dell’arsenale andato disperso ai tempi del dissolvimento dell’Unione Sovietica, soprattutto nelle repubbliche caucasiche.

Ben 25 nazioni hanno affiancato la Malesia nelle indagini di questa sparizione misteriosa che sta mobilitando le intelligence di mezzo mondo nella spasmodica ricerca di un aereo imponente, sfuggito finora all’osservazione satellitare. Una corsa contro il tempo per evitare un danno devastante che ridia forza a chi minaccia di distruggere un modo di vivere che ritiene contro la propria religione.

In fondo, per quanto terribile sia affermarlo, tutti sperano che l’aereo si sia andato a schiantare da qualche parte con il suo carico innocente ed eventuali nuovi barbari.

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