La Crimea dichiara l’indipendenza, da Usa e Ue via libera a sanzioni (ma sono solo parole…)

All’indomani del referendum, il Parlamento regionale chiede l’annessione alla Russia e vara la nazionalizzazione dei beni di Stato ucraini. Il rublo diventa valuta ufficiale. Bruxelles e Washington decidono le prime misure restrittive. Kiev mobilita le forze armate. Plebiscito per l’addio all’Ucraina: 96,6% di sì. Mikhail Gorbaciov: a gente si è espressa in modo democratico

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Simferopoli – All’indomani del referendum nel quale il 96,6% degli elettori si è pronunciato a favore della secessione dall’Ucraina, il Parlamento di Crimea ha votato formalmente per l’indipendenza e ha chiesto l’annessione alla Russia.

EUROPA E USA CONTRO MOSCA: VIA LIBERA A SANZIONI – Non si è fatta attendere la reazione dell’Europa e degli Usa. Il consiglio Ue Affari esteri ha infatti approvato sanzioni della durata di sei mesi contro 13 cittadini russi e 8 ucraini. Le misure restrittive che, come ha spiegato il ministro degli Esteri Federica Mogherini, non colpiranno membri del governo russo o ucraino, prevedono il congelamento degli asset finanziari e il divieto di ingresso nell’Unione europea.

La lista europea comprende il comandante della flotta russa del Mar Nero, Alexander Vitko e altri due militari e deputati della Duma, il parlamento russo.

Ancora più dura la reazione che arriva da Washington. “In risposta alle azioni del governo russo che hanno contribuito alla crisi in Ucraina“, gli Stati Uniti hanno varato “sanzioni designate in modo da imporre costi ad individui che hanno influenza nel governo russo e a quelli responsabili per il deterioramento della situazione in Ucraina“. Lo ha annunciato la Casa Bianca, pubblicando il testo dell’ordine esecutivo con cui Barack Obama ha ordinato le sanzioni nei confronti di sette alti funzionari russi, tra i quali il “cardinale grigio” di Vladimir Putin, Vladislav Surkov, e Sergey Glazyedv, un altro consigliere del Cremlino.

Le sanzioni statunitensi prevedono divieto di visti e congelamento dei beni e interesseranno anche esponenti politici della Duma e del Consiglio della Federazione Russa come Leonid Slutsky, Andrei Klishas, Valentina Matviyenko, presidente del Consiglio della Federazione, e Yelena Mizulina, nonché il vice premier russo Dmitry Rogozin.

MOGHERINI: TENERE DIALOGO APERTO – “La responsabilità” della situazione in Ucraina “spetta ora alla Russia” e l’Unione europea “vuole tenere aperto il dialogo” con Mosca, sottolinea il ministro degli Esteri, Federica Mogherini. “L’obiettivo – continua – è riportare la Russia a giocare un ruolo costruttivo e di partnership con la Ue e il resto del mondo. Dobbiamo mantenere un canale di dialogo aperto e lanciare al tempo stesso il segnale che la violazione del diritto internazionale non può essere impunta“. Insomma, sanzioni ma solo a parole, perché la Russia è un partner troppo importante per un confronto duro e anche perché l’Europa è un buco con tanti stati intorno, ma non è uno stato sovrano. E forse anche perché l’Unione Europea ha qualche responsabilità ad aver illuso speranze impossibili da soddisfare negli ucraini. Meglio allora giocare un ruolo da mediatore tra le parti, con molti esempi spendibili e credibili.

IN CRIMEA ARRIVA IL RUBLOIl Parlamento della Crimea in mattinata ha votato quasi all’unanimità – 88 deputati su 95 – per l’indipendenza, dando alle autorità locali il pieno controllo delle istituzioni e delle proprietà della penisola. Non solo. A partire da oggi, il rublo è valuta ufficiale della Crimea, insieme alla grivna ucraina con cui conviverà, per decreto, fino al gennaio del 2016.

AKSIONOV: “TORNIAMO CON LA RUSSIA”. “Nessuno ci potrà togliere la nostra vittoria, entriamo nella Russia” ha detto il primo ministro della Crimea, Sergei Aksionov annunciando aiuti da Mosca per 15 miliardi di rubli (400 milioni di dollari). “Torniamo a casa, la Crimea con la Russia“, gli ha fatto eco il presidente del parlamento della Crimea, Volodymyr Konstantynov.

KIEV IN ALLARME – In tutta risposta, il Parlamento di Kiev ha approvato un decreto del presidente ad interim Oleksandr Turchynov per la mobilitazione parziale delle forze armate del Paese. Con la mobilitazione, ha spiegato in Parlamento il capo del consiglio di sicurezza ucraino, Andriy Parubiy, saranno chiamati 40 mila riservisti (20mila per le forze armate e 20mila per la guardia nazionale).

ERRORE STORICO CORRETTO – Il mondo dovrebbe accogliere con favore il ricongiungimento della Crimea con la Russia, perché questa correggerà un errore storico commesso in epoca sovietica. È quanto sostiene l’ultimo leader dell’Urss, Mikhail Gorbaciov, il quale ha ricordato che la Crimea finì nei confini ucraini solo perchè fu regalata all’Ucraina da Nikita Khruscev, quando Russia e Ucraina erano parti dell’Impero Sovietico.

Per imporre sanzioni occorrono basi molto gravi. E queste vanno sostenute dalle Nazioni Unite” ha detto Gorbaciov all’Interfax. “La possibile assunzione della Crimea in territorio russo non costituisce una tale base” ha detto, descrivendo il referendum di ieri, in cui il 97% degli abitanti della Crimea ha votato il ricongiungimento a Mosca, “un successo che ha risposto alle aspettative degli abitanti“. Finora – ha aggiunto – la Crimea è stata legata all’Ucraina a causa di leggi sovietiche approvate senza chiedere alla gente, ora la gente di Crimea ha deciso di correggere l’errore” ha detto il padre della perestroika, che ha concluso: “questo andrebbe accolto con favore e non con l’annuncio di sanzioni“.

(Credit: Adnkronos/Ign, TMNews)