Emergenza crolli nel Salento: tratti di costa interdetti, è emergenza

Il rischio crolli lungo le coste e, in particolare, delle falesie salientine oggetto di un tavolo tecnico di approfondimento, che arriva dopo anni di disattenzione degli amministratori locali nonostante i ripetuti avvertimenti e i pressanti inviti ad agire delle autorità marittime e della Guardia Costiera

Lecce – Si insedierà domani a Bari il tavolo tecnico presso l’Autorità di bacino della Puglia per risolvere il problema delle numerose interdizioni della costa salentina determinate dal rischio crolli delle falesie. La questione ha interessato prima il Comune di Melendugno, poi ha toccato Vernole e nelle prossime settimane si estenderà anche ad altri paesi. La Capitaneria di Porto di Gallipoli, infatti, fin dall’inverno 2012 ha sollecitato venti comuni costieri della provincia di Lecce (compresa la città capoluogo) a effettuare interventi di messa in sicurezza delle zone di litorale a rischio, in base alla catalogazione contenuta nel Piano di assetto idrogeologico della Puglia pubblicato nel 2008.

Gli enti locali, però, sono rimasti inadempienti – come ha spiegato il comandante della Capitaneria, Attilio Daconto, nel corso di un vertice tenuto alla Provincia di Lecce giovedì scorso – e nella maggior parte dei casi non hanno perfino risposto alla sollecitazione delle autorità militari.

I solleciti della Guardia Costiera sono comunque proseguiti per tutto il 2013, fino a poche settimane fa, quando è stato comunicato a tutti gli amministratori interessati che in assenza di provvedimenti di messa in sicurezza le zone a rischio sarebbero state interdette.

Agli avvisi hanno, poi, fatto seguito le ordinanze di interdizione. La prima è stata firmata dal comandante dell’Ufficio Marittimo di Otranto, Gianmarco Miriello, e riguarda la parte in mare di ampie zone del litorale di Melendugno, già inibito per la parte a terra dalla locale polizia municipale.

I divieti riguardano le marine di Torre Specchia, San Foca, Torre dell’Orso e Sant’Andrea, e comprendono tratti particolarmente suggestivi e frequentati come la conca della Poesia o gli scogli delle Due Sorelle, nonché le aree Due Sorelle e le aree antistanti ad alcuni stabilimenti balneari. Il provvedimento vieta la balneazione, ma anche l’ancoraggio delle imbarcazioni e la pesca, professionale e sportiva.

Un’ordinanza simile è stata emessa ieri dallo stesso Ufficio di Otranto per un tratto di circa 300 metri di costa a Vernole, ovvero per la zona di Torre Specchia Ruggeri, mentre sopralluoghi sono in corso a Otranto, Santa Cesarea, Castro e anche in diversi paesi della costa ionica.

Per la Capitaneria di porto, ha spiegato il comandante Daconto, il primo interesse da tutelare è la sicurezza dei cittadini. Gli amministratori e gli operatori turistici, dal canto loro, hanno evidenziato – proprio durante il vertice alla Provincia – la necessità di contemperate la tutela della popolazione con le esigenze delle attività turistiche.

Il sindaco di Melendugno, Marco Potì, dopo avere chiesto inutilmente la sospensione dell’ordinanza all’autorità militare, ha interessato del problema l’Autorità di bacino, al fine di effettuare sopralluoghi e studi geomorfologici che consentano di definire meglio le mappe dei potenziali pericoli e fornire alla Guardia costiera gli appigli scientifici per una rimodulazione del provvedimento.

A tale scopo è stato istituito il tavolo tecnico che domani a Bari inizierà i propri lavori e a cui sono stati invitati anche il presidente della Regione, Nichi Vendola, gli assessori Angela Barbanente, Leonardo Di Gioia, Giovanni Giannini, Guglielmo Minervini, alcuni dirigenti regionali, il professore Antonio Petrillo del Politecnico di Bari, in qualità di esperto, il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, e il comandante della Capitaneria di Gallipoli, Attilio Daconto. “L’obiettivo – è riportato nell’atto di convocazione della riunione – è procedere in tempi brevi alla rivisitazione dell’ordinanza, in seguito ai necessari approfondimenti tecnico-scientifici“, nella speranza di arrivare alla stagione estiva con un quadro di divieti leggermente ridimensionato.

Della questione falesie, intanto, si sta occupando anche la Procura di Lecce, che nei giorni scorsi ha acquisito una vasta documentazione, a partire proprio dai ripetuti solleciti inoltrati dalla Capitaneria ai Comuni. Il fascicolo, aperto dal procuratore Cataldo Motta insieme all’aggiunto Ennio Cillo, non contiene al momento ipotesi di reato, né nomi iscritti nel registro degli indagati, ma serve a fornire agli inquirenti un quadro attendibile della situazione salentina, soprattutto in merito ai mancati provvedimenti presi dagli amministratori a fronte di situazioni diffuse di pericolo conosciute già dal 2008.

(Credit: AGI)