Turchia sull’orlo di una crisi di nervi. Il presidente Gul contro il PM Erdogan: ‘ripristineremo Twitter’

“La chiusura totale delle piattaforme media non è possibile sotto il profilo legale”, ha affermato il capo dello Stato, ma nel fine settimana il governo ha esteso il blocco sul social media

20140324-Abdullah-Gul-660x438

Roma – Il presidente turco Abdullah Gul ha promesso un intervento per ripristinare Twitter in Turchia, sottolineando e il “blocco totale” di internet e delle piattaforme social “non è legalmente possibile“. Parole gravissime, che metterebbero in pericolo la saldezza della poltrona su cui siede il Primo Ministro, Recep Tayyip Erdogan, il quale però sembra marciare a spron battuto per chiudere le bocche dell’opinione pubblica turca e conferma la linea dura: “se non obbediscono alle nostre leggi, faremo ciò che è necessario. Non siamo una repubblica della banane. Nessuno può violare la nostra privacy“. Dove per “privacy” pare si debba intendere “gli affari nostri“, nell’accezione più scandalosa (scandali sexy e corruzione in primis).

Intanto il governo turco nel weekend ha rafforzato il blocco del sito di microblogging, impedendo l’accesso anche tramite il Dns di Google, utilizzati dagli utenti di Twitter da venerdì.

Il presidente Gul ieri ha detto che i suoi uffici sono in contatto con Twitter per il ristabilimento di un “sano dialogo” e una rapida soluzione a una “amara situazione“. Giovedì sera l’Autorità turca per le comunicazioni ha stabilito il bando di Twitter, poche ore dopo che il premier Recep Tayyip Erdogan aveva promesso di “cancellare” il social media, su cui da settimane compaiono intercettazioni illecite di lui e dei suoi familiari che fanno emergere una grossa rete di corruzione.

La Turchia può avere richieste legittime. Queste richieste vanno comprese e i negoziati vanno avviati subito… Spero si possa risolvere velocemente, è una situazione naturalmente spiacevole per un paese sviluppato come la Turchia” ha detto Gul. La Turchia ha oltre 12 milioni di account Twitter ed è tra i cinque Paesi in cui il social media è più utilizzato.

Gul ha detto di essere al corrente di alcune decisioni di tribunali che avrebbero stabilito violazioni della privacy da parte di Twitter, ma una chiusura totale delle piattaforme media non è possibile legalmente, mentre è possibile cancellare solo singole pagine.

Sullo sfondo in realtà c’è la battaglia per le elezioni di fine mese, con Erdogan sui carboni ardenti delle critiche e il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Adalet ve Kalkınma Partisi, abbreviato AKP) in discussione sulla politica neo-ottomana con il braccio teso ai fondamentalisti musulmani e il restringimento dei diritti di libertà in un Paese che appare sempre più sull’orlo di una ulteriore crisi di nervi.

(Credit: TMNews)