Def, ripresa ancora fragile: governo pronto a terapia d’urto

La bozza del programma nazionale di riforme che martedì 8 aprile sarà all’esame del Consiglio dei ministri con il Def è stato anticipato dall’Adnkronos

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“L’economia italiana ha ora ritrovato un percorso di sviluppo, ma la ripresa è ancora fragile e va consolidata”. E’ quanto si legge in una bozza del Programma nazionale di riforme che andrà domani in Consiglio dei ministri con il Def, che l’Adnkronos è in grado di anticipare.

“Per riuscire in questa sfida c’è bisogno di una politica economica incentrata su misure strutturali – si legge – con una strategia articolata, con azioni e misure funzionali e coerenti che producano i loro risultati nei prossimi due-tre anni”. “Nei prossimi mesi il Governo intende concentrare tutti gli sforzi in una terapia d’urto che possa impattare sulle determinanti chiave della domanda e della competitività, senza tralasciare la qualità della spesa pubblica, che va ridimensionata e indirizzata verso un migliore e più efficiente utilizzo” prosegue il testo. “È tuttavia chiaro che gli sforzi che si chiedono al Paese, anche per affrontare gli squilibri macroeconomici, dovranno essere valutati attentamente nelle loro implicazioni e conseguenze solo dopo averli inseriti in un programma generale di riforme più ampio e cadenzato”, si legge ancora.

COPERTURE TAGLIO IRPEF DA SPENDING REVIEW – Il taglio dell’Irpef da 10 mld a regime sarà coperto dalla spending review. “Taglio Irpef 10 miliardi a regime. I lavoratori dipendenti sotto i 25 mila euro di reddito lordi, circa 10 milioni di persone, avranno un ammontare di circa 1.000 euro netti annui a persona, attraverso coperture con la revisione della spesa”, si legge nella bozza del Pnr. “Taglio Irap per le aziende di almeno il 10% attraverso il contemporaneo aumento della tassazione sulle attività finanziarie”. “Circa 10 miliardi saranno destinati ad incrementare a partire dal 2015 l’aumento del reddito disponibile di lavoratori dipendenti e assimilati (co.co.co.) in modo da beneficiare, in particolare, i percettori di redditi medio-bassi. Già a partire da maggio 2014, in via transitoria i dipendenti che percepiscono oggi 1500 euro mensili netti da Irpef conseguiranno un guadagno in busta paga di 80 euro mensili”, si legge nel testo.

“È necessario dare ossigeno alle imprese e alle famiglie riducendo il cuneo fiscale e aumentando il reddito disponibile soprattutto per le famiglie maggiormente segnate dalla crisi, con effetti positivi sui consumi e sulla crescita”, si aggiunge nel documento.

Il governo prevede che “l’aumento del reddito disponibile per i lavoratori beneficiati dovrebbe risultare apprezzabile in particolare per le fasce di reddito medio basse, contribuendo ad un rilancio dei consumi e delle prospettive di crescita. La riduzione dell’Irpef si giustifica quindi non solo per la valutazione economica e la sostenibilità sociale del processo di risanamento, ma anche per la riduzione delle ineguaglianze e della povertà della popolazione lavorativa” si legge nella bozza del Pnr.

“La riduzione delle imposte per i lavoratori dipendenti a reddito medio-basso è misura che ha anche effetti strutturali di stimolo all’offerta di lavoro e di riduzione della povertà”, si aggiunge nella bozza del Pnr.

FARI ANCHE SULLE IMPRESE – “Inoltre è intenzione del Governo ridurre in maniera sostanziale la tassazione sul lavoro dal lato delle imprese non appena vi saranno le risorse necessarie. Nel breve periodo si è ritenuto appropriato dare un segnale in tale direzione attraverso una prima riduzione fiscale mediante il taglio dell’Irap del 10%“.

ALTRI 20 MLD PER PAGAMENTI DEBITI PA – Non solo. “Il Governo intende impiegare risorse per ulteriori 20 miliardi da aggiungere ai precedenti 47 già stanziati per lo sblocco immediato e totale dei pagamenti dei debiti commerciali della Pa”. “A questo si deve accompagnare la definizione di un meccanismo permanente che permetta di uscire stabilmente dall’emergenza allineando le procedure di pagamento agli standard delle direttive europee – si aggiunge nel testo – Si dovrà porre in essere un sistema basato sull’obbligo di registrazione delle fatture e certificazione del credito, che permetta di saldare i debiti commerciali in maniera più snella evitando di accumulare ritardi, anche sfruttando le opportunità connesse con l’introduzione della fatturazione elettronica. Il meccanismo di rilevazione permetterà altresì di evitare abusi e problemi di carente certificazione”. Al fine di consentire i pagamenti di debiti di parte capitale al 31 dicembre 2013 da parte delle Regioni e degli Enti locali, il Governo prevederà eventuali meccanismi di allentamento dei vincoli del Patto di stabilità interno, si aggiunge. “La Cassa depositi e prestiti, nonché istituzioni finanziarie dell’Unione Europea e internazionali, possono acquisire, dalle banche e dagli intermediari finanziari, sulla base di una convenzione quadro con l’Abi, i crediti assistiti dalla garanzia dello Stato, anche al fine di effettuare operazioni di ridefinizione dei termini e delle condizioni di pagamento dei relativi debiti, per una durata massima di 15 anni”.

DA PRIVATIZZAZIONI 10-12 MLD ANNO – Nella bozza del Pnr si parla anche di privatizzazioni. I proventi ammonteranno a circa 12 miliardi per il 2014 da utilizzare per ridurre il debito pubblico. Nel 2015, 2016 e 2017, i ricavi dovrebbero ammontare a circa 10-12 miliardi annui, pari a circa lo 0,7 del Pil.

Nel documento si sottolinea la gravità del momento. “Il Paese si trova in condizioni eccezionali“, con un aumento della povertà e della disoccupazione. La recessione da cui siamo appena usciti è durata oltre due anni e, a parte un breve intermezzo, prosegue dalla seconda metà del 2007. Da allora il PIL è crollato di circa nove punti. La disoccupazione soprattutto giovanile è fortemente aumentata. La povertà è cresciuta in misura considerevole”. “Il Governo – si aggiunge nel testo – fin dal suo insediamento, ha messo le persone, i lavoratori, i cittadini al centro del proprio mandato. In questo senso le misure che ha proposto coinvolgono anche i diritti fondamentali della persona: la scuola e il lavoro, con una attenzione particolare alle generazioni future”.

RIFORME PER FLESSIBILITA’ DEFICIT ENTRO 3% – Più riforme per la flessibilità dei conti entro il 3%. L’Italia intende perseguire le riforme strutturali, che tengono anche conto “delle raccomandazioni della Commissione europea contenute nella Relazione sugli ‘Squilibri macroeconomici Italia 2014′” che siano legate “a misure di tipo immediato necessarie per ridare fiducia al Paese, consolidare la credibilità dell’Italia e guadagnare più spazio e flessibilità sui conti pubblici, pur all’interno del limite del 3 per cento e mantenendo saldo l’impegno al pareggio di bilancio nel medio termine”, si legge nel testo. “Inoltre le riforme strutturali imprimeranno una spinta duratura alla crescita economica e miglioreranno la sostenibilità delle finanze pubbliche”, si aggiunge. “Sarà mantenuto il disavanzo sotto il 3%. Si valuterà con la CE la migliore strategia compatibile con le riforme per garantire la regola del debito e del pareggio strutturale di bilancio” si sottolinea nel testo della bozza.

A DOMICILIO DICHIARAZIONE REDDITI PRECOMPILATE – Nella bozza entra anche il progetto per semplificare il fisco, annunciato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Si parla di una semplificazione degli adempimenti sulle dichiarazioni dei redditi, ”fino a prevedere l’invio a domicilio” delle dichiarazioni precompilate, per pensionati e lavoratori dipendenti.

(Credit: Adnkronos)