Libia, il governo conferma l’accordo con i ribelli per la riapertura dei terminal di Zueitina e Hariga

L’accordo tra governo e ribelli prevede sei punti che affrontano alcuni problemi nell’utilizzo delle risorse nazionali del Paese, la pacificazione tra governo centrale e ribelli e la riapertura progressiva di tutti i terminal petroliferi bloccati dalla insurrezione dei ribelli

20140407-lybia-mappa-infrastrutture

Tunisi – Il governo libico ha confermato il raggiungimento dell’accordo con i ribelli della Cirenaica per la riapertura dei due porti, con annessi terminal petroliferi di Zueitina e Hariga, bloccati dallo scorso luglio. Secondo i termini dell’intesa anche gli altri siti ancora nelle mani dei ribelli, i terminal di As Sidr e Ras Lanuf, potrebbero riaprire nell’arco di due-quattro settimane.

Sono infatti sei i punti dell’accordo firmato ieri ad Ajdabiya, nella Libia orientale, tra inviati delle istituzioni libiche (parlamento, governo e procura) e il leader dell’Ufficio politico di Brega, gruppo indipendentista della Cirenaica, Ibrahim Judhran.

Il primo punto dell’accordo prevede la costituzione di una commissione di inchiesta, composta da sei esperti, con il compito di “evitare i furti e gli abusi” avvenuti dalla rivoluzione del 2011 a oggi nell’esportazione di petrolio. Un punto che esaudisce in modo esplicito le richieste dei ribelli, che hanno denunciato furti di petrolio commessi da alcuni funzionari governativi prima dell’inizio della protesta.

Il secondo punto, confermato dal sito libico “al Wasat”, riguarda l’emissione da parte del Consiglio dei ministri di un decreto per il ripristino della sede delle guardie dei terminal nella regione centrale della Libia. Il terzo prevede il pagamento degli stipendi arretrati delle guardie poste a difesa dei porti; il quarto punto prevede l’immediata riapertura dei terminal di Zueitina e Hariga, che saranno riconsegnati alle autorità ufficiali di Tripoli.

I “separatisti” si impegnano a impedire che i manifestanti tornino nei porti in modo che i terminal petroliferi possano tornare a operare: un passaggio che potrebbe anticipare l’integrazione dei “separatisti” – magari con un’aliquota consistente – nelle forze di sicurezza ufficiali della Libia, in grave crisi di sicurezza.

Il quinto punto prevede invece la riconsegna dei terminal di al Sidr e Ras Lanuf e di qualsiasi altro terminal petrolifero o giacimento alle autorità libiche entro un periodo che va da due a quattro settimane.

Infine, il sesto punto prevede l’avvio di una mediazione presso la procura di Tripoli per revocare i mandati di cattura e le indagini a carico dei leader separatisti e contro coloro che hanno provocato la chiusura dei terminal petroliferi.

Il documento porta in calce la firma del leader separatista Ibrahim Judhran, del deputato libico al Sharif al Wafi e degli altri rappresentanti istituzionali libici, come Abdel Rahman al Barasi, Mansur Yasin, Saleh Ibrahim Abdel Jawad e Abdel Salam Mohammed Badr.

(Credit: AGI)