In Sicilia è nato il governo Crocetta-Faraone: “indietro non si torna” (ma avanti non si andrà)

Francamente, se durante le prime primarie del PD qualcuno ci avesse detto che un renziano avrebbe un giorno appoggiato Rosario Crocetta, lo avremmo preso per pazzo visionario. Ma la politica/politicante è questa: il mio avversario di oggi sarà il mio alleato di domani. Così la gente non comprende la politica e la considera un ambito per ciarlatani e farabutti. E i risultati sembrano dar ragione alle gente…

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Palermo – Rosario Crocetta forza la mano e, brandendo come una spada il sostegno del Pd nazionale, in particolare del renziano Davide Farone, nella notte ha dato nomi e volti alla sua nuova giunta, azzerando le deleghe e rinviandone l’assegnazione a dopo il confronto con i partiti, tranne quella all’Energia che ha gia’ un titolare.

Fatto compiuto al termine di febbrili contatti con esponenti del Nazareno, l’ex ministro Totò Cardinale e Beppe Lumia, assestando uno schiaffo clamoroso al Pd siciliano guidato dal cuperliano Fausto Raciti che aveva convocato proprio per oggi pomeriggio la direzione regionale, con all’ordine del giorno l’indicazione dei nomi per l’esecutivo, evocando la strada dell’opposizione in caso di forzature.

“Su invito delle forze sociali e su impulso di Faraone – spiega Crocetta – sentiti tutti i partiti, ho colto le esigenze programmatiche che vengono dalla società, dai lavoratori, dal mondo degli imprenditori, guardando prima di ogni cosa ai giovani, ai disoccupati, ai deboli che rischiano di essere schiacciati dalla crisi, confermando un largo quadro di alleanze, fedele al patto politico originario”. E, deleghe a parte, non ci sono margini per ulteriori trattative: “Indietro non si torna”, avverte. Sono tre gli assessori riferibili direttamente al presidente, quattro al Pd, due all’Udc, uno a testa ai Drs di Salvatore Cardinale, Articolo 4 e Megafono.

Nella giusta siciliana, sei novità e sei conferme

Ecco, dunque, il “Crocetta bis” o “Crocetta-Faraone 1” con il quale i presidentissimo dichiara “chiusa la crisi”: Salvatore Calleri, nato a Catania e residente a Firenze da molti anni, presidente nazionale della Fondazione Caponnetto, con delega Energia (nuova nomina). Lucia Borsellino, assessore alla Salute uscente (confermata). Linda Vancheri, assessore uscente alle Attività Produttive (confermata). Nelli Scilabra assessore uscente alla Formazione (Pd, confermata). Giuseppe Bruno, avvocato, (Pd, nuovo). Mariarita Sgarlata (Pd, confermata). Roberto Agnello, avvocato, esperto di bilancio, ha lavorato presso il Ministero della Salute (Pd, nuova nomina), destinato all’Economia. Nico Torrisi, imprenditore del settore turistico di Catania (Udc, nuova nomina). Patrizia Valenti, alle Autonomie locali (Udc, confermata). Antonio Fiumefreddo professore della Link University di Roma e giornalista (Drs, nuova nomina). Michela Stancheris, assessore uscente al Turismo (Megafono, confermata). Paolo Ezechia Reale, avvocato di Siracusa (Articolo 4, nuova nomina).

Da questo momento – ha spiegato Crocetta – le deleghe sono politicamente azzerate, verranno discusse insieme ai partiti sulla base dell’utilizzo ottimale delle loro competenze e professionalità. La mia – ha concluso – non è una decisione autoreferenziale, ma vuole essere in sintonia con la società, la politica e i partiti che spero non creino piu’ ulteriori spettacoli perché la Sicilia ha bisogno di decisioni e anche in tempi rapidi“.

Si tratta prosegue Crocetta di “professionisti di grande valore, di uomini che scelgono di combattere per liberare la Sicilia e favorire il suo processo di rinascita economica e sociale“. Una squadra il cui obiettivo è “dare ulteriore slancio a un forte programma di solidarieta’ sociale, di lavoro, di sviluppo, di lotta alla corruzione, alla mafia e agli sprechi, consapevole del difficile momento, registrando – accusa il presidente che rivendica di essere un ‘dirigente del Pd’ – persino una sofferenza di una parte del mio partito nei confronti del quale mi sono posto con umilta’ e persino con semplicita’, senza ricevere alcuna apertura“.

Indietro non si torna” è da anni il claim elettorale di Crocetta e per valutarne realmente la fondatezza e la reale validità, occorrerebbe recarsi a Gela – di cui il presidente della Sicilia è stato sindaco per un mandato e mezzo – e verificare lo stato delle casse municipali, dissanguate da spese improduttive, inutili feste e festini, investimenti in immagini che non hanno prodotto alcun flusso turistico (ma solo clamore nazionale per lo stesso Crocetta).

Nel corso delle prime primarie del PD, quelle che videro alla fine Pierluigi Bersani prevalere forte della potenza dell’apparato di partito, Matteo Renzi e i renziani furono nel mirino dei maggiorenti del partito ex comunista. Renzi non riuscì fisicamente a mettere piede a Gela, città del presidente, malgrado un un teatro lo aspettassero centinaia di cittadini.

Oggi la prosecuzione dell’amministrazione del governo Crocetta prosegue grazie all’accordo con Davide Faraone, renziano di ferro. I misteri della politica/politicante, per cui l’avversario di oggi domani ha la possibilità di diventare il migliore alleato. Questo genera confusione nell’elettorato, che amerebbe distinguere in modo nitido le posizioni, senza infingimenti e tatticismi partitocratici. Un elettorato confuso è un elettorato che si astiene e questo non va bene per il funzionamento corretto della democrazia, di qualsiasi democrazia europea.

Insomma, forse indietro non si tornerà, ma avanti sicuro non si andrà.

(Credit: AGI)