Vinitaly, chiusura in bellezza con la testa già al 2015

A Verona chiuso l’appuntamento fieristico più importante del mondo nel settore enologico e della lavorazione dei distillati, con un’atmosfera di fiducia per un settore che promette crescita. Molto apprezzata la presenza del ministro per le Politiche Agricole, segno di attenzione del Governo per un settore strategico per l’Italia

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Verona – Si è chiuso il sipario su Vinitaly 2014, il più importante appuntamento mondiale nel settore enologico, con un bilancio positivo per espositori e buyer esteri, soddisfatti sia della qualità della manifestazione in sé che degli incontri avuti nei tre intensi giorni di esposizione.

A Vinitaly Buyer’s Lounge, la nuova area dedicata ai contatti di affari di Vinitaly, è stato organizzato un fitto calendario di incontri tra operatori esteri e produttori italiani, che all’interno dell’area Taste&Buy hanno potuto concretamente verificare la qualità dei prodotti.

La qualità dell’organizzazione è testimoniata dal fatto che Vinitaly direttamente ha organizzato gli appuntamenti business per la Sicilia e il Veneto, padrone di casa. Ma gli operatori – e in primis gli organizzatori della kermesse, Veronafierehanno apprezzato molto la presenza del ministro per le Politiche Agricole e Forestali, Maurizio Martina, nei tre giorni della fiera, segno evidente di un’attenzione speciale del Governo Renzi per il settore vitivinicolo, che lo stesso presidente del Consiglio ha definito “una grande voce dell’industria italiana“, una delle chiavi del successo del made in Italy nel mondo.

Vinitaly Buerys’ Lounge è un’iniziativa sviluppata dal potenziamento delle partecipazioni, realizzato grazie all’attività di Veronafiere in collaborazione con Vinitaly International, che ha delegati in oltre 60 Paesi, con l’Ice (Istituto del Commercio Estero) e con il Ministero dello sviluppo economico, che ha reso possibile la partecipazione di buyer dall’Estremo Oriente, come Australia e Hong Kong.

Grazie a questa attività preparata con meticolosità, l’afflusso di buyer dall’estero è aumentato, registrando la presenza di operatori da Svizzera, Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Paesi Balcanici, Romania, Bulgaria, Polonia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Ucraina, Russia, Paesi Baltici, Kurdistan, Paesi Scandinavi, Ungheria, Portogallo, Repubblica Ceca, India, USA, Canada, Paesi ASEAN, Corea, Giappone, Cina, Sud Africa, Israele, Camerun, Paesi area Mediterranea, Centro e Sud America e Australia.

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Tra le novità dell’edizione 2014, anche in prospettiva dell’EXPO 2015, Vinitalybio, che è stato “Un successo straordinario”, ha affermato Paolo Carnemolla, presidente di FederBio. Una scelta indovinata che “ha puntato sulla certificazione come elemento distintivo e di trasparenza”, mostrando le grandi potenzialità di sviluppo di un tema – la produzione biologica – che promette numeri di tutto rispetto.

I produttori esteri, oltre che i buyer, hanno avuto un padiglione speciale – Vininternational – che è stato meta di un afflusso di visitatori importante, testimonianza del grande interesse per i vini di altri Paesi misurata dal “tutto esaurito” delle degustazioni organizzate.

La XLVIII edizione di Vinitaly è stata un successo, lo si può trarre dall’opinione dei buyer esteri e dei produttori italiani. Per Francesco Zonin, vice presidente di Casa Vinicola Zonin, è stato un Vinitaly decisamente positivo, con una ottima “affluenza italiana, di livello, costante su tutti i giorni. Bene pure OperaWine, più interessante degli anni passati”. “Tanta Italia di ottima qualità e molto estero, anche tedeschi” per Chiara Lungarotti, ma anche per Luisa Marinoni, responsabile ufficio marketing Italia di Cavit (Spumanti Ferrari), questa edizione di Vinitaly si è caratterizzata con “un numero di buyer esteri maggiore rispetto degli altri anni”.

Per Marta Gaspari, responsabile marketing di Donnafugata, “le presenze estere sono buone e la manifestazione è andata bene. Vinitaly si conferma una rassegna molto importante”. Ivo Basile, direttore della comunicazione di Tasca d’Almerita, ha espresso un “ringraziamento a Veronafiere per il supporto sul piano logistico, che conferma la grande attenzione verso gli operatori per il buon esito della manifestazione”.

Gradimento e soddisfazione anche da buyer esteri, che hanno potuto verificare la proverbiale accoglienza scaligera. Brad Jensen, fondatore dell’americana Bon Vivant – che ha un giro d’affari di 2 milioni di dollari e vendite in molti Stati degli Usa – è stato intervistato durante una delle degustazioni di Taste & Buy. “A New York ma anche in altre città i consumatori stanno scoprendo e iniziano a guardare oltre al Pinot Grigio e al Chianti. Io cerco cantine familiari, biologiche, sostenibili e di tutti i prezzi, fino al top”. Per la canadese Barbara Philip, unica Master of Wine donna del suo Paese e portfolio manager per la distribuzione e responsabile per le selezioni di vino europei del British Columbia Liquor Branch – che ha un volume d’affari di un milione di dollari – Vinitaly “è un momento importante per conoscere piccoli produttori e per partecipare ai seminari organizzati da Vinitaly, perché è importante imparare e capire i prodotti”. La Philip, che era già stata a Vinitaly nel 2012, tornerà nei prossimi anni.

L’interesse per il vino italiano è testimoniato da Yvonne Cheung, sommelier di Upper House di Hong Kong, che ha messo l’accento sulla varietà dei vini italiani. “C’è così tanto vino qui a Vinitaly che mi piacerebbe poter rimanere un mese intero. Ho trovato molti vini di tutti i tipi e di tante regioni. Esplorare è stato fantastico”. Di Hong Kong anche James Elliot Faber, sommelier al Yardbin/Ronin, che “cercherà di essere a Vinitaly ad ogni opportunità, perché ci sono ancora molti vini da conoscere e a cui dare visibilità”.

I “territori inesplorati” del vino italiano possono però essere anche più vicini all’Italia. La Spagna, per esempio, è un mercato in cui il prodotto italiano – nelle diverse nuances e qualità – ha grandi margini di crescita, perché i vini italiani non sono ancora molto conosciuti, ma la cultura del vino è ben radicata.

Due importatori presenti a Vinitaly – Pyrénées, holding da un miliardo di euro, con circa 15-20 milioni di giro d’affari nel vino, attivo nella grande distribuzione di alta gamma; e Good&Quality, specializzata in consumi gourmet con circa 1 milione di euro di fatturato in prodotti vinicoli – hanno definito Vinitaly “impressionante” per le possibilità offerte e per i margini di sviluppo possibili.

Insomma, i 155 mila visitatori nei tre giorni hanno avuto l’occasione per gustare la qualità della produzione italiana e una rappresentanza di quella internazionale, in un evento che muove tutta Verona e che costituisce un momento importante per l’economia del Veneto Occidentale.

Dalla periferia di Verona il traffico inusuale di elicotteri – in direzione anche del Garda – è stato la plastica rappresentazione del movimento attorno a un appuntamento che dovrebbe essere studiato da alcuni sedicenti esperti di marketing territoriale, soprattutto del Sud, da dove i produttori di gamma medio-alta arrivano ogni anno nella capitale scaligera senza complessi di inferiorità.

Conclusa l’edizione 2014, mentre la logistica pensa a smontare gli stands, la testa degli organizzatori sarà proiettata quasi da subito al 49° Vinitaly 2015 (22-25 marzo 2015), l’edizione che si svolgerà in “concomitanza” con l’EXPO di Milano. Una concomitanza de facto, operativa, più che di date (l’EXPO aprirà i battenti il 1° maggio 2015), perché Vinitaly curerà il Padiglione Vino della kermesse milanese.

Quindi un prologo di tutto rispetto, in cui i prodotti italiani avranno un’occasione ancora più importante per proporsi al mercato internazionale nell’ottica di una ripresa che è nelle corde degli italiani. In fondo, se Italians do it better, per il vino questo principio è valido con ancor più forza.

Prosit!

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