Pedofilia, Papa: “chiedo perdono per tutto il male fatto dai sacerdoti”

Il Pontefice ha ricevuto in udienza la delegazione dell’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia. ”La Chiesa è cosciente del danno. E noi non vogliamo compiere un passo indietro in ciò che riguarda il trattamento di questo problema e le sanzioni che devono essere comminate”

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Città del Vaticano – Papa Francesco chiede perdono per gli abusi sessuali sui bambini di cui si sono macchiati alcuni sacerdoti. “La Chiesa è cosciente di questo danno“, ha detto Papa Bergoglio che, ricevendo in udienza la delegazione dell’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia (Bice), ha cambiato il discorso preparato per l’occasione e ha parlato a braccio, chiedendo perdono per gli atti di pedofilia sui minori.

Mi sento chiamato a farmi carico e a chiedere perdono – ha detto Papa Francesco – per tutto il male che alcuni sacerdoti hanno compiuto, per gli abusi sessuali sui bambini“.

La Chiesa – ha sottolineato Francesco – è cosciente di questo danno! È un danno personale e morale loro… ma di uomini di Chiesa! E noi non vogliamo compiere un passo indietro in ciò che riguarda il trattamento di questo problema e le sanzioni che devono essere comminate. Al contrario credo che dobbiamo essere molto forti! Con i bambini non si gioca!“.

Papa Francesco non perde occasione per parlare con chiarezza evangelica e individuare il male anche dove il male dovrebbe essere bandito per “scopo sociale”, la Chiesa. Del resto, il male si insinua dove c’è il bene per screditarlo e Jeorge Mario Bergoglio – nel solco impresso senza titubanza da Benedetto XVI – sta agendo come esorcista del male dal corpo della Chiesa istituzione, perché la chiesa sia sempre più espressione del verbo di Cristo e non del suo più noto oppositore.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

“Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Matteo, 5, 33-37).

(Credit: Adnkronos)